Pensiero e Volontà - anno II - n. 2 - 16 gennaio 1925

PENSIERO E VOLONT A' 41:. t'i'sse,ra, -risiede un~camente nel timore di creare .1 Partito Anarchico, dando così prova di debo– le forza ideali~ica per 1:-esistere all'attr~ttiva dell'autoritarismo-,· ma. a parte ciò, è 'proprio vero che, organizzandoci interamente e non a metà,• fin1amo per· trasformarci in autorita1~i 1 I timori di codésti compagni mi s-er:µbrano in. fondati pe;r il fatto· che ciò ch,_erende i partiti · politici autoritari è lo scopo che essi si prefig . ' ' goino; ora i nostri obbiettivi sono diametral- mente opposti e, per conseguenza logica opposto deve essere lo schem:a _della nostra o!g~nizza,zio– ne, la quale va fondata sulla libertà di· ognj singolo individuo. Se ciò significa oltraggiare i prinoipi anarç,hici, allora i compagni antior– gaI}.izzato:J;'i i quali, in più di un punto sono pit.1 dalla par_tei di Radek che dalla nostra, so- . no nel vero, quando dicono che l'anarchia è :qualcosa di inconcepibile -e di irrealizzabile. Quanto a me, partigiano- cc fanatiç,o » dell' or- ' ganizzazione anarchìca che ritengo come una necessità impeJl~inte oggi per la lo~ta, resi• stenza. e propaganda, domani per' la vita., mJ adopere1~ò sempre perchè essa più che di ,nome esista, di fatto quale organismo, che in certi dati momenti della ba.tta,glia sociale pos?a ess_i– re 'il faro luminoso, verso 1il quale i lavora,tori potranno ma.rciare sicuri di non essere traditi. Bertoni oppone· a qu.e,ste c0nside1:a,zioni del Bifolchi la riaff.erma21ione' della sua, concezio– ne anarchica· dell' òrganizzaziòne. · L'organizzazione' a'narébica,, secondo Bertom (ed anche secondo noi) deve avere caratteri– stiche e costituzione -d~.ff.erenti da quelle social– democratich~ e comunisté, non soli'i,mente p-er il. fine, ma per lo spirito, i mezzi ed il fun– zioname-ntd. · I Si tratta per noi di formare una, forza d' a- :zJione diretta e non agli ordini indiscutibili di° ',. \ . pochi capi. Certo non potremo:- evitare delegazioni a par. ticolari funzioni, -ma queste occorre siano ben delimitate e· non si risolva.no nell'e.sercizio di una vera autorità. Gli in;ipegni da assumere saranno tuttt volon– tari e non verrà prevista nessuna misura coei-– citiva. Chi ·cessa- dal fare pe1; un agi·uppa– mento, viene insomma a dimettersene. l · nostri soci non ·possono essere che attivi • . l nel senso più letterale della parola. A soci passivi, non possiamo a,mmettere se non coloro çbe sono neU'impossib-ilità fisica .o m.ateri'àJ.e di partecipare persona.lmente a tptta l'opera-ordi– naria di propaganda o a quante iniziative fo.,. ·sero· successivamente prese. L'organizzato pei-. noi e eh~ assiste aNa rm· nioni di gruppo, alle ·_manifestazi&ni di pi°azza,. alle conferenze e ai comizi, all'e assemblee sin- . ~ ' / . . , da.cali, partecipando qovunque lo possa a tutto. il movimento sociale. L' organizz~to è chi si occupa di rivendita. d'opuscoli e giornali, di ra~cogliere sottoscri-c– zion.i, · di preparar~ serate, di affigger-e mani– festi, di di~tribuire volantini, di fare tutto. f'indispensabile lavoro in cui si afferma la con- · tinua vitalità dell'ide~. , L'organizzato è altre.sì chi sa guadagnarsi delle simpatie ·1~ersona,li che insensibilmente si 'estendono al principio anarchico ché profes,sa, principio che appa.re così praticamente d'ele- vazione morale. · · Ma guai a noi se, dessimo sover.chia impor- ' tanza al fatto. d'aver'.8 una 1:-ess-era in tasca e di . pagarne regolarmente i contr,ibuti ( Certo anche le comparse hanno enorme importanza negli. spettacoli autoritari, ma, .noi bisogna che s:ii giunga a farne degli attori per assolvere il no– stro programma. · U' è bensì il- peric_olo che col troppo chiedere la, gente si allontani da noi;., pe,rò se non rimane come- in _certe i:nastodo:ntiche– organizzazioni che credendo nel minimo sforzo, · il risultato finale è un 'disastro, peggio~·e d1. quello cui si espongono i disorganizzati. Noi vogha,mo concluder.e ins~nima che l' òr– ganiz~azio,ne non ha, efficacia .emancipatrice se-– non in qtumto viene compresa a:uarchicamente. Sarebbe inconcepibile che noi dimentica~simo-. che nell'ultimo terribile decenniv di storia,. quanto e più d-i noi milioni di tesserati si mo– stra,·ono assolutamente, impotenti l Legame, d'a- , zione e non di tessera sia sopratutto i-I nostro. Abbiamo· riporta,to fin qui, con le loro stesse– parole, gli argomenti deil Bifolc_hi e del Be1~to– ni. Diciamo subito che ci troviamo assai più d'accordo con quooti che con quegli, ~a poiohè abbiamo sull''a.rgomento delle idee più propria,.. mente nostre, e, specie da parte del Bifolchi, si è fatta allusione anche a- cose ita.liane CU'Ì IlOJ·. pure ci sia.mo· trovati mescolati forse ritorne-, remo su questa· que~tione· con un a!ticolo appo– sito in uno dei prossimi numeri. · · CATILINA. • _cc La tirawnide è tremen.da , s.ia essa cittadina- · o stra.niera; e per l'uomo del pòpolo il barbaro. è l'esattore, 1,l doganiRre, il gendarme, la spia,. anche .'Jenon !Veston l1ass_isaa1cstriacà n .. GIUSEPPE MAZZINI.,

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