Pensiero e Volontà - anno II - n. 2 - 16 gennaio 1925
/ 36 PENSIERO~ VOLONTA' .. capitalista che sfrutta l'operaio; dall'innamo– rato. che sfida_ i peri.coli per ~no. sgu·ardo della sua bella, al cacciatore che s'affatica per mon– ti e per valli, al valoroso che muore comba_t– ~endo, al ladro che uccide e derùba il v'iag– giatore, nòi ,scopriamo sempre, ,in:·ognuno un - unico lljlovente : l' egoism~ il vivo· desiderio dì appagare l'esigenza del proprio' io. la miseria. e ogni altro male ché ha afflitta,. -affligge e affliggerà l'upianità, pro.vengono in: teraménte da qu,e,sti d~e cattivi fratelli, dal– r azione di questi emissari deJ principio d 1 e- gois1no che 'règolano -le' 13orti degli uomini. E qtriest'aztone la bo,viamo come l'unica. e la sola. regolatrice dell'urnan~tà a tra.verso le dif– ferenti epoche del suo sviluppo cioè: l}antro– pofagia, la schiavitù, il servaggio e il s·ala- Qu,esta .esigenza, ques~o desiderio, abb,iamo un fine nobile o volgar,e, giusto o.d mg_iusto, pello o brutto, umano od inu.mano, non cesseranno pe1· questo dall}essere sempre l'imposizione del– l'w, non- cesseranno ,d'essere egoismo. Vi è un egoismo gretto, bestial,e, immondo, precisamente come vi è un amore, immondo, be– stia_Je, gretto (1). Col mutare dei tempi, dei luoghi, delle con– dizioni, della· ci viiltà, i bisogni cambiàno; ma qualunque essi siano è sempre l'esigenza del l'io che si es:()lica. Quest'esigenza può con,d-urc1 ad opprimere , è. sfrutta1;e il nostro simile, <,> guidarci a sacrificare la nostra stessa vita per l'emancipazione dell}umanità: in' ambedue i ca– si saremo degli egoisti. Carlo Pisacane dice•: « ,Io vedo l'uomo sotto mille aspetti cont1·additor1; èroe e codardo, benefico ,e .crudele-1 avaro e ge:neroso; ma qua– lunt}ue contradizione scompare all-orchè con– stato che tutte queste differenti azioni proven– gono da un~~ sola, e medesima causa, da unà .sola e medesima legge: la ricerca dell'utile, che, a seconda del caratter~ defl'individuo e de'i rapporti: che, costitui&eono -la societa nella qual.e egli vive muta di torma e d,i nome; chi •lo cerca nella· gloria, chi nell'ignorni,nia; gli tlni nel sacrifi.cio, gli altri nei beni mate– riali (2). Dunque il sentimento ·che ci -spinge. a preoc– cuparci inéeSsantemente del 'nostro io riman~ sempre il med,esimo·, mentre le dette esig-enze mutano continuament,e, segnando così la lunga scala del progres~o umano ,che e;se_ ste~e pro-· vocanci successivamente e di· C'Ui sono ·ora la causa ora l'effetto. I7egoismo è il generatore di due principi op– posti, ii padre di due figli che' da.lla, nascit[: in poi si· ~01.J.o sempre mossi guerra accanita: il principio di lottà ·•equello di sociabilità. Ques~i fratelli gemel~i, eguali di forza; govel'– nando il mondo in nome e nell'interesse del pa,dre loro, hanno spinto l'umanità alle lot~ più• tèrribill, di modo che le carneficine, gl'in- · ce,ndi, i sa~cheggi, le devastazioni, la servitù, (1) Herzen, De l'autre rive, V· II 1 ·. 194. · (2) Snggig sulla R'ivolùzio;ie, p. 8 •• . . riato. ' , ,. L'uomo, sotto• forma diversa, ·a seconda delle diverse epoche, non tende che a farsi lar.go fra i suoi simili, a procurarsi un posto il più am. pio possibile, ad assicurarsi l} esistenza e la,, maggior dose di benessere che gJi sia clato rag, _ giungere. Appena nato prende il suo posto nel– la. lotta generale: la lotta per }',esistenza. Nei tempi· pri.,niiti vi · dell'antropofagia, la lotta . si .svolg,eva in modo così semplice e primitivo da ·. non poterla. distinguere da quella che si svol ge nel regno animale. Oàntropofago andava egli stesso a ,caccia del suo simile,' per derubarlo o mangiarlo, nè più nè meno di quanto faceyano gli altri ani-· .· mali. ' Ora supponiamo. un istante che qùesto prin; ci_pio di lotta -ayesse raggiunto il suo ipassimo sviluppo,. supponiamo -che senza ,osta.c&li e cor– rettivi esso avesse percorso ·tutto il cammino che · poteva e doveva n.ecessaria,mente perçor~ . r.ere se fosse stato abbandonato a .sè stesso e che, in ·un'a parola, il ·nostro antro•pofago avesse fi– nito col ,distruggere compl~t~mente tutti gli altr1 esseri umani, che ne sarebbe risultato 7 . Che quest'uomo, rimasw so,lo ·e unico deil}a, , I ' sua s,pec-ie sulla terra a,vrebbe cessato di ,essere · un uomo e sarebbe divenuto un bruto. Non si può essere uomini se non vivendo · Ìlil · _mezzo al consorzio ;umano: Se si p onessé un uo. 'mo a ;vivere solo in mezzo a degli anima.li di- I , I • I ' • verebbe ben presto ,egli stèsso, nè più nè meno d}un animale. 1 · · ·vantropo,fago, çlunque 1 . era•· spinto dal prin– cipio 'di lotta alla' distruzione .di tu;tti gli altri · uomini, e dal ·p~incipio di sociabilità a deside-, rarne la conservazione~ sotto pena di èess~re d'essere un uomo egli stooso. ,,, Salta11do a piè pari dall',epocà preistorica a, quella m,oderna, :veniamo ai cap,itaijsti, questi antrol)o.fagi perfezjo,nati del presente sistema di pro· duzh:m.ei. Il càpitalista vive sfruttando· gli opera,i. P_iil le sue ma.cchine. assorbono forza e lavoJ?ò, più il suo ca,pitale cre~oe e prospera, piìi i la.;voratori suda~o, so-ffrono e muQiono al suo. servizio, :n,iù egli si arricchisce e gode. • I Gli opel·ai vivono ro'alissimÒ, amrrù.tla.no e
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