Pensiero e Volontà - anno II - n. 1 - 1 gennaio 1925

PENSIJ:ERO E VOLONTA' .5 Orepi l1astrologo ! ma perchè l'astrologo fini- ' sca p~r sempre di ~strologare con· spirito, pe&.<:\j-- deficienza di. braccia. I padroni delle terre per ragioni d'~nomia o d'insufficienza di ca– pitale risparmiano la mano d'opera; le masse_ contadine - attratte da più facili e sicuri sa-- , lari - emigrano, ientamente ma costantemen– te, verso le città. Perciò, salvo che nelle poche· zone che dànno forte reddito, il suolo italiano è mal lavorato n<;>n solo dal -punto di vista scienti.fico, ma anche da quello econo,.mico. La rivoluzione dovrà dare abbondanza di bracccia aJla terra e Ja terra darà abbondanza di pro- mista. bisogna creargli un sepolcro coperto da una pesante pietra. Ed in questo caso il sepol-· ero è la conquista dei cont-adini alla ca.usa ri– voluziona-ria. Quando l'ab1ss~ che divide i la,– voratori della terra dai lavoratori dell'offrcina ~arà colmato; quando i contadini avranno, co– scienza della loro missione nella civiltà; quan– do il loro amore per la terra non sarà egoismo e brama di proprietà, ma amore per la giusti– zia sociale; quando la loro mentalità non sarà _, più gretta e meschina, IJila. ·_spMierà per· i vasti odzzonti della solidarietà; allora la rivoluzio– ne non avrà più nulla da temere da essi. Al- . dotti. ·lora spontaneamen:te tutte le energie delle mas– se rurali si tenderanno nello sforzo sovrumano di produrre sempre di più ·e la rivoluzione avrà il ·su.opane. Ed il più angoscioso problema sarà superato .... E l'astrologo sarà ben morto. Altra-– via non c'è. Ed è per. questa rea1tà che noi, a oosto di ripeterci all'infinito, insistiamo ed in– sisteremo sempre sulla necessità · 1i estendere l'opera nostra di propagandisti negli ambienti · rurali per conquistare i contadini alla nostra ·causa. Opera delicata e difficile, ma che d~ve essere iniziata supito perchè ogni giorno che passa è un giorno perduto. Dai lavor'i i.nutili al lavoro agricolo E' difficile, se rion impossib'ile, standere un programma di tecnica agraria da adattarsi al– la rivoluzione. Innanzi tutto perchè Ja rivolu– zione non hà una' data, fissa; in secondo luogo perchè la scienza agrari~ ci of~re ogni giorno qualche nuovo elemento degno d'essei· preso in consi der azione. · · La rivoluzione potrà avv,enire fra due o fra vent'anni; potrà iniziarsi in primavera o in autunno; diventa pefojò un. assurdo il voler prootabilire una linea di co~dotta tecnica. Ma nel contempo, giacchè abbiamo studiato a fondo il problema dal lato sociale, è. dovere prospettarlo anche dal lato tecnièo~ Non per fare i sapienti' e proclamare la formula 'infal- , lihile ma per preparare le menti alla fami- • ' .r gli arità colla questione. Uno dei primi compiti della rivoluziop.e do– vrà esser quello di trasforma-re i lavoratori ad– detti alle industrie di lusso in lavoratori agri– coli. E' questo un compito sul quale si dovrà insistere perchè una delle cause per cui l'agri– coltura itaJiana. non si migliora' è appunto la .Non si creda che la trasformazione da, ope– raio ad agricoltoTe sia difficile od impossibile. Il lavoro agricolo è pesante, è vero, ma è sa– no ... · Questione' di allena.re e d'abituade i mu– scoli; questione di saper lo appr~zzare e valo– rizzaire. Innanzi tutto è un lavoro che, malgra– do le avversità '.che incontra - grandine, cat– tive sta,giom, malattie; ecc. - dà grandi sod– disfazioni; in secondo. luogo perchè è un la.;,o– ro chè, condotto con intelligenza e çonsapevo– lezza,, dà un senso· di serenità e di pace: un buon reagente contro l'eccesso di nevrastenia clie torn1enta la vita delle gr;ndi agglomera- zioni urbane. · Vi è. un'abitudine mentale abba.stanza diffu– sr1che tende a disprezzàr~ il lavoro deHa terra, considerandblo come un lavoro inferiore· e de– grad~nte, ed è as•sai frequente it caso di tro– vare dei lavoratori industriali che considerano i contadini come uomini appartenenti ad una • classe più bassa della loro. E' un paesamo - dicono -- un villano, un cafone ... Quasi· che il contaèlino possa avere defle re– sponsabilità per lo stato d'ig,noranza in cui venne tenuto fino ad oggi. Bisognerebbe com.– pi,ere un giro d'ispezione fra le scuole rurali d'Italia. e constata.re de v?:su in quali condizio– ni, cei;ti ma.estri, debbono svolgere la loro mis– sione educativa, o peggio ancora, bisognerebbe poter constatare che cosa i1!seg.I\ano,preti, mo– nache o sagresta.ni in ·certe scuole di scarso rendimento · - e. sono-·molte queste scuole - sperdute nellè valli alpine od appenniniche, nelle pianure della Campagna Romana o ma- gari a,.nche Lombarda; queHe scuole che il go– verno dell'èra nuova, per ragioni d'economia, ha creduto opportuno di p~sare. a certi ~ti priva.ti che invece dì· qualificare enti contro l'analfabetismo sarebbe più rispondente a vo– rità qualificare enti per la. ·coltura . intensiva . del cretinismo. ' In città vi sono semole diurne, ser~li e festi– ve; vi sono univer.sita popolari, circoli d'istru– izone, biblioteche; in campagna non c'è. che la ,.

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