Pensiero e Volontà - anno I - n. 23 - 1 dicembre 1924
PENSIE,RO E VOL·ONTA 9 forrz.a magg.iooe, non è l 'oz,iò oooasionale, for– tuito, eicceiz.ioinale che 1 ,ci .preoccupa. I/uomo ha i ~suoi difetti; ed anche da ,q11ie,sto ri.?tretto punto di vista de,l suo dovere di lavm!are ogni uon1:o,può qualche volta, mancar:e. Pooso:qo es– servi e.asi di «delinquenza,» v,eira e pro,pria, ma. che pe.r e.sse,re .isolatii ,e sç.atriS.i non valgo,-· no la pena ,che ta socie1tà ,oi •rcostan.te pI"enda misure apposi~e a loro rr1guardo, in -quanto ciò :r'lic}1iied.er.eibbe uno sforzo, maggiore del danno apporla,to dal singolo deHnque 1 nte od oz.io, so,. P.ea· gli ,errori, mancanze od anche colpei, che pe,r ,e,&se,re poco num,erose o poico gravi non 1edono la siie.u;re,zz,a a1t~, 1sarà ,t'Jempre una sufficielllte r,e,mOirao punizione· (se di pu– nizione è p'Llmeil caso di parlaire) quella ehe ntfaJatie,sta de.finiva;« la ,coia,2.iorn,e morale del- 1 'opinioine. publhlica ». Queista è ragioinervol– mente prerv:edùlbile che ,e,serrtcite,ràuna assai m.a,ggiorr:e ,effic,acia, all'indorrnani dlehla rivolu– zione, aipipunto, peric,hè questa sarà stata fatta c'°ntro1 gli sfruttatori, vale, a dir-e anche. ,contro gli oiziiosi ohe1·vivono de,l lavoir.o altrui. ira, noin ,è aff a,tto da ,eiscl.uden."'sci. che- possa– no- a,sse,rvi individui scaT1samentei sen . ;i9rbili, cu~ la condanna dell'opinione piUJbiblicaRia del tutto o qua,si indif.fe, r;ente•, ,ei a malgr:ido di questa prefe•risc1atI10 la vita oziosa a quella del lavoro: ,e 9he 1 ,oos.to !I'opossano e,sseT-e, o minac- cia,r di divenire:;, oo sa · nu.rnerosi, da 001Stituire hn pericolo per la ,socieit,à e peQ' i suoi' ~:ompo– nenti: Alloira,, indu;blbiament-e., sorgerà per la sO 'cie.tà anairchic,a-comunista, va1e a dire per la, gein,e,ralità cleii suoi componenti, la ne -ce,ssità, di difend-e1rsi ,con tanto maggiore ener– gia., in •quanto, l'oizio costituirelblbe vn· pericolo «sociale» ,eiquiva1ente ai tenta.tiv.i di rit<Yrno 13.J. vecchii0- r:e,gime di sfriuttam,ento. Co~oro ,che in una società li·bera., basata sul– la solidarietà, pr.ertenéLeissero di v:iver.e senza lavorrur:e .e, ,cioè sfruttando il lavoro altrui, sa– rehherro portati ine.vita1biilmente. ad impmre cÒn la forza, 1e proprie pretese, e quind.i a ri– co,stiiJtùire: un r-e•gime, di prepotenz1a a p1·oprio Yanta,ggio. Sa.reb!beiro essi, in sostan:ija, dei controrivoluzionari, pe,r èLifend€1l"Si dai qua.il occoll'rerà pr.ende,r,e tutte le mis'lu·e indi.spen- srnbili. * * * Quali pot.reiblbe.roe,sse,r.e ·queste mrisuI"e li. d_i · fesa somale, contro l'ozio? Esse -possono essere di duie -specie, l'una -n€cessari.a quanto l' aJtra: la prima pre.v 1 en&i– va e la seconda repressiva. lLa pcima consiste nell'or.ga.niz.z,are il· r1egime di produzione e di.. distrilbruzione in modoi da togliere tutti gl'in oentivi · estex-iori all'ozio, e da l'lendere r '.:'!.' q-uanto · è. possibi1e· gir.adito1 il lavoro,. oopr!:lit;u;– to elevahdolo1 moralmente e facendo matenal. - mente sentir.e a tutti com ',esso •sia ·in diretto rapporto col• heneis:sere di oi.asmmo. Di ,oiò ~i è già pa'l~lato. Inoltr,e bisogna· ,eJ.imin~re· per quanto è poissibiLe le ragioni di contrasto c>be potrebbero eS'seire p;rete.sto a sottrarisi c:.i.l com. pimento d,el propr.io dovere. Bisogna sopratiutto tener presente -~be una delle ragioni per cui si lavora mal v:olentio21d e ,si 'può preferiré l'oz,ìo, è la manÒanz,a di li- , bertà, l'essere costre,tti ,ed ac-cetta,rie u~ siste– ma di~ lavioro ingiusto o creduto tale. Il ri1i– gliore dei sistemi diventa, peissimo, se impo– st-o pea:-fo;rza o contro volontà. Quindi pf·.c ~li– teJ?-e!r'e da tutti, anche dalle più piccole, mino– ranze, il concorso vo1antario alla produz1') 1 .1e ed alla conservazione dehlia vita sociq.le , t.11- sogna lasciai:e che i ~ruppi ,singoli scelga~J essi~ stessi il proprio modo di contribiuzi-Jnie attiva, sa,lvio,ed aiccordar-si con ,er&.si per mettJ– re i loro ,sist,emi d-i lavoro in raipj)orto con t,ut - ti gli altri, in vista dei bioogni g,ene.rali. Quando, malgrado tutte le mism-:e preven– tive sugge 1ri te dall 'e:sperienz a e dalla ,buona volontà di ,ac001rdo, vi fossero lo s:t8lSSO di quel– li ohe pretendessero vivieire ,sfruttando il la1vo– ro dci propri simili ~ ,s.e,nzanulla produr!··e ;=>.s– &i I stessii, gli uomini-lavoratori dl~cid,erauno nelle. loQ"OaS§·Bimlble,etd organizz.azioni sr: 1 le misure repr,e,ssiv,e da prenderei: - fle,pressiYe, intendri.amooi, non nel .senso punitivo e coer– citivo che si dà oggi alla parola, sibbene sole, nel senso dri.fe1I1sivo, d'una difeisa legittima contro l'ozio che metta gli oz.iosi nella in1pos, sibilità di nnooere. La. prima misura, seoond;o m,e,, la p-i~ a.cco– modanbei, sareibibe quella cli dire aigli oziosi: « Noi non vogliamo mantenervi nell'ozio col nostro lavoro. Che intende-te di fare? S.e non Yolete, la vbQ"ar~in societ·i:t con gli altri, 19. vora te da soli; e vi daremo all'inizio le materie prime ed i m 1 e.zzi e strum..enti di lavoro nec.~. sari, la teir-ra, ecc. Ma ·la.:vorat~ ! poi ,o'inten d~1~0, per Bcambia,re i prodotti del vosr,ro lavoro coin quelli dèl nostro. Trovate altri che siano d'accordo COill voi, .e,d organiz.zatevi pu.– re a, parte ,con ,essi. Noi non .;ficcb.er8\Illo il n:t: so nelle ,oose v.ost1r.e;ma, a partire da 'ttn c0rco momento, non vi dair,emo più nulla dei no~tri prodotti se non in .cambio di ·a1.tm , clie voi eol– tiYerete o 'falhbricherete a modo vostro. » • I - .
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