Pensiero e Volontà - anno I - n. 21 - 1 novembre 1924

. .. 12 PENSIERO E VOLONTA ca il cinquanta per cento di q1;.~lla dell'ante– guerra, dopQ un primo periodo in cui esse era soosa a percentuali bassisime. _Sta per noi in questa 1 stessa constatazione la prova. più lam– pante del fallimento più completo dei metodj autoritari dei comunisti russi, pure tenuto conto delle difficoltà in cui si sono trovati per la guerra civile e per la tentata invasione dall'.esterno. Uria rivoluziqne sociale che dopo cinque anni non riesce a dare a tutta la popo– lazione un tenore di, vita migliore di .quello di cui essa prima godeva, ha mancato comp,le– tamente a,l suo ·scopo. Potrà da essa sorgere una nuova classa dirigente magari più in– telligente di quella spodestata,, ma il regime di privilegi 0 sopravvive e forse in forme an– cora più dure. ~ stati animati da una stessa chiara v1s1one del- le necessità dell'ora, da un programma presta– bilto in poche linee chiare e precise, certamen– te in brvissimo tempo il movimento anarchico avrebbe messo tali profonde radici in mezzo alla popolazione che non sarebbe stato facile st1 oncarlo. Con questa nO'Stra critica alla man– cata influenza anarchica nella rivoluzione rus– sa noi non vogliamo certo creare un alibi alla opera ne fa.sta dei bolsoevichi che- continua per noi ad essere indirizzata verso uno scopo del tutto opposto a quello che pure essi predica– no essere il loro, la costituzione cioè di una so– cietà oonza privilegi nè economici nè politici che dia il massimo benessere a tutti i cittadin1. F~ chiamiamo a.ppunto. fallimento della rivolu– zione bolscevica il fatto oramai evidente dì • lVlolto istruttiva deve essere per noi lo stU:- dio dell'opera degli anarchici nella rivoluzione russa. Dalle notizie pervenuteci anche diretta- 1nente da con1pagni che personalmente hanno partecipato al movi1nento russo riteniamo di· potere stabilire che -se l'opera degli anarchici è stata efficacissima nella lo,tta per la, insurre. zione, è. completan1ente mancato il loro concor– so, secondo m·etodi loro peculiari, alla. ricostruJ zione _della produzi~ne. La loro opera è stata solo negativa e distruttiva del vecchio regime; noi non siamo in grado oggi di stabilire se in essi non era una chiara visione delle cose, o non la capacità di fare o se non ne hanno avu– to la forza, certo si è che nessuna influenza h~nno. saputo o potuto esercitare _sulla ~tga– n1zzaz1one della nuova vita. La loro posizio– ne esclusivamente critica li ha portati ad es– sere eliminati completamente dal' campo rico– struttivo della rivoluzione. . avere nell~ realtà mancato completamente alle premesse teoriche con le quali si sono lan– ciati nella lotta. Nòi crediamo appunto che a questa loro inat– . tività pratica ricostruttivà sia dovuto il ·fatto : _de] m8,ncatu consenso in larghi· strati popola,- . r;, il lor-o isolan1ento che ha permesso ai bol- , se;evjchi_ di facilmente sbarazzarsi degli unici possibili temibili concorrenti nello , sviluppo della' rvo,luzione. · Ma se ogni- anarchico fosse div.éntato come il fulcro animatore di _un gruppo sia pur p1c- . colo. di pPrsone del suo ambiente di vita e di lavor~, nella fabbrica, nella casa nel rion:e.· ' '. nella cittadina, ·nel villaggio, nella campagn·a, nella sua industria 'o professione, se avesse da– to con la sua stessa opera un esempio pratico .. di la,voro secondo puove forme organizzative; e di lavoro indirizzato ad ottenere il mass-imo della. produzione utile in -quel dato momento, se tutti questi sforzi singoli e. collettivi fossero * * * In un articolo•· (1) riprodotto su Pede il com- pagno Voline, che alla rivoluzione russa ha pal'tecipato, viene a delle conclusioni che sem• brano opposte alle nostre. Ma ci pare che le ragioni stesse da lui a.ddotte confermino· i no– stri rilievi più che smentirli. Nella azione de- ·gli anarchici in Russia, ne-I periodo della rivo- 1 uzione in cui essi godevano di libertà non so . ' - ~o _d1parola, ma a°:che di azione, libeli'tà che 1n un ce.rto periodo di tempo deve essere stata assoluta, completa; noi non vediamo alcun ac– cenno a lavoro pratico ri~ostruttivo; si parla di conferenze, di letture, cli discussioni, si par– la di idee, e d1 idee, di appello alla vera auto– azione delle masse. E si laméNta che le màs~e siano state del tutto rafrattarie~ che ·questa.· se- · minagione non abbia dato alcun germoglio.,· che gli anarchici p-ochi e disorganizzati, siano rimasti de1 tutto isolati.. · Ed è appunto a ·questo fatto che noi voglia·– mo cerca.re rimedio:. Se ammettiamo che fino a·} momento della rivoluzione non potremo mai essere che picco1a · minoranza, e se siamo ri– voluzionari appunto per qa.esto~ com.e ma>i· possiamo illuderci che domani improvvisa– mente, · 1 .e mase apr;ano di colpo le· orecchie a _ quella propaganda nostra, a quella co~npren-. · sion~ delle ·nostre idee, all~ Quale fino a·d· og– gj s-ono state sorde,? Non c'è che l''ése1upio pra: tic.o ehe possa- trascinarli. Ed in tutte le· cose· . ' / (1) Vo1ine, « Gli anarchici e la rivoluzione n~ss~ » in Fede, n. 44, anno II.

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