Pensiero e Volontà - anno I - n. 20 - 15 ottobre 1924
' I •. .. ' .. I • " I ; I 16 PÈNSIERO E voi.ONTA derazione del Lavoro e<l esponente di una Fe– derazione di mestiere delle piL.1 importanti, parlando in un congresso sindacale, 1,ropone,. va e faceva accettare un ordine del giorno ÌI\ cui era incluso il. principio che « il Sindaicato; che per la sua natura, stessa è chiamato a di– fendere gli interessi immediati dei suoi ade– renti; non può estraniarsi dalla vita reale q,uali1,nq,11,e sia il aoverno che dirige la politica del paese, col (Juale deve a1,ere i necessari -con, .. tatt,i indive.ndentemente oollo sufJ, compos'i– zione e dal colore P1'r:,va.lente nel suo seno/ e tanto .meno lo potrebbe un'organizzazione ,che per gli obblighi sp.ettanti a un s.ervizio pubblico non può valersi, come mezzo norma,. le di lotta, dello scioperop. (1) Si pensi bene al significato che a.ssumono ta– li affermazioni proprio in questo momento, in ,cui respingono ogni contatto col governo, per una pregiudiziale· superiore di· carattere morale e politico, non soltanto tutti i depu- · . tati socialisti (compr.eso il presentatqre del- 1'ordine del gior~o) ma perfino dei deputati conservatori, clericali e monarchici ! Forse eh~ vi sono interessi im1nediati sull 'alta.re del quali il proletariato organizz·ato debba sa.cri– iic~re la sua dignità e mancare al suo doverl!J morale - il dovere di sacrificare gli interes- ' si materiali del momento ad un principio su• • J • periore di giustizia,· ad un sentimento incoer- cibile dì prof.onda umanità~ Ah!· le povere donne di Molinella, quante, maggiore hanno il sentimento del dovere e della dignità di classe ! * * * L' orgomento speciale, se trattato, ci por- terebbe troppo lontano. Noi abbi'amo voluto sen1phce1nente accennal'e. ad un piccolo fatto, che indi~a il persistere di una mentalità senta luoe, che neppure la ·guerra ed il fascismo ~ono riusciti a correggere. ,Se tale nientolità persi, stsse e- si generalizzasse di nuovo, se_essa do– vesse j:irevalere in avvenire, una vera · u1:i,ità proletaria sarebbe davver-o destinat'a a r1ma– nere sempr-e un'utopia. Ris-oluzioni ,ed atti del genere sopra accen, 'n.ato feriscono, del rès.to, talmente la s~nsibi– , · lità. politiica ed il sentimento morale•• di ~ron, partè del proletariato, fors.e della .sua· grande (1) Vedi Battaglie Sinrlacali. di Milanb, u. 39 _del 25 setter,n:-, • bre 192J. Q'1est.'ordine del giorno era stato approvato un anno prim~, in un congresso' o. Rema;, ed ora è st,EJ,1iO ricòr;1- fe1 •mn.to . Le- nostre osservazioni poteva,no avere ·lo stesso v1:1.– lore anche un anno fa,• ma la ·riconferma dopo l'assassinio · di Ma+,teotti rende anche ~ii1 stridente la s'11ainoo·eren-za. I , maggioranza, da minacciar, di speziare quella stesso unità spirituàle che si è fonnata at:1to. maticamènte sotto il f1:1,oco t!amibu.reggiante ' della violenza nemica. Gli ana,,rchici, in quan- ,.. to operai e soci della organizzazione, non pos– sono non reagire contro tendenze ,così nefaste, quolunque sia il posto che occupano e l'in– fluenza che esercitan·o, con la libera e civil,e arma della critica, della discuss·ione e della ' propaganda. Noi auguriaJDo che il Uongresso che s_i a~u– nerà o novembre non ·segua queste tendenze. Non pretendiamo, naturalmente, pur deside– randolo, che vi prevalgano le noste idee e me– todi;; sappiamo bene che questi non hannl; ancora fatta tanta strada, in un .o~ganismo di tradizioni così riformiste, da trasfòrmar le, così radicalmente. Comprendiamo anche 1~ necessità, e per mo.ntenere unito il ·maggior numero e offrire meno il fianco ai colpi avver– sari, che si evit~no atteggiamento tropo aspri, tendenze troppo spicca.te . Ma non c'è alc~n bi– sogno d1 andare oltre il limite, passato il quale si negherebbe la ragion d'essere de1l'organiz– zazione. Bisogna ,cioè salvare di questa almeno 1 l'indip~ndenza più assoh~ta e la .dignità. - l prinoipii collaborazionisti, le idee · sugli scioperi nei pubblici servizi e sui ra.pporti con lo Stato, enunciati dai dirig.enti della Confe– derazione noi non li accetteremmo neppure in ten1pi nòrn1ali è li çombatteremm-0; Irl;a oggi non è questi,one di riformismo, o rivoluziona– rismo, o che a'ltr"o. Sentia;mo che se anche non fos!:!imo anarchici, quaJq.nque idea avessimo (purchè non fascista), oggi sosterremmo che . una organ,izzazione ·di classe .non può avere col governo attuale contatti di nessun genere. Se non ha la forza o possibilità o voglia di assu– mere ,un atteggiam~nto combattivo, pazielnza ! l\!Ia almeno si astènga dall'assumerne uno che significhi transig,ere o vénire a patti, che im- plichi una stima qualsiasi pe·r ristituto con cui si viene a contatto o con gli pomi~i che l_o rappresentano. , V'è -ancora una volta, il pericolo ,che al Con- ' '· ' gresso della Confederazione si faccia strada la stupida idea che si possà am1nansire i.I :rì~mico transigendo, mostran.dosi disposti a, ignora.re o _ passar sopra alla questione morale ch'è alla, : base della lotta contro ii regime attua're 1 Cre– diamo di np, Ma è ben~ che si sappia, ed i compagni ,che sono nelle organizzazioni lo fac~ cjano sape.re nelle riunioni, nei comitati, nel Congre~so stesso, _se ve ne, saranno, la nostra ostilità irreducibile _a qualsias_i transazione od ' I
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