Pensiero e Volontà - anno I - n. 19 - 1 ottobre 1924

• PENSI.IDRO E VOLONTA l'i delle abitudini perverse; un uomo che vuol servire Dio pei· mezzo della verità e che cade ogni istante nell'errore. << Appena si vuol vede;e in me colui che non si può inga.nnàt·e, tutti i miei erro,ri a.ppaiono cmne u.na 1nenzogna e una ipocrisia. ·Se invece si de0idessero a giudicarmi un uomo debole, le divergenze tra le mie parole ed i miei atti sa- · rebbero pre~e per un segno· di debole,zza e non per 1nenzogne e ipocrisie. Ap,pairirò ciò che in realtà sono: una cattva. natura che aspira oon tutte Le forze a diventar buona ». Potremmo lasciarlo in _pace. Invece è ne– cessa,rio levargli davanti i paraventi. Appun– to perchè non è un .Santo, ma un u_omo. Uno scrittore, anc}le lui, che ha .definito la let– teratura una _ deg.en :e-razione. Era buono, Leone To1stoi. :Ma aveva la passione dell'amore per il prossimo-, più che an1ore per il p.rossìmo. J <e Ho provatq talvolta, assai di rado, la fe– licità di farne ( del bene ) involonta.riamente, per caso, pe·r un semplice impulso di cuo.re . lVIa tutto si dissecca:, si indurisce, si ritraie-, e io nòn ci posso nu_lla » Tolstoi ha an1ato il P?-· polo disinteressatamente~ No. Il popolo era il -coro che_riempiva il vuoto, della soona, dopo che la Scienza e la Fede se ne era.no andate. Il mugik sostituiva/ I-e sfingi, ed era più vicino e concreto di un Dio lontano e _nebuloso. « Io perdei di buon'ora la fede. Un tempo, come tutti, son vissuto della vita; ho fatto del– la letteratura, insegnando, come gli altri, ciò che non sapevo. Poi °la !Sfinge, ogni di pilÌ, crudele, si è mèssa a perseguitarmi: - ·o mi spieghi o ti divoro. La. scienza, u_mana non mj ha spi,egato nulla: a.Ha mia perpetua dimam– da, la sola importante: - Perchè vivo l -- la &cienza rispondeva coll'impararmi oose a me inutili. Con essa non reitava che unirsi ai coro de' savi, Salomone, Socrate, Sakia Munì, Schopenhauer, e ripetere dopo loro: - La Yita è un male. assµrdo. - Volevo uccidermi. Alla fine mi venne in mente di veder vjver·e l'immensa maggioranza degli uomini, degH uomini che non si a.bbandonano come noi, se– dicenti classi superiori, alle speculazioni del pensièro, ma lavorano e so.ffrono, pur tran– quilli e rassegna.ti a.Ilo scopo delle vita: com– presi che bisogna vivere come questa molti– ljudine, rientrar nella suà. semplice fede. Ma I~ mia ragione n9n poteva adagiarsi sul cor– rotto insegnamento che la chiesa divulga ai semplici: e mi ·po~i a studiar più da vicino tale insegnamento, a distingue-~e la supeirsti. zione dalla verità ».... « Io mi ravvicinat.i. al- lora a' credenti sorti dal popolo, alla gente incolta, a' pellegrini, agli e.remiti, agli sci– smatici, a' campagnuoli, e venni sempre più pe,rsu_adendomi che la vera fede era in essi,_ in ar;rnonia .della loro vita, che così si spiega– va ». Io li amavo, e com,e meglio conoscevo. la. loro vita piena di pacifica deyozioqe, men sentivo il pe_so della mia ... Avv~nne in me un cambiamento: la vita degli ~o-mini del mio grado, della gente ricca, de' sapienti, mi p.ar– ve intQllerabile; m_i sembrò un passatempo la nostra scienza, I.e azioni, le ricerche, tutto ». Il mugik è per To,ls,toi- quello che i boschi èrano per il Rousseau. Egli trova ·in loro un conforto, ~ si avvicina a loro per semplificarsi. Sono per lui un m~zzo- più un fine. Anche Gorki è, per lui, un mugìk. « Il suo inter,esse verso di me è un interesse etnografi– co. Sono ·ai suoi occhi uri esemplare ~:lella raz za poco conosciuta da lui, e basta ». Per 'fol– stoi il mugik non è un tipo da elevare; è un tipo da imitare: un archetipo. Egli si van• tava di essere mugik. Come poteva amare il mugik di vero amore 1 Il suo amore è un po'· crudele. Ama il mugik perchè dice i proverbi saggi che non gli insegnano a. .vivere perchè è seniplice nella sua ·primitività, che è selvag– gia miseria. 18i chini sotto il solleone a fal– ciare per lunghe ore, purchè sia sin1iLe ·a Dio t Sia sfruttato dai padroni, bastoni la mo~ glj.e, sia s~erz,ato dal cosacco, si alcÒÒlizzi, emi. gri, impazz,i~ca, 'inu.oia di fame, purcpè ri– manga mugik ! Tolstoi (ha ragione Gorki) è simile a un Dio. EgU è• forte, ha la fronte ir– raggiata- dal genio. Gli uo.mini gli sembrano formiche, _moscerini. Piccoli esseri, che egli ama. Per pietit che è più compassione cQe a-1nore. Non è quando, al passaggio di una lep-re, Tolstoi si impenna, ed emette un grido· d'at– tacco, che noi lo giudichiamo. E' il vecchio. cacciatore che salta fuori dallo scrittore di « Piaceri crudeli n.. Quando, scorgendo in-. lontananza due coràz.zier-i, comincià col criti– carli, dioond-oli animali animaestrati col ba· sto'ne e passando loro ··vicino, li accarezza con lo sguardo, e ·si entusia~ma-, . perchè sembrano dei 1·0111,aniantichi, ~ l 'uffici.al- e dei cosac:ch1 che salta fuori nell'antimilitarista. E· noi non lo giudichiamo. Mà qùando ·To1stoi• pian– ge al sentir narrare una storiella buffa sol~.. perchè _il p,rotagonista è un uomo buono, e _la– scia un'ubriaca dibatters1 .nel fango, perchè è. ributtante, noi diciamo: « ·Tolstoi è. scritto- ·. re ». E ci comprendiamo. . Lo scrittore è, sempre, un romantico. E il .. ,,

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