Pensiero e Volontà - anno I - n. 19 - 1 ottobre 1924

I , . ( PEry"SIEHO E VOLONTA 15. sociazione; non :federalis1no repubblicano,. ma federalismo libertario. Ma di ciò ne parleremo in altro articolo. Le idee sociali di Giuseppe Rerra.ii sono espresse in parecchi capitoli della seconda parte dell~ sua opera, cc Filosofia della. Rivo– J'uzione » .. In questi capitoli tratta diversi pro~ blemi, e p,arla.ndo dell'eredità dioe che cc ••• è la vera fonte dell'ineg'ua,glianza, perchè ge– ne1·a il ricco di na.scita, r,he è condannato ad esser· malefico. L'eredità· gli dà 1in capitale pri– mitivo e il capitale gli concede wn'educazione privilegiata, lo rende abile d'un tratto ai primi uffici della società, a.i più alti magistrati/ gli dà in mano il gove1·no, gli eserciti, la diploma– zia, e il disprezzo pel ditferedato si .trasforma ÌT., signoria... L'eredità è dunque un tesoro in cui la rivoluz-ione deve rnetter mano per allie– viare la p1.1,bblicamiseria ». E pairlando della rend~ta dice che cc il male non sta nell'interes– se del denaro o neil' a.ffitto delle; terre o delle case, ma nel vivere. di rendita, nel vivere d' o– zio e di frivolezza... La rttissione della rivolu– zione non è di cornbattere direttamente t'in~e- - resse del denaro. o l' a/fitto dei campi e del!e ~a.se ,.ma bensi combattere élirettamente l'ine– gua.glianza prirnitiva dei beni, il riparto at- . tua.le delle fortitne sociali, la distribuzione vi- gente delle ricchezze »·. ,,. Giuseppe Ferrari .non attacca, come Erou– dhon il principio di. proprietà e non dioo che là p;op:rietà privata deve diventare proprietà sociale, pur tuttavia :rode il diritto consa~rato dicendo che cc il vero· problema sociale non cade sul principio di proprietà, ma sui limiti suoi, i quali. si determinano come tutti i· diritti e cioè colla mi.r;wradell'ut1.~lesancita dal sentimento n. Volgarizzando la coincezione f~:rraria~a si può dire che il diritto di proprietà cessa laddove nuoce all'interesse generale e sociale. *** E~posto per sommi capi il contenuto politico- sociale da.Il' idea federalista professata da Car-. lo Cattaneo e da Giuseppe Ferrari, non è ma– le accennare alle conseguenze che l'ordina mento sta,tale accentrato- ha portato nella vita naziona.le italiana. Innanzi tutti. nessuna garanzia di libertà perchè la forza -armata è nell~ mani del pote,re. Ha scritto Carlo Oatt~neo: cc Urrianazione' che me.tte quattroce1vtoniila gladiatori ad arb~trj 1 ) d'uno o di pochi, sarà sem,pre serva degli al-– t'l'ui. voleri. E le stesse -}orme di libertà diver– ran,no occasioni di eorruttela: La Francia, si . chiami 1·ep11,bblioao 1·egno nulla monta, ·è com posta di ottantasei 1nonarchie · che hanno un unico re a Parigi. Si chiami Luigi Filippo a Cavaignac, regni quattro anni o venti, de~ba scadere ·per dec1·eto legge o per tedio di povo– lo~ poco · irn,rporta : è sernpre l' UOrfJJO che h'a, il, · telegrafo e quattrocentomila sch~avi armati )>, In secondo luogo lo ,Stato accentrato n_on. concede alcuna autonomia r,egi_onale e con1i1- na.Ie. Lo Stato-po-litico diventa Stato-ammini– strativo e· dal centro controlla la provincia, te– nendo i romuni sotto la propria tutela. Si com– ·prende che· qu~sto· severo controllo stataLe è fa negazione d'ogni libertà politica ed a1nmini– strativa dei comuni e delle provincìe. · Nel campo della economia. nazi.onal:e lo Stato. ' accentrato rappresenta jl sacrificio della vita rurale a favore della vita urbana; è l'agri.col- . tura .che viene impov.erita a profitto della.. grande industria e deH'alta banca; è l'impo– t·enza nazionale .di fronte ai più urgenti pro– blen1i delle: 1nasse rurali e· cìoè: redenzione de! latifondo, risoluzioni delle crisi ag1·icole (v:iti- · ~ultura- e grano) pro.blemi meridionali (strade- · ed irrigazione); è infine la burocra·zia che pe- sa sÙÌ lavoro con tutte le conseguenze di cor– ruzione, di sperpero, di pesi fiscali sproporzio– nati alla, potenza dei pr.oduttori. • Nel ca1ppo della vita moraJ.e, lo Stato ac~– centrato :favorisce iJ formarsj ed il persiste-. 'r.e nelle masse dei cittadini. di una.pigra men~ ' . ' ' talità; è il cittaaino che aspetta -tutto dallo Stato; è Jo Stato che div,enta il biwn padre· .che provvede a tu tt9 : al ·bene ,ed al male;· II- -cittadino perde ogni spirito d'audacia è d'ini-– ziativa. e di fronte alle crisi nazionali non .q,gi– sce di m;Jto proprio, ma aspetta i p1,·ovvedimen– tj. dello Stato. Questa pigra mentalità rende– il cittadino servo del potere, suddito rasse– gnato che accetta sempre, individuo mans.ue -– to di ·null'a1tro, preoccupa.to che del _proprio– beriessere personale, desideroso sempre dj vive– re in. armonia ed 1n servitù di chi sta in alto. per ·aver fa:vori, benefici e facilitazioni spe-: - . ciali. Lo Stato, i~oltre, è. figlio non· -degenere del. prjncipio d~autorità, :,e .più l'autorità è forte,. più lo Stato è accentrato. -PeTciò tende ad -e– ;pandersi; sconfina. ·dalla po~i~ica per entrare: . nel campo dell'amn1ini~trazione ;_non I?ago an– cora entra nel campo del lavoro e s'ac.cap~r- ' ·1 n1, i servizi pubblici. Ovunque a rrìv~ porta I·· peso della propria .burocra1Zia; .la malattia .del– lo sper_pero: il veleno del nepbtis1n~, del :f~vo: ritisino, della co:rruzione, porta l'elefantiasi. della sua pesante struttura . .,, I < I . '

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