Pensiero e Volontà - anno I - n. 19 - 1 ottobre 1924

•. • 12 PENSIERO E VOLONTA -------------,--------------------------------,----··---..,.....,,.; rivoluzionarii, che ha origine dalla rettorica ,e dalle f alsificaziori.i storiche degli apologisti della Grande ;Rivoluziione ·.francese e che è stato rinvigorito in questi ultimi anni dalla propaganda dei_ bolsoovichi. Ma la verità e proprio l'opposto : il terrore è sempre sta.to stru1nento di tirannia. In Francia servì alla bieca t1rannia di Robespierre e spianò la via a Napoleone ed alla susseguente reazione. In Russia ha perseguitato ed ucciso anarchici ~ socialis,ti, · ha massacrato operai e contadini ribelli, ed ha stroncato insomma lo slancio di una riv,oluz,ion,e che poteva ~avvero aprire al– la civiltà un'era novella. Coloro che credono nella efficacia rivoluzio– naria, liber·atrice,' deUa r,epressione e d,ella ferocia hanrio la stessa mentalità arretrata dei giuristi, i quali credono che si possa évitare il delitto e mo·ra.lizzare il n1ondo pér mezzo di pene severe. Il terrore, come la guerra, risveglia i sen– tin1enti' at·avici belluini ancora mal coperti da una vernice di civiltà, e· porta ai primi posti gli elementi peggiori che sono nella _popola– zione.· E piuttosto che servire a difender.e la rivoluzione serve a discreditàrla, a renderla odiosa aUe 1nasse e, dopo un period·o di lo-tte feroci, mette capo neoossaria1nente a quello che oggi chia ..m,er,eb_bero « normallzzazione », cioè alla legalizzazione e perpetuazione della tiran– nia. Vinca una parte o l'altra, si arriva, ·sem– pre alla costituzione di un governo forte, il quale assicura agli uni la pace a spese della libertà ed agli altri il dominio s,enza troppi pericoli. So bene che gli anarchici terroristi (quei pochi che vi sono) respingono ogni terrore or– ganizzato, fatto per .ordine di un governo da agenti pr.ezzo]ati, e vorrebbero che fosse la massa che dire•ttamente mettesse a morte i ·suoi nemici. Ma questo non far,ebbe che peggiorare la situazione. Il t.errore può piacere ai .fana– tici, rna .conviene sopratutto ai veri malvagi avidi di denaro e di· sangue. E non bisogna idealizzare la rnass,a e figurarsela tutta com~ po~ta di uomini semplici, che possono· bensì commettere degli ecçes-si,·ma sÒno sempre a~i– mati da buone intenzioni. · I birri ed i fascisti se.rvono i borghssi, ma escono dal seno della massà! Il fas.cis.mo ha accolto molti · delinquenti ~ così ha; fino ad un certo punto., purificato pre– ventivam,ente l'ambiente· in cui si svolgerà 1~ rivoluzione;. ma· non bisogna credere che tutti 1 Dumini e tutti i .Cesarino Rossi sieno fa- scisti. Vi sono di quelli che pe·r una ra.g1one qualsia~i. non han voluto o non han potuto diventare fascisti; ma sono disposti a far6 in nome della· << rivoluzione » quello che i fascisti fanno in nome della « patria ». E d'altronde, come gli scherani di tutti i r~gimi so.no stati sempre pronti a mettersi al servizio dei nuovi regimi. e, diventarne. i più zelanti , strumenti, così i fascisti di oggi si affrette– ranno domani a dichia.rarsi ana.rchici, o oo– rn.unisti o ·quel che si voglia,- pur di continuare a fare i prepotenti e sfog.are i loro istinti n1al– vagi. E se nol potranno nei loro paesi· perchè conosciuti e co:µ1promessi, andranno a fa.re i rivoluzionari altrov·e e. cercheranno di em-e,r– g,ere mostra.Iidosi più violenti, più « ene,rgici » degli altI·i e trattando da moderati, d~ codi– ni, da -i, po~pieri », da contro-rivoluziona,tii · quelli che la riv.oluzione concepiscono cm.ne un.a grande opera di b01I1tàe di amore. Certa.mente Ìa, rivoluzione va ·difesa e svi– luppata con logica inesorabile; ma non si de– ve e non si può difende,r la con mezzi che co,Tu– tradiscono ai ~uoi fini. Il grande mezZJ<? di difesa della rivo1uzione resta sen1pre quello di togliere ai b,orghesi i mezzi econo1nici del dominio, di' armar•e tutti (fino a quando non si possa indurre tutti à gettare le armi come giocattoli inutili e pcri– col,osi) e di inte,ressa,re alla vittoria tutta ~a grande massa della popolazione. 18~ p,er vinoe,re ·.si dovesse ele,var,e la forca nelle piazze, io preferirei perde,re. ERRICO lVIALATESTA. I LIBRI P. AROE 1 NTINA: Le Dottrine Solidariste Edi– z.Jone S. T.. E. B. - Bari, prezzo L. 15 .. . In q1;1~s~o bbro l' A: ill1:1stra le _principali af– fennaz1on1 della sohdarie,ta nell.e correnti dì pensier,o, del .sec. XVIII ,e dJella prima metà del XTX. La preparazione .è. evidentemente ampia eJ a_ccura~a, sì ~he que~to libro può essere un l?~·ez1osoa11:1to-p~r C?-i vogli~· inquadrare sto,_ r1.camente 11 solidarrnmo an,archico, un po' troppo trascurato dall' A. Quest'opera, seria ed utile, poteva, però, _av,ère UJ1',e.labo,razione rnag-' giore. Anche la pa.rte. critica è al di -sotto di quella espositiva. Sarebbe bene, per l'interesse della · cultura italiana, che l'·A. sviluppais~e ·alcune parti del suo saggio storico-critico, · e fra queste quella tratrtante -d,ell'interp,retazione individùaJ.istica della solidarietà. Anche con le sue lacune, ine– vitabili, ,ed i suoi errori, in generale di det– ta,glio, l'opera deU' Argentina, giovane studioso che promette bene, è consigliabile, .ed è strano non t1ibbia suscitato Finteresse che merita. _ C. -B.

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=