Pensiero e Volontà - anno I - n. 19 - 1 ottobre 1924

10 PENSIERO E V,OLONTA toritaria, si potrà stimolare artificialmente al sacrificio del lavorà,re allorchè non so~re,gga l'impulso, de1la coscienza. Qui si potrebbe affacciare l'obiezione per il caso in cui questi oziosi e defaticatori voles– sero per forza o con inganno approfittarsi del prodotto dagli altri ricavato. Ma questa obiezione rientra nell'altra che rjguarda il caso dei violenti e .dei degenerati. Obiezione che non rientra pro,priamente in questo argom,ento e che può trattarsi per suo conto. Il compenso secondo il lavoro prodotto, pur trattandosi di quantità, non è certo di facile applicazione e comporterà con sè dei disse·nsi, ohe tra coscienti verranno oorto appianati; ma anche volendo adott::.tre il comunistico assoluto de1 chi prende prende e chi produce pr·oduce ci sarà certo il caso di trovarsi di fronte alle difficoltà dell'entità o quantità del prodotto insufficie:µte in rapporto alle richieste. E allora 7 Allora bisognerà bene che si addivenga ad un concordato o transazione per cui si dovran– no fare deUe restrizioni delle eliminazioni : . - ' ra2lionare, pr,eferire i più bisognosi di quella data cosa, ed eccoci a dover trattare di quan– tità, .di giudizi, di valutazioni. Non mi spaN,enta questo fatto poichè, dato che deve risolversi fra coscienti e volontaria– mente disposti ad aiutarsi,· esso troverà :facile soluzione tanto più che le delibere sarebbero impegnative solo· per gli accettanti; rp.a lio ìn– sistito ~u tale osse;rvazione perchè altra volta ho letto delle riserve a :proposito d'un a,:rticolo · su Fede dal titolo « Teoria e pratica » e pro– prio di fronte al caso di dove.r valutare_; valu– tare cioè le differenze del -lavoro prodotto ba– asndosi sulla qualità. Come si vede, talvolta c1 si impressiona troppo facilmente. Qui, .pertanto;· trovo che il compagno Fabbri ammette il caso di dov~r uscire. daH'assoluto della individuale autovalutazione per entrare ne1la valutazione in comitiva (cioè valutazione reciproca) e nella _comparazione. nell'abitudine di descrivere la società futura come un comodo giaciglio d'imbellj, in cui la vita possa trascorrere senza lotte, senza con– traJSti ·e senza fatiche. .•• « La vita umana sarà bensì liberata da tanti residui d'animalità, da molte lotte e sof– ferenze di natura inferiore, ma la lotta si tra– sformerà, non sc9mpari rà; i contrasti saranno meno feroci, meno materiali, ma non 1neno acuti. Ed il dolore, qu-esta molla ·del progresso dell'umanità, meno brutale ma più profondo e tormentoso, continuerà ad eisseire !"eterno agi~ tator,e e. purificatore d,e}l.eanime "· Così credo anch'io ed ecco perchè non mi ar– r,esta iJ pensare che certe soluzioni non possano esser-e perfette e possano- creare a.ncora dei dis– sen1si. Il sistema di conipensare il lavoro secondo la qualità o la quantità, o secondo entrambi, potrà apportare dei· difetti e dei contrasti, 1 ma quand-o dovesse evitare guai peggiori, quei d,ell'autoritarismo e sfruttaJ.nento capitalistico 0 quelli dello sfruttamento e della prepotenza d,ej liberi oziosi, non sarebbe giusto non adot– tarlo· in attesa del.la completa generalizzazione, fra tutti gli esseri, della coscienza anarchica che solo può per1nettere la pratica del. a ~ia– scwno secondo i suoi bisogni, la cui valutazione sia rimessa al senso di misura c;li ciascuno. Roma, 19-9-924. SPARTACO STAGNETTI. Un' o-sservazione : Trovo interessarntissimo .e necessario it dibat- . tito a.perto dal Fabbri, nel quale lo Stagnetti oppor·tunarnetnte interrviene. À me pare che al f aoilonismo già prevalente nel nostro campo si reagisca con wn eccesso . di pes-s·imismo, e si dimentichi un po' tropvo, in questo caso speciale della voglià di lavo– rare, la coazione rnorale dell'opinione pubblica e gli effetti irnmediati che serrtbra dovrebb~ prodtvrre s'llli,sent'i,rne,nti degli uomini una ri · volJ1,zionefatta vrincipalrnente contro gli sfri1,t– tator,i, cioè co1itro co/.o-rro · che non· lavor(JJJto. · JI,{ a è forse inevitabile che prima di pQ.Sa/rsiin .wna posùione di· giusto equ,ilibrio si oscilli da ,u;neccesso all'eccesso opposto, - ed in ogni mo– do è be~ insistere s11,lledifficoltà, magari esa- · gerandole, per poterle poi affronta;re e su11e · Il sistema può valere si.a per la distribuzione in caso di deficienza di pr,odotti di fronte ai bi·sogni, sia per la distribuzione dei prodotti secondo la quantità e. qualità. del lavoro pre– stato~ - rarle con wnimo sereno. In entrambi i casi .vi potranno essere delle contese; ma, dice il Fabbri ve 1 rso. la fine del suo articolo in parola, « grave errore sarebbe e fonte .di mali per l'avvenire se si con~inuaRse }l on bisogna però dimenticare una cosa es– senzfule. A b.ase del comunismo o sistema anarchico-, prima che il qualsiasi altro modo di convi-

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=