Pensiero e Volontà - anno I - n. 18 - 15 settembre 1924
PENSIERO E VOLONTA. 5 dj circostanze· o per volontà medesima del go– verno, sorge un problen1a i1nportante per la· vita pubblica italiana, sia economico, sia po-– litico, sia morale, - la crisi dei ·salari, la crisi elettora,le, la crisi sollevata negli spiriti da un grave delitto, - tutti i nodi vengono sciolti, o si tenta scioglierli con la forza. fisica, puramente materiale, delle armi o del bastone_ Gli stess,i dissensi interni del partito domi– nante si oorca dirimerli, gittando l'uniéo grido di concordia possibile: « dalli al sovversivo! ». Se una pa..rte della fazione don1inante accen– na per suoi interessi particolari a moderazio– ne, la parte -riv.ale per interessi contrari o ma– gari per dispetto raddoppia di violenza. Se i capi responsabili, presi dal timor dell'ignoto verso cui corrono, acoennaino a frenare o sten– dono una mano al di là della siepe di ferro - spinato del partito, nuove violenze scattano alla perifer.ia per r·endere inane il tentativo e stroncare ogni freno. E' un cerchio fatale da cui il fascismo non può uscire. Dopo il periodo elettorale, che tanto dolore e lutto e mortificazione costò al popolo italia– no, vi fu un po' di calma relativa. Le violenze, s,~ pur non cessate del tutto, erano notevol-= mente diminuite; e lo -stesso governo si accin– geva, forse inutilmente però, a profittare di quel momento di superficiale bonaccia per al– largare le basi del suo potere, quando l'ucci– sione di 1iatteotti ha gittato sul tappeto una questione superiore di morale e d'umanità. Fuvvi un istante di tµrbamento, di «assenza» : ma quasi subito il fascismo si riprese, e la vio- · lenza fu la via d'uscita ch'ei scelse ancora, una volta, l'unica via ch'esso conosce ma che ... non ha .uscita. Nei giornali del partito padrone abbiamo letto qualche cosa che sembra, e non è, mera– viglia e sdegno perchè anche dei fascisti ogni tanto, e più in questi ultimi giorni, han do– vuto subire violenze e qualcuno è caduto per non più levarsi. Ma come umanaiµente e logi– camente si può supporre possibile che nessuno, delle centinaia e migliaia di bastonati in tutta una nazione,- delle migli~ia e decine ·di' mi– gliaia dei loro amici e degli amici degli uccisi, nessuno dei provocati e dei banditi, proprio nessuno degli angustiati e dei disperati, scatti. in un gesto violento o mortale di rivolta 7 Se mai, vi sarebbe da meravigliarsi della rarità di tali atti, e più ancora della loro inconsa– pevolezza, tanto sembrano a. volte casuali e senza rapporto da cause ad effetto! Ma è forse possibile· fare un paragone qual– siasi tra la violenza metodica, organizzata, .... : -.,,.ca Gino continuat~, general,e, quasi s-e-mpre impune e spesso premiata degli uni, e la violenza spora– dica, impulsiva, ~i··:eccezione, lin1itata~ e im– mediatamente e sen1pre punita da una legge inesorabile e spesso da una più inesorabile rappresaglia, degli altrr~ Benchè- tutti i van- taggi mora.li del confronto siano dalla p~rte nostra, di noi che si-am qui con la debole. penna a difendere le ragioni del diritto umano con– tro le sopraffazioni della forza bruta, questo confront_o, questo bilarncio di lacrime e di san– gue c1 ripugna ... * * * Eppure, sotto nn diverso ·aspetto, il con- fronto bisogna farlo. Bisogna vincere la ripu- / gnanza, perchè gli uomini dell'altra riva., che non hanno la nostra sensibilità morale, non nP. profittino p,er avvalorare di più la menzo– gna a giustifica2rione di nuovi delitti ed a di– sonore della nostra comune umanità ! La nostra mano può tracciare serenamente · le linee del triste bilancio, poichè non odio le guida, 1na· ~olo desiderio ardente di giustizia; e forse questo scrupolo della verità può farci esa,gerare più contro gli amici che contro ì ne1nici. Oltre la to1nba non· vive ira nemica, suol dirsi; e noi vorremmo aggiungere: oltre il dolore. Fossero mille e_ più mila. i nostri morti, e nessuno della parte avversa, noi gri– derem.mo lo stesso con gioia e senza ti1nore di parer pusillanimi la parola di pace, quando potesse davvero essere la pace fraterna della . libertà e della giustizia per tutti. E' utopia, lo sappiamo. Per ciò continuia– m-0·1a lotta, e l'accettiamo cori tutti i suoi do- , lori ed i. suoi rischi, con tutte le sue necessità inesorabili e crudeli per noi e per gli altr_i ; ma il co1·aggio di lottare l'attingiamo nella nostra fede, nel nostro desiderio di lil?era– zione, nella nostra aspirazione ad un bene su– periore per l'intera umanità, non ne\ rancore e nella voglia anin1alesca di rappresaglie. Non avremmo bisogno, per ,ciò, di rimestare la cro– naca orribil~ d~i lutti n~stri ed altrui, delle nostre ed· altrui f-erite; e se pur lo facciamo è solo per difenderci contro la- menzogna, perchè qu€sta a .furia d'esser-e ripetutà non offuschi b, verità, - una verità .che .è. sempre troppo triste e ci riempie d'angoscia ·anché ~- ci· dà . ragione. , Vinciamo dunque l'istintiva. ripugnanza e lasciamo una volta tanto la paro.la allè cifre, alla fredda. statistica. Prendiamo le mosse d.a quell'orribile· IO giu– gno dell'àssassinio di Matteotti, da cui s'inizia
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