Pensiero e Volontà - anno I - n. 18 - 15 settembre 1924
f.>ENSIERO E VOLONTA 17 una loro società, che possa, bastare economica- della vita, disciplinatamente, a seconda delle mente a sè stessa ed abbia forza· di r-egg,ersi e richieste per il consumo generale, in tutt.i ì difendere la sua, esistenza. L'esiste.nza d_i i'ndi- •· · ran1i della pr~duzione e dei pupblici servizì, vi<lu i che 1!0gliono vùvere a111archica7nente pre- anche ì più umili e spia-cevol ì, come fanno i suppone che essi abbiano voglia di la·vorare,; lavora.tori oggi in una condizione diisag:i.ata e altrimenti non vi sarebbe alcuna anarchia pois- d'inferiorità, 1na- con1,e dovranno continuare a sibi le. · fa.re anche in una società migliore, sia pure Quando dunque ci si muove ].!obiezione della iu condizioni di eguaglianza con tutti, di mag piaga, dell'ozio, noi non pos~iamo intende,rla - gìore sicurezza del vivere, meno fa.ticosamen· data per esistente una società anarchica - ::;e te e più dignitosamente. non in questo senso: cc com.e si difenderà una Il lavoro, anche in anarch-ia, dovrà q~i_ndi società anarchica, priva di_ organi di coerci- rispondere alle necessita della prod\izione; per zione, dagli individui o minoranze che non sen soddisfare tutti i bisogni individuali e sociali tano e non compiono il dovere dì lavorare 1 >>. della vita comune; dovrà esisere organizzato A questa domanda si è risposto spesso in pas- cioè secondo le richieste di prodotti da parte sato sernplìcemente col girarla, senza dare cioè d!. tutti, e non certo al semplice scopo dì eser- alcuna risposta diretta. citare i muscoli· ed il cervello. dei produttori. Si diceva: gli oziosi non vi saranno, perchè Può darsi che in molti casi 1 ·utìle possa coin~ il lavoro è un bisogno organico tanto peì mu- cidere col dilettevole; 1na ciò non è possibì- scolì che per l'intelligenza; e tutti l_avoreran.., le sempre -- e. dove tale coincidenza non vi no. volentieri quando il lavoro no!} sarà più sarà~ l'utile sociale dovrà avere il sopravvento. una pena nè un obbligo irn.posto per fame. Iri Di qui la necessità di una disciplina del la- pairte ciò è vero. Nessuno sta in ozio nel senso vor-0. Se questa disciplina sarà concordata e as&oluto della parola. Ma per tenere in- ese~ci- liberamente accetta.ta, senza bisogno dì coercì– zìo i muscoli e<l il cervello s~ può fare anche zìone,. da ~n numero tale di individui, sopra– del lavoro che non serve a nulla: andare a ca-· un territorio abbastanza esteso, da costituire vallo o leggere dei romanzi, giocare di scher- una società, questa s.arà . una e< società arrar- ma o scrivere dei brutti versi... chìca ». Ai giorni nostri, anche fra ì ricchi, gli ozio– s; d'una volta, che conoscevano solo le fatiche della caccia alla volpe, le conversazioni dei sa– lotti e le audizioni a tea-tro, sono ormai ra.rìs– simi. Moltissimi lavorano nelle industrie, nei commerci, nella direzione dì aziende, negli af– fàri statali, ·ecc., e v:i son di qu.eUi che fors~ alla fine della giornata .nan lavorato più ore d'un operaio manuale. Vero è che spesso si· tratta d'un lavoro improduttivo, o magari di un lavoro dannoso alla società, (1), in quanto è rivolto a defraudare, sfruttare, opprimere i propri simili ! Ma vi sono anche di quelli che fan lav-ori utili ed altri -che si divertono a col– tivare . .i loro orto come Dìocl,ezì~no, oppure a maneggiare la lima e il ferro come Luigi XVI. Tutto ciò dimostra appunto che il lavoro è un bisogno. l\,fa altro è lavorare al solo scopo· di soddisfare questo bisogno, a capriccio, se– condo il proprio piace-re o la propria pa~io– ~e, ·op-pure in vista di guadagni enormi, in una situazione di privilegio e di potenza; altro è lavorare per provvedere a tutte le necessità (I) Di lavori nocivi, del resto, ra.e .fanno. an-' che gli operai negli arsenali, nelle fabbriche d'armi, nella costruzione di carceri,, ecc. * * * Certan1ente la scienza meccanica ha fatto ta- . li progressi da circa un secolo a questa parte 1 che con I.' andar del tempo, quando cotesti pro– gressi saranno resi ~ffettivi con l'applicazione dì tutte le scopert,e ~ la utilizzazione- di tutte le macchine, il lavoro non sarà più così i1npro- , bo e faticoso, come oggi è per gran parte della • I clasSse operaia. · Inoltre bisogna tener conto di questo fatt.o: che oggi v'è una infinità di gente (senza con– tare quelli che non lavorano affatto) i quali sciupano, come abbiamo ~opra rilevato_, il ·pro– prio tempo in lavori completamente inutili o nocìv1. Fate sì. che tutti gli uomini •si dedichi– no a lavori _ver.l!Lmenteproduttivi - i borghe– si, i soldati e ufficiali, i. nove decimi degli -im– piegati, i preti, gli operai- degli arsenali e del– le fabbriche d'armi ed ìri · genere i lavora1,0ri che producono co~ che -in uha. s_ocietà di liberi e di uguali nessuno avri1. più bisogno o voglia d'adoperare - ed avrete un ·notevolissimo- ri- , sparmi 0 di energia-lavoro, che potrà essere de– dicato alla, prodµzione utile ed a.Ho studio. Il lavoro consentirà allora maggiori possibilità di riposo, comodità, ecc .. Ma I con tutto ciò sare-bbe erroneo e perico-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=