Pensiero e Volontà - anno I - n. 18 - 15 settembre 1924

10 PENSIÈRO E VOLONTA resistenza di Brescia :fu vana., caddero la ;J.w– pubblica Veneta e. la Repubblica Romana , e dopo· queste disfatte ·crollò anche l'idea fe.dè– ralista. Dopo quegli avv-enimenti le sorti della indi-. pendenza ita.liana e aella libertà vennero affi– date alla dinastia e di conseguenza la lihe,rtà venne. sacrificata all'unità. In questo ;sacrificio vi è Ferrore del Risor~i- 1nento, e ques.to errore è la causa della crisi . ' della libertà italiana, crisi che oramai s1 è acutizzata- allo spas1n10. , Lo· Sta.to italiano si costituì sulla bafi-J del– lo Statuto albertino ,e dal tronco di questa leg– ge n1adre si dira1nano le leggi minori - giu– ridiche, ·econo1niche e sociali -- che re,golano la vita della Nazione. · Non I'~ difficile conoscere la genesi dello St.atuto: Carlo Alberto, prima· di l_argirlo, tentennò par,ecchio. Egli si sentiva e-o-stretto, a seguire }·'andazzo dei· tempi (nel 1848 mer.za Europa era in rivoluzione) ,e nel conte,rnpo vo– leva s~va.re_ la· tradizione monarchica. Di con– seguenza lo Statuto, che al giudizio di molti liberali, rappresenta un p-atto fra monarchia e popolo, nella realtà rappresenta una, tran– sazione .fra monarchia assoluta e libertà.. Esi;:.o venne ~ompilato appunto con crite-ri di tran· sazione e perciò non è una legg•e che precisi una linea politic1a od un principio di governo, ma una legge che· si pre-sta a diver_se interpr~– tazioni ,e che può subire le influ-enze delle I ne– cessità politiche del momento. I re1:>ubblicani, ad esernpio-, sostengono che · l'articolo 5 dello Statuto dà al Re la padro– nanza assoluta del pott\re che egli esercita a me·zzo dei suoi ministri, il che, secondo · 10'ro, • . sarebbe in contrasto coi principii della sovrà– nità popolare ed ·avvicinerebbe la Monarchia al potere assoluto te1npera:to · dalla costituzio– ne. Di contro i liberali ed· i democratici 'so– stengono· che il 1''e regna e no·n governa. · Ma Sonnino,· che fu sem-pre acutissimo nell'in,ter– pretare Io Statuto e le leggi, ogni qualvolta giudicava che il popolo godeva troppa libe,rtà ed il Parlamento sconfinava dai lin1iti che gli era~ concessi invadendo· i· diritti della Corolna, s'affrettav~ a dire che bisognava tornare allo Statuto. E' er_rore cr~dere che il fascismò sia arriy1ato al potere violando fa, Statuto; Mussolini, i::s,u– bìto dopo la marcia su Romà - marcia /che si è creduto· oppor· tubo non O$tacolare pètbhè il · potere non firmò alcun decreto di _St'ato d'assedio--- venne chiamato al Quirinale dove gli si propose di fo•nnare un nuovo ministero. Ed il nuovo n1inistero, una volta formato,. giurò fedeltà nelle rnani del Re ed ebbe l'ap– provazione delle due Camere, le . stesise Cam~– re - quella -elettiva e quella vitalizia --- che-. più tardi approvarono i pieni poteri ~_la legge. elettorale. Tutto ciò è. p-erfettanrnnte intonato allo Statuto interpretato, s'intende, secondo, l:e ,esigenze dell'ottobre i922 e mesi seguenti. · Si vuol sofisticare sulla forma. Infatti, ne– gli anni in cui era in auge la democrazia,_ i mutamenti ed i ri1npasti rninisteriali avveni– _vano jn modo 1neno clan1oroso ed in eissi ave– va più influenza il Parlame°'to che la Coro– na. E quando si è trattato di approvare leggi d1 una certa importanza, anche il popolo, a. n1ezzo delle sue riunioni e della sua stainpa. interveniva nella discussione e premeva sur potere legislativo. Allora i pieni poteri veni-· vano concessi .con gran parsimonia e solo in via eccezionale quando le esigenze lo chiede vano ... · Ma allora erano tempi di demo.crazia– e lo Statuto d6veva eEsere interpretato secon– do concezion·i democratiche... Salvo, i richia– mi di Sonni.no· ed il pugno di ferro di Crispi o di P.elloux -ortodossi entrambi <lel regime" · costituzionale. Si dice :-inche che qualche decre.to eman_ato in re_g;ÌTT?-e di pieni poteri viola la legge fon– damentale dello ·Stato •e così dicendo- si allude aj decreti contro la libertà di istampa. « Qua– lunque eittadino - dice infatti la legge alber– tina dèl 1848 - può pubblicare giornali: .. ». Ma il regolamento alla leggé decretato nel 19;l4 - settantasei anni dopo ! - porta una' - li~ve varj ante: tutti ì cittadini possono pub– blicare giornali es.elusi i senatori, i deputà.ti e .quelli non graditi dai prefetti ... Come si ve– de il re$ola1nento modifica leggermente la leg– ge ::i 1 punto da annullarla! E' legale questo regolamento 1 E' ortodosso riguardo lo Statuto~ I pa-reri sono d.iscor()Ji. Ma un magistrat-0 milauese, dovendo ·esprime- - re il suo giudizio, stillò un'elaborata sentenza il di cui sug-o è il sèguente: Tutto ciò che porta la firma del Re è perfettamente legale. Notate: i magistrati sono i ·~apiènti <lelJa, leg- e:e ed i suoi in~rpreti più fedeli. • ~** Da quanto pi·t.1 sopra venne resp·osto. risulta che non i:;ono in errore coloro eh~ ,sostengano che il Risorgin1~nto Ita ,lia.no non è ancora co1:1piuto. 'Siamo arrivati_ all~I_talia una, IDH. non srn,mo ancora a,rrivati alla libertà .

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