Pensiero e Volontà - anno I - n. 18 - 15 settembre 1924
l'E~SJEHO E VOLONTA 9 . . pò n.-el deoennio dal 1840 al 1850. Fu verso la fine di quel decennio quando gli avvenimenti detetminati dall'insurrezione milanese del mar– zo 1848 posero improvvisamente il problema della sistemazione politica del.la Lombardia, che il dissìdio fra federalisti ed unitari cul– minò in un aspro conflitto. I federalisti vennero colti imp,repatati da, quegli avvenimenti. Carlo Cattaneo - uno dei massimi esponenti della corrente - quando sooppiarono i moti di :lVIilano, per due giotnì non partecipò direttamente all'insurrezione perchè cr~deva fosse pii.1 opportuno approfit– tare dello stato di disagio in cui si trovava al– lora ·il governo çiustriaco in. oonseguenza delle finanze disfatte dell'Impero ~ della rivoluzio– ne di Vienna ed ottenere, attraverso le vie legali, le 1nassime libertà. ì\1:a quando dopo due giorni di combattimento per le vie della Capitale lomba,rda, l'insurrezione chiese l'aiu..: to di uomini di capacità, Carlo Ca.ttaneo en– trò a far parte del Consiglio di guerra. Su-o primo atto fu. quello di rifiutare a Ra– detzsky un chiesto armistizio. Un(À/ stessa ri– <:hiestai, . sempre in seguito alle pressioni di Carlo Cattaneo, venne rifiutata il 21 marzo. Nello stesso gi'orno un a,gente albertista riuscì a penetrare in· città per comu.nica.re _agli insorti che il Pi~monte avrebbe 1ness0 in campagna il · proprio esercito a pa,tto eh i milanesi avessero fatto a,tto di dedizione a Carlo A.lberto. La municipalità, che era composta· dal podestà e da altri tuttì appartenenti alla corrente uni– taria, si dichiarò disposta ad accettare l'offert&. e l'impegno; ma i_l Consiglio é!i guerra vi si oppose. Carlo Cattaneo non poteva dimentica rP- d'aver dichiarato qualche mese prima ad un' m.oderato piemontese che oorcava di associarlo alla propàganda per una guerra antiaustriaca sotto I.e bandiere di Carlo Alberto ·che una vn· dipf 'nden.za serm:Te nella quale l'esercito di Ca1·lo Alberto venisse a sostituire l'esercito a11r– striaco, un'indipendenza alla m,,ssa senza li– ber·tà interne non era cosa da fa1·si se non per disfarla da, capo. Il 22 rnarzo le truppe di Radetzky, in rotta. abbandon·arono · Milano. Si consolidò allo-ra il Governo provvisorio de.Ila ·Lombardia che ri– m '1.se composto d1 unitari i qllali, àllo sèopo di evjtare un aspro dissidio coi federaljsti, di– chiararono che il pa,ese avrebbe conserva,to il diritto di decidere i prClpri destini a guerra finita. Tale· dichiarazione però venne subito tradita pe:rchè i memhri del Govern9 provviso– rio, i~ ogni att<> ed jn ogni deliberazione agi– vano in modo d'assicurarsi il predominio nel f- . nuovo r,egiine ~ arrivar-ono perfi~o a<l 'insiste– re presso Carlo Alberto perGhè dichiarasse 1~ fusione della Lombardia col Piemonte. Il modo di procedere del Governo provviso– rio· allannò i federalisti i qua.Ii compresero chi si st-avano sacrificando gli ulteriori ·::;v1~ luppi d,ella rivoluzione e che, per amor<f della unii.tà, si calpestava la libertà. E· decisero di ague. Giusepp-e terrari, altro esponente della cor rente federalista, :trovandosi in quei t~mpi a , iVIilano ebbe modo di esortare il Cattaneo ad intraprt~ndere la pubblicazione di un giornale capace di dar vita e di. sostenere un movimen- to popolare che provocasse la ca.duta del Go– v•erno orovvisorio per .poter poi convocare la As~mblert lombar-da, chiamare la Francia in aiuto delFita,lia per vincere definitivantente ·l'Austria e proclama,re la repubblica. Per que– sto movimento però occorreva un ca.po. C'era no" Cattan~,o, Ferrari, Cernu_schi ed altri gio– vani, ma. mancava un uomo d'azione çhe aves– S!!- del prestigio. Decisero al]ora di rivolgersi a Giuseppe J\1azzini, capo· naturale della riv'l– luzjone italiana, ed avanzargli la pr@posta. Infa.tti il 30 :1prik 1S,18i nello stèsso giorno in· CU\ l'esercito di Carlo Alberto, dopo un àspro combattimento, sloggiava gli austriaci da Pa– st1·engo, a Milano ebbe luogo un dran:nn'l,tici~– simo colloquio fra gii eHponenti -federalisti e Gii.1se,ppe Mazzini. Il Ferrari €d il Cattaneo esposero il loro punto di vista ed i loro propositi, ma fin dal– le prime battute del colloquio Giuseppe Mazzi– n i si dimostrò freddo. Invano Ca,rlo Cattaneo diede sfogo al suo sdegno contro la, politica di Carlo Alberto; invano. il Ferrari parlò di d-rmocrazia e di diritti del popolo. Giuseppe Mazzini, oramai preso dall'idea unitaria, gìu– dicava le idee federaliste come un re~iduù del ·v~cchio 1nunicipalismo e rifiu.tò la proposta ... Il colloquio si chiuse con un'ingiu-ria atrooe: <• Quell'uomo - dis$e Qarlo Oa.ttaneo alluden– do a Mazzini - quéll'uomo è . venduto! n (2): Il drammaitico · colloquio segnò il punto culminante della lotta fr~ federalisti ed uni– tari e nel contempo segnò il 'declino della cor– rente f.èderaJista nél Risorgimento Italiano. La guerra 'del '48-·' 49 ebbe· -esito· disastroso. GH R,nstriaci ricacciarono l'esercito piemonrese dalla Lombardia e rioccu-parono Mila~o; la (2) Una relazione dettaglinta di quest-o collocgoio si pnò leggerla nell' interessante volume di Antonio Monti: Un dramma fra g·li Esuli (Casa Editrice Sociale). Milano, Viale . J Monza., 77\. Qni si accenna s·omm~riamente all'nvvenimento solo per trarre da, ~sso il n~cessario commento.
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