Pensiero e Volontà - anno I - n. 16 - 15 agosto 1924
- . . 12 f PENSIERO E VOLONTA ---'-----=---'--'-------_!!!..~=-_L--------------'---____::___ _ _;..,::_~...:__. - ·-- -- -------– ' nella lotta armata, oorcavano la nella lotta econotnioa. I rivipcita 1 La rivoluzione si difese come potè, si dÌfe~ coi decreti calmierato,ri, colla· legge sui salari, cogli assegnati; ma non si, può negare che il, càmmino rivolµzionario sarebbe stato ·più au,– dac~ e la mèta, più avanzata,· se la marcia non avesse urtato contro tanti ostacoli e tanto difficoltà. Anche la Comune di Parìgi ebbe fra le cause p;rincipa1i della sua caduta, quella della mancanza di pane e le difficoltà ,economiche. ~assando dagli avv,enimenti oramai lontani a quelli vicini, si può affermare eh~ la di– sfatta della Germania- nella guerra Europea la si deve piìi a ragioni d'indole economica che d'indole militare: la Germania fu vinta per fame. Si pu.ò anche aggiungere che il crollo della Rivoluzione Comunista Unghe- . rese ed il mancato sviluppo· della Rivoluzione Russa hanno avuto origine nei fatti economici e. cioè nelle tremende difficoltà di organizzare la produzione e la distribuzione dei prodo~ti secondo concezioni di libe-rtà e di giustizia. Riguardo l'Italia, crediamo non sia esage rato l'affermare che la sconfitta del movi: m,ento d'occupazione delle fabbriche nel set t.embre 1921 lo si deve, più che ad altro, alla insufficiente preparazione tecnica ed econo– mica d·el proletariato. In Itàlia ci si eTa fatta un'abitudine mentale assai facilona: si cre– deva che sare~be ·bastatò sfondare le porte de1 magazzini ,e mettere a sacco i ,negozi per aver , merci e derrate bastanti ai bisogni di tutto il )' popolo; si credeva che per condurre la rivo- · luzione alla vitt0:ria b3:-stassero dei giovani ardimentosi e delle armi, e noD: si pensava che le difficoltà economiche sono una realtà terri~ bile ed imma,nente. Gli ope_rai oooup.arono ·1e fabbriche, ina i teonici, ~n m/8,ggiorrunza, . rubbanddnarono gli op-eì'ai. Ragione per la quale la pr9duzione subì un forte railentamento ed in moJte fab, briche ~n arresto completo:· il «fatto ammi– nistrativo•)) ha influito, decisamente, sulia produz~one. ¼),uando drpo una settimàna dì esperimento gli operai che avevano prodotto poco o che non a,v,evano p-rodotto non incassa-– rono, i'l salario, vennero le delusioni ,ed allora si co,mprese che il «fatto amministraitivo?> non si può scindere dalla produz.ion,e .. Il movimento d'occupazione dellie fabbriche hà dimostrato la vplontà deBa classe. proletaria di emanci-, parsi e di assurgere verso, nuovi, de~tini, ma ha· anche rivelaito che i lavoratori non avev.ano , I < I, k I I ---..;, ancora l'esatta, visione di ciò che è la realtà economica; della produz~one e del consumo., Non è m.ale perciò accennare, si_a pur rap,i– . damente., a qualche questione tecnica ed 'eco~ ' ' ' pomica strettamìénte l,egata; al suC'oosso rivo- luzionario; prospettare l,e difficoltà che sÌ' presenteranno ~uraint,e lo svolgimento degli avv'eniment-i per· cercare le vie della risolu– zione. ln ·questo ~ticolo trattiamo la que-stione · del pane, una questi0;ne economjca gravissima, e forse la più gravJ:, per una rivoluzione ita~ liana. *** L'agricoltura italiana è aff,etta da una grave malattia: .produce troppo vino e poco grano. E' una ma,lattia che non dipende solar, mente dalla volontà degli_ uomini, ma anche dalla natura del suolo e che rimonta q-µindì alle stesse origini della storia. Infatti fin dai tempi deJl' Antico Roma l' I-· talia venne colpita, da periodiche carestie.: .acutissima fu quella dell'epoéa _d'Augusto che costrinse a far allonta'.11a!e e sperdere nelle campagne la plebe dell'Urbe speram.do che là potesse più suffici,e_ntem~nt~ nutrirsi. La ne– cessità sempre immanente di· aumen~are la impor~azione del gràno, fu una delle princi– pali cause che sospinse Roma aJla conquista dell'Oriente Mediterraneo e la pe,rdita di esso s·egnò poi la sua pr,ecipitosa decadenza ~cono– mica. Domiziano, informato CJhe ogni anno aumentava il prodotto della yendemtjiia, men-; tre si manteneva scarso il .prodotto del grano/ , ·ordinò chè non ~i p1antas~ro più vig;ne·ti i~ . Italia ~ venisse distrutta. nella pro;vincia la · metà delle· viti. Il provvedì.,me.nto lilOil ebbu - ( successo alcuno perchè le viti non vennero ta--· gl~ie ed il grano ebbe sempre scarsa produ- z1one. \ Secondo r<écenti dati statì'stici la produzione media annua del. grano, in ltalia, s'aggira intorno ai 47 milioni di quintali, mentre il consumo è di cirèa·. 75 milioni. di quinta1L · So.no quindi dai 25 ai 30 milioni ai quintali di graino che) si debboino impo,rtare ogni anno. Di contro la 1)1roduzion:e inedia annu.a del virio è di 42 milioni di ettolitri ed il consumo I , ' medio interno e di 37 milioni di ettolitri, un eonsumo che, per diverse ragioni, tende a scendere in I modo f9rtemente acoont_uato. Re– sta;no quindi 5 miljo:n,i di ettolitri che i pro– durttori de~bono · collocaF,e all'estero... quando !"estero , è disposto a comperIDre. Bisogna .te-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=