Pensiero e Volontà - anno I - n. 15 - 1 agosto 1924

' . . PENSIERÒ E VOLONTÀ ' • • . 1· I ' min~tori strani,eri, furono· più còmplici e str,u- nrnnti 1 Ohe cosa v'è, per _esempio, di ·più stra– ·niero alla tradizione italiana, per lo meno dal ~ 1848 1n dietro, dei baroni, conti e re di 8avoià 1 Se volessimo seguire letteralmèrite' sul terre~ no della· tradizione gli _a,ttualì « patriotti, al cènto p~r cento » e 'spingerci fino al paradosso, noi anarchici e comunistt potrerrirrio· appella.rei ~i classici della più pura. ro1nanità, -0ome Vir– gilio, 'l,ibullo, Orazio, Ovidio e 'facito; · i quali ·oerto 'braduoevano le indistinte• aspirazioni li– bertarie ed egualitarie dei loro tempi, rievo– cando e r1.mpiangendo in v_ersi e 1n prosa la leggenda dell'età saturnia, quando nella verde Ausonia i campi non limitati· da con~i:ni produ- -cevano libere messi, le case non avevano porte e gli uomini erano retti e leali senza bisogno di pene, di· leggi e di signorie (1); Ma, a parte le leggende, ogni nazione- di tra– dizioni ne ha almeno due: .quella della libertà e quella dèlla tirannide·. Chi oserebbe negate che le tradizioni più pure, _più erqiche, pjù vi– ve,. che han.no guidata l'Italia àttr ~ver.so tutti _ i suoi progressi secolari, sono. le tradizioni dì · libertà 1 Chi oserebbe negare çhe ogni volta- che presero il sopravvento le tradizioni dell'auto– rità e della tirannia l'Italia decadeva e comin- i . . - ·. -0iavano ·per 1,ei periodi. di ma.ggiore asservi- mento politico ·e di bassezza morale tL~ tradi– zione che pr,evale, fin dai prjmi tempi dell'an– tica Roma, nella stor-ia italia:qa, e s_enza di cui non ci sarebbe uria storia d'Italia, è ~a tradi– zione della· libertà, delle successive riscosse po- --– polari, delle repubbliche cqnti:o i re, delle plebi contro i patrizL . ; , « E facil cosa è a ·cònosùere - dice Macchia- velli {2) nef suoi Disco'rsi · sulla prima Deca di Tito' Livi~ - donde nasca J}ei popoli questa af– fezione del vivere libero : p:erchè si vede. per esperienza· le cittadi non àVer mai_ ampliato n~ di dominio nè di ricchezza se non mentre so-· no state in li berta... l\ilèi·avtgliosissima cosa è a- considerare a quanta grandezza venrie: Ro- · ma, poichè la si liberò dai suoi re ». L~ mas– sima gr·andezza .H.01na infatti la ràggiunse . . (1) Vedi, fra l'altro, Ovidio nel libro I delle Metamorfosi, Tacito nel Horo III degli Anna– li, Tibullo nel I- libro delle _Elegie• (Terza ele– gia), Orazio nei libro III dei Carmi (ca.r– me 24°), ecc. (2) Trovo questa citazione in « RivolU:.zione libera,le >> di Torino, ~- 20 del 13 maggio u.' s. quand9, attra~erso le _lotte civili, la plebe eb~e conqùist 'à.ti tutti i didtti . 'd'eguaglianza a.J.– lotà concepibil_i; e cominciò còn l'Impero la, disce_sa verso la dissoluzione e la morte pro– prio quando i massimi trionfi della plebe sbocJ caroho nella, dittatura dei generp,Ii .democratic-z. più abili e- più fortunatì. - Non è certo l.a tradizione ·del fratricidio con . cui, secondo la leggenda, ,Romolo disonora"·a ìl N'atale-1di Roina, nè: quella delle feroci dis- - .solutezze dei' Tarquini che provocarono. ta pri- 1na rivoluzione nell'Urbe, di cu-i pii.1 può f~1· stogg10· lo storjco per onorare.1 il nome romano, bènsì la tradizione dei· Bruti, dei 9ràcchi·_e 1 dei Catoni, che condussero il popolo alla rivolta o preferirono la morte al servaggio. Nè l'Imp~ro, cui, a torto si dà un vanto di potenza e di gloria, ,e che non ~~ece - he- spe_rpe– rare la· ricchezza ereditata dalla repubblica,- . riesce con lo spettacolo della 'forza a 1nftische– nt're abbastanza tutta la storia di delitti, di li– bidini .e di sangue che la _tradizione sintetizza· nel pau.rosò nome dt ~ erone. L'Italia futura non dall'Impero. ma dalle sue opposizioni· do– vea scatur_ire : dagli ·stoici, eroicamente ribelli nel pensiero e nell' aziorie, che tennero acceso il fuoco sacro' delìa virtù e della libertà con g~i scritti e le congiure, e piuttosto che piega1·si a] tiranno si .svenavano' di ,propria mano; e· dai cristiani che tra i supplizi affermavano la superiorità d'una inerlI_le idea · umann, sulla forza bruta e sulla violenza organizzata dello Stato. FÙga di tempi e barbari silenti vince edal flutto de le cose em;erge ~ola, di luce a' secoli affluenti faro, l'idea. Oosl, per tutto il medi'o-evo le due tradizion1 continuano e .si perpetuano; ma sempre. è la tra dizione del1a libertà che s'incarna in progressi . successivi l'un dell'altro maggiore"'· e· la tiran– nide fini~ce sempre, col dòvèr cedere· le arµii, per tenta1· là resistenza'-· e la, •rivincita sotto ... altre forme,_ costretta però ~- dissimu_larsi .e ·ad esser~ ogni volta meno :assoluta ·,emeno feroce. M·aterialmentè l'autorità· _sembra vittoriosa nel breve 'attimo fuggente., e là: sµa v-ittot 1a costa ·_·. • , in ogni periodo lacrime dì ·popoli e: sangue d'i martiri; ma la vittoria ·medesimà la ipdeboli- · . . . ' ' sce e poco a poco la situazione si capòvolge a . bènefìcio della libertà ch'era parsa sconfitta per _sempre. - La R01na del Popolo, .vaticinata da Mazzini, tion ~a aspett~to lo'.« stupido secolo decimono– l!O » per affacciarsi alla vita; ella è sempre

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