Pensiero e Volontà - anno I - n. 11 - 1 giugno 1924

I • PENSIE,B.O E VOLONTÀ , 19 * * * La reazione che infuria in· tutta Eu:ropa 1 la 11confitta del prol~tariato· italiano, gli orrori della controrivoluzione · ad uria mancata r.ivo– luzione, è logico che scuotano il nostro spirito, che ci inducano a;d una revisione di· valori e '·di metodi, ad .un esame coraggioso di errori, · , d! debolezze, di occasioni perdute, di respon– sabilità ecc. . ' E questo lavoro lo. aveva già, incominciato Mala.testa in Umanità Nova con ·quei suoi scrit– ti (non µo s?tt'occhi<> la colle~ione) che aveva– no per titolo « Movimenti stroncati » e cc La Rivoluzione in atto» che la distruzione .di U. lY.' interruppe,. .Abbiamo seguìto. gl,i avvenimenti g1.9rnò ·per giÒrno, ahbiamo vissuto le• vostre ore di speranza e di trepidazione, stiamo perfetta– mente al corrente della vostra stampa ed ab– biamo poi avuto campo di parlare con dei com pagni reduci dal!' ltalia, e l'affermazione tre-• I!'.ienda, incontrastwta, che scaturisce da tutte queste_ voci è che: · 1l proletariato italiàno è stato tradito dai· capi, dai dirigenti ufficiali. , Il problema assillante e perentorio per noi· doYeva esE$erequello di dare al nostro· movi– ·mento l'indirizzo più adatto a .redimere una buona volta il proletar_iato · dagli artigli dei .capi, dei dirigenti uffièiali - fare in maniera cioè che quella enorm~ efficienza -ri(Òluzionaria . ·di cui i lavoratori _italiani hanno fatto sfog-• J gio e spreco durante un paio di anni, sboccas.se alla prima oc_casione ·nel fatto storicÒ che desse per lo meno il crollo del regime. , . ' Avremmo trovati opportunì e logici tutti i dubbi oggi avanzati da qualche compagno se, trionfata la rivolu'zione e fatto un tentat.ivo di · applicazione dei no~tri ìnetod~ di organizza– zione sociale, qu,esti si fosseto ·dimostrati er– rati,· deficenti; o se, per altre ragioni estranee 'àna nostra volontà, non fossero risultati ap– pJicabili :nella pratica. Ma esperimenti hon ce n'è stati, e le nostre dottrine sono .rim~te con quel contorno inde.: finito di tutte le cose· che non hànno _ceF3ato di esse!r te0rie; ma sempre chiare e irr.maco– late. La nostra attenzion·e, ripeto, e le r ostre ener– gie hanno dunque converso più di tutto sul da farsì in questo nuovo perior :. prerivoluz10:na~ rio, o meglio, preinsurreziunale. Si è parlato di organizza.tori ed antiorganiz– zatori, di educazionisti e di antieducazionisti; senza che questi ultimi ci sappiano dire qual significato essi· attribuiscano all'organ ~zzazio.ne : I' ed all'educazionisJ;D.o che essi combattono. Il compagno Luigi Fabbri àugurava la CO· stituzione. degli anarchicì in « p,artito », e noi aspettavamo un progetto~ uno schema di quèsta sua concezione. ·Qualunque fosse stato dunque il risultato di q~este discussioni e di queste polemiche, "qua– lunque l'indirizzo che ne. risultasse pel nostro movimento, le• dottrine restavano intatte. *** Ma, quasi facendo « pendant » agli ('( stati d'animo >> sopra. accennati, leggiamo poi nel n. 3 di Pensiero .e Volontà l'~rticolo di Mala– testa « Ideale e realtà » nel quale il nostro compagno, facendo una critica a fonq.o al sem"'.'. plìcismo éon cui alcuni. credevano di poter ri– solvere tutte le complicazioni del problema so– ciale, conclude che: « Ci è mancato un programma pratico,. at– tuabile rindòmani stesso della insurrezione vittoriosa, tale che senza violare la libertà di nessuno, permettesse- a noi di attuare o comin– ciare la attuazione delle nostre idee ed· attirare a_noì_ le masse con l'esempio e con la supe.rio– rità dei nostri metodi ». · ~ questo ci sembra un linguaggio nuovo che sposta di· sana pianta i termini del problema· e contraddice in parte 1a premessa su cui ci smnbrava di essere tutti draccordo . Jr orse 'non. è troppo, giusto affermare che ' cc quella frazione di- popolo che aspira alla emancipazione e che farà ·1a storia novella non ci ha compresi ed ha in parte accettato o il comunismò, autoritario ed oppressore o l'ibrido sindacalismo .». ' La massa è istintivamente anarchica·; nei mo– menti di crisi ha rotto tutte le pastoie.ed è ve– nuta verso di noi attuando i· primi dei nostri postulati: l'insurrezione armata e l'espropria– zione. In quei momenti eccezionalmente riv9luzio– nari la massa identi:fic~va il nostro anarchi– smo col bolscevismo r:usso, .·che non . ancora si era r~velato .autor.itario, ed oppressore. I più focosi comunisti .·italiani ai confonde– vano allora ·coi riformis.ti ( ins~eme ai quali, dopo le prime rnazzate··che scompigliarono l'in– surrezione pel caroviveri, taglia~orio i, garretti · al. proletariato,- all'uscita ·dalle fabbriche, sca– raventandolo nel buio della reazione fa-scista. ' Dunque ·la massa, nel: momento·· decisivo. è ve– nuta a noi e l' opéra deglì anarchici italiani s1 è concretata in uno sforzo titanico destinato ad annullare quell'opera· di eviramento che, per più di_ un trentenni0, i dirigenti ufficiali

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