Pensiero e Volontà - anno I - n. 8 - 15 aprile 1924
,~ '• '' ; •~- "'"~ ., ' PENSI/ERO E VOLONTA 7 e-·____..,t,'---,:,'-:------------~--,--- -'------,----'---....-..----··---- a.Ha .l.ite il iPas-s-o .fu sempr~ h:PeV:e;. dalla Htè all10 sfacelo, iPiù bre•ve .anc,ora. Sèm,Pr,e così! E' Hlusione il 1.èrei~ere dì poter limit3:re la. vita alla se,mplice materialità . -_o nel c,erchio della prÒpifia indti:vidua1ità. L'uomo, è noto, non vive idi solo parie, an.che itÌ suo spirito. ha es~genze ind,erog.abilt .Si p;arla di vita· n·atu– rale, ,di v:egetari.anism-0 e• di aJtre' astruserie; ma,uon si p,ensa che tutto è r,eiativo. Ognuno ha le• proorie abitudini .e_d i pcropr_i. bi.sogni, porta nel sangue l'àtavismo degli antenati· che. non sempre può ~essere vinto d'alla ragione. · N.on è forse un assurdo, il voJ,èr ld.mitare la aliment~zione deJ.i''uQJno a /sempHci alimenti vegetali? O· il voler ..abolire l'uso (dic-o l'uso non l'abus·o) di quaJéhe bevanda_ stimolante? 01ppure il ·rinunciare a -queUe cc c,or.no.dità n . . ·che il progresso ha daAio-.ail'ùomo p,~rchè atte- n}lli sempre Più le sofferenze del· -vivere_ è gli sodd'isfin,o. j ~uoi · bisogni? P'erchè il •colonia1i– _smo, libertario- ;piorta -~ queste oonseguenze, . conseguenze .verso le qualì i _coloni sono spinti da neciess-ità ·economiche · imperios•e. Le dottrine libertarie non hanno alcun rap– porto ,col misa:n.trO (Pi.SID(:}; an~i~ ne sono J'ò[P– .posto, perchè sono dottrine ~chesi basano ;una st0ciabilità deH'uomo. Nobilitare la sociabilità, .portarila alla sua più alta espr~ssi,one; creare ·. la r.eligiòne della libert~ e della solidarietà; il regime del niutucJ> app,01ggio. e del libero·. ac- . c-ordo: queste sono Je .a~pirazi,oni libertarie. Si trat~a di un ideale umano e non s.ovrum.ano; di un ideaJ,e realizzabil,e per tutti e non da li– mitarsi a nuclei di iniz.iati o. d'i eletti; non ~i. t:,ratta di creare dlei conventi, insomm.a, ma di rinnovar:e ·rumanità. Per _ragg_iung,e,re -questi scopi è nec,ess.ario vivere in mezzo. agli uomini, aver contatti e rapporti c-9i pr,opri ·simiJii, comunicare ad essI i nostri P.ensieri, le. nostr.e volontà, ,i nostri 1dealì, lottare Gontro . tutto .ciò èhe ostacola il PJ1◊-c,edere ci.ella· nostra mar~cia. Is.o,la:rsi- VUJol dti.uerinunciare, c,onfessars1 impotenti e V•intir ~on aver fede in sè stessi, noli creder,e ~ella p([iatiicità de1le _nostre idèe, non .aver fiducia, sopratutto, nella forza della volontà. ' . Io irov,o · che vi . è· una strana affinità fra monachismo ~ col-onialismo libertario: · a.ffi– n1tà p:r.atic_a•ed affinita" morale. I vinti della vita-, i delusi del mondo, quando -credono . i.n Dio e s-ono d'animo debole si votano al saio od al sogg-o1o. Di fr,onte .alle avversità si riti- . . . rano; H. ·loro ,s·pirito_ cerca nel sHenzto e nella solitudine ,del convento, la pace ed :iJ conf.ç>rto che non trovarono nella vìta. Fruiggono il mon- . do percliè non lo possono sopporitare, J)erchè davanti alle rovine di un tentàtivo fallito o - ., di un amo-re tramontato· i-1 lor.o animo sente l'-ango~cia · d'ella disfatta e . :ii.o~ ha la forza - ta·. forza intima -. di pro~cedere _~ne ora, di ri,oostruir,e il so-gno. distrutto, · di · creare . il - nuovo amore. Così nelle colonie .libertarie : . « .Siamo vn gruìI)po -di ,compagni perseguitati, . dis.gus{atl dal regime fmpostoci dalla .reazione borghese - d'icono,_nelle loro lettere i compa– gni che ·mi hanno· scritto,· E ·cercano, la pac_e nella colonia; ·e sicc,0:me comprendono che vanno· verso la :r_;Lr).un.cia, si affannano ad ag– giungere: . « .Sc,o ,ponost.ro ·non è quello di riti- - r rarci, ma quello di combattere, di diinostrare al mond-o la pr.atic;ità delle nostro idee... ,;., ~ Quale ,errore e·'quanta ingenuità! · Dobbia.mo partir,e da un princiPio : 'il pro– blema -di rinnovamento sociale è problema di . vol-ontà :. Il -materialismo di Oarl,o Marx è stato smentito ,dai fatti; l'umanità cammina ancora gutdata da.Ue idee e non ,dagli i:q.teressi. Nar tui11almente non bisogna portar.e il nostro idea– lismo all'asso1t1:to, per.chè · si arriver,e,bbe allo assurdo; ma· è un fatto innegabile che 1'id·eaJe, nella ·vita e. n'el /progresso, conta moltiss-im-o. V:ogllo aggiungere una mia ..convinzione : il ptobl,ema della rivoluzione· sociale non è tanto probl,ema di vio~énza quanto problema di forza morale. Credo - si tratta sempre di convin– zioni personali - che H periodo dei rumorosi appelli 8Jlle ampi sia oramai superato e che ·da oggi per lo innanzi bisognerà appellarci alla v-o},ontà èosctente _degli-uomini liberi. La d'iisobbedienz_a ·alle leggi, la resistenza. pas– siva, la non-cooperazione possono es~•ere armi_ -:for-m-idabili... _E non bisogna credere che la « tattica » -di Mahatma Gandhi, il grande in– d.tano, ·sia tattica_ di rass-egna-zione ,e •di ri– nuncia. 'E' tatti•ca di -lotta:- e cii qu,a1e l,otta! -– che· può- J),c)lrtarealla vitto,ria. · Noi non dobbiamo disperare se· -ogigi la yio- 1enza del_ pote.re - costituito· rende :impossibile qUJalsiàsi tentativo -d-i liberazione, € .nemmeno dobbiamo avviHrci se s-9pra,_di noi vi è una - potenza ~pmata _çhe,éi ti_~ne-in. soggezione. La violenza non, ha mài vinto nè · il progresso nè l'idea_ e lo spirito um.~no lJ;à sempre spezzato qualsiasi giogo.· e q1:1,àùsi.asicatena. Dispe– ·rarsi e ritirarsi in ùna . Tebaide _perchè Per un< periodo di · uno ,o di dteci anni, la lotta div,enta asiprissima, · irta di sac·rifici, senza risultati pratici ·eu immediati, è . ope,ra di uomini di poca fede .. Biso~a resistere. Qualunque sia~ la -difficoltà che. si - oppone· al nostro- pr•ocedere, noi non d~bbiamo isolarci dai nostri simili; non· dobbiamo spegnere la nostra fia.ccola:: ,.ra,ggi-0 di 1luce fra tenebre · profonde. t•·=:-;~ ':"' •.. # I
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