Pensiero e Volontà - anno I - n. 2 - 15 gennaio 1924

. PENSilERO E VOLQNTA 18 ma~e · d)e[ volere, in quanto l'asceta sempli– fica li. lbisoigtni, qruindi r,estrimge la propria at– tività. Gli asceti sono i ~irtuosi deJffia volontà, la loro attività va cc a battere van~an.1;e le ,aJli, sen~a c8Jlpjbiiar p@sto, in UJI10 spazto vruoto, o' popolato s,o/ltanto dli, chi.mere » (Educatfon du c(Jff'aetère, ~g. 238). Lo James, .aJ. contra– ,rio, riconosce all'009etismo il v.~1Qr.e idello sfor– zo morale, e dltoe •c!he, .s 1 eocmdo gli .a.sceti, il ,ma: le del mondo doveva essere ,aiffr.ontato, e Vinto cc per mezz.o .(li un a,pp:eno •aHe :risorse eroich~ <!lell'anima,. e n,~utraJizzato. ,ed idealizzato dalle soffemenze n ( La" coscienz,a religiosa, p-ag. 315). Il D:ugas 'rileva so.~tanto il lato n,egativo del- . l'esoetilsmo, mentre .ohe 1_0: James riconosce il lato positiv.o. Qu~sti · ctu~ l,ati si \I'iis-contrano ipairalleli,, e, talvolta intersecantisi, in tutta la. storia, ,d)eiLl'ascetismo. Nel buddismo perdurano 1e pr.at 'i-che negati– vamente a;s,cetiche •del culto biraihminfoo, ep– P''UJI'~ nell'ascetismo buddista •è vivo il çoncetto · drell'autaJI"çlhia. Gotamo lBu.ddhn d·i,oeva .al1'110-· mo : « Tu stesso, sei cìhe f.ai male, tu stesso sei che· perciò so:f.ffli;p,er pvorprio sf,rnrzoti acquisti ii miocitn, per pro,prio sf.o:rzo ti soariçhi di ool– pe; co},Pevo1ezza ,come sam.tità diipendono dal tuo ptropTio agir.e; nessuno può r,edimer.e un al– t:r,o ». :E neil suoi idrisoorsi vi è, ·insistente, l'in– vito a11'.aff,er.rnaz-i,on,e vio1ontarista. Se il buddi- . ' • smo .assume ·un aspetto .neg,ativamienteeascetico ciò :si dev.e al ·Glima, all'am;bi,einte.. Il monachi– smo eir.istiaino dell'Ori-ente si ,doveva, inf attj, ' ' di.ffe,r.enziare .moltissimo da quello .occid,entaJe : col quale av,eva· l!}ure ,com'Ulli le origini. Anche inell'asoetismo gr,eço -si ris.contr.a il dual•1smo .in •questione. Lo . stoioo Eppiteto oon– sidel'a la ~epressii0ne di 01gni.de• siderio e ,di ogni avversione per 1e çose ,esteriori ·come il m-ezzo , pe.r, ,esse.rie· l::Loor,o ne11a piena ,autarchia. Lo •stoico ~coillSiglia: substine et abstine, tn quanto al sopportare e !'·astenersi rende pa– dJI1onidi sè, m.a non giung.e alle esag,erazioni, alle stranezze del ,c~Ì!nilioo. Non si rotola nella $abbia ardente nel ,çoln1,o,dell',estate nè com.pri- . me il co 1 rpo suJ11e f.r.eddlestà.tue i,n pieno inv,e.rno, nè viv-e in ima botte come Diogene. Più ohe al modus vivendi esterio.:r,e lo stoiç.o dà valore alla proprti-a imteriorità, e non soffoca i hiso;gni oon mezzi esterni ml.a con uno sforzo intimo domina le ea;ttirv.e pasion).. N.ei Pitagorici l':&aeetismo ·cinlipo e quello stoioo convergono. L'•Mnmissiione in qiuel1a oor– porazione sciientifioa ,era c,ornclizdonata a prove rigo.rose e· alross~vanza d-el silenzio per pa- ;r,eoohi anni. Tra le ~atiehe più -raocom8Jll!date dal cate- , ç'hismo pita_gorico, fiJgiura l'.asntnenza. nei ,ci.bi e nella vita sessuale ,e fil pitagorico do•veva sO!!)– portare la sozztJJra, •,gli insetti, il freddo, ~., dovev.a ,a;n~he vjnoor.e lia sensualità, 1a supell"– hia e. l'avariiizia. La •ri1nUJI1cia . ll.e cose utili, ne– oessar.ie , ,era ,cons~deflata. come U1I1 allenam.ento \ per la oonquista delle virtù morali. Nei Pit.a- gor.ici la rinunci-a mira, dunque, n0in a11'an– ntentamento,, mJa .al poten.ztamento del1e en€r– gie ps,içhiche. Se 1 condo, la filosofi-a giud:aico- . alessandrina, .e, più preélisamentei, s,econdo Fi– lone eihre-o,1o sf,orzo resta semp:Ì,e (la radioe fon– damentali(~ di ogni .b.ene, ,e nella capacità di sforzarsi ,e d:i mortifi,-carsi ~1i ravvis~ il valo.re dell'uomo. Nel mi'sticismo cristiano, fili:a2ione del p:r1eoodente, la :valutazione e la pratica del– lo sfor2;0 aicquista icariatten .anco.r più spicca– tamente ascetici. In eh~ seru:;,o? Imitare Cristo vale ,sforzarsi di sv.ellere da:lla I prt0p,ri,a anima l'amo,r,ei per le cose te·rTestri, p1er poter _.riivolgere.tutto il pl'loiprio sp:urito. al1e cose ce1esti. L'asceta si sforza· idi farsi pusillo, se non giitUare di Dio, ,come Ja,çopoiI1e da Todi. Si disprezza?, si insulta, si moirttfica matefial– mente .e mor'almente, ,come se per avvicinarsi al .cielo, fosse necessam,o morir,e lenta,merite. E' Uùl suiciruo misti~'◊, in çui l'as,c,eta spegne ìe luci dJe,l suo spirito per la;saia:r:e che la luce divina sit espanda, incontrastata. Quooto è l'ascetismo tip1,co, sv,ec_ienel moneto ,orientale., Asc,etismo contem.J)lativo, passivo; statico ed estatico. Che più che alla fortezza e– alla rinuncia mira alJ'accres,cimento vo1lontario della somma di dolori. L'asoetJa di questo tipo più che un 'atleta della virtù è un liinatore del– la pr.op.rja volontà. Quando l'introspezione r,ivela. alcuni imprulsd da domare e ql]esti im,pulsi si dominano cOuJ.St– d!erandoH ,a sé, oom,~ pe•ocaminosi, ~bbiamo lo affermarsi della volontà, come pwificazione. Ma quando la y,ol,ontà di• vita è consid,er,ai:a globalmente come un male in quanto contiene, potenzialmente, irnf.Lnitepossibilita di pec~ato, gli eserc.izi _spirituali diventano una tecnica atta a spegnere la· individualità come totali.tà d1 modi d'i essere. Il pericolo è qui : vol,e,re I svuotare lo spiirito pe;r. lasciarvi solo· le forze della rin~ta. La volontà,· in tal e-a.so, rimane tale, ma ha unilatera.te -sviluppo, -a dann,n di tutt~ quelle ,energie çihe, v,enendo .s,of,f ooate, fi– niscono per inaridire la stessa volontà ·che le ha uccise. . Jnoltr'e, la negazione della volontà di vita porta a devia?Jioni ,e ad esag-e.razioni · che in– vece di e-levare l'uomo lo abbassano. L'.a,gfogra– fia è ricchissima di vite di samti ~he, p,er vo-

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