Pensiero e Volontà - anno I - n. 2 - 15 gennaio 1924

Moral.e eomwie vale ,qui, :ben s'ri-ntende, la coscie,nza di oomp1er,e e di dovier: compiere s~pre più e meglio ciò che 1a vita nos:tra– oi -offre come possa.ibilità di hene. Coloro che non fanno nulla perchè ,quel poco che potrelb– iooro fare quotidianamente par loro oosa 'tra– scurabile, ,coloro che IlO!D. oompiono lei. picoole · ibuone azioni peir.chè sognano; e' JSi illudono di voliere, le, g_randi, g,ener-ooe, sublimi azioni, sono dei Super-uomini d.a operetta. Sp:reziZa– no la vita come banale commedia, · aspirano al dramma a forti tinte,, et . sono pocsoÌlagigtj da farsa. Un po' tutti, purtroppo rsomigliamo a ,oostoro. Amare l'rumrunità è, più facile che amaire il nostro simile, coi suoi difetti e, coo g1li oibibltlghi di prova dri. a.ffertti che ies~"o ci im– pone.' Sognare 1e grandi cose è più comodo che farie le tante pioco1e ,cose., ohe pur riohie– de,re:b.becr.-:o qu-e-llo spirito di ,saiorifi,cio, quella volontà· eh€ ci illudiamo di posis~ere per le grandi. N-ella fanciullez,z-a, quando i compiti sono ,gravosi e si marina la scuola, quanti grandi sogni t Ma poi, ogrui giorno, col coo– sce.;rie delle forze inteHet,tuaLi e morali, ci ren– diamo conto dei limiti della v,ita. Ed arrtivia– .mo, in parte 1 a persuad,ea.-ci che ognUlil.Oi d1eve cercare dii. « essieie » nell'orrdiine suo: buon la– voratore, huon paare, buon cii.ttailiino. E se sentiamo ,queista dri.gnità della fatica •quotidia– na e della quotidiana r:inuncia, la nostra pic– oola vita non ci paille meschina. L'uomo ohe ama, i suoi ama anche il suo prossimo più lon– tano; l'uomo ,che sa la, g10ti!a ,e sente· la di, .gni.tà derl lavoro sa il dol01."1e d ha GQscienz,a dei propri diritti. Si sente UJDÌtoa coloro ,che soffrono, ehe ,sono oppriessi, che lottano. Sa rhnendicare il ,suo diritto ad 1 un po' di sole. Una vita di ,quotidiani -sforzi di volontà e di quotidi9:ne 1e.sperienz.edii. .dolore ,e di amore vale 0erto più. dci, sogni infingardri. dei Super– uomini, che si oredono tal} solo perchè noo sanno, non V'ogliono eissere « uomini ». Vale di ·più qu~ita:tivamente, in. quanto ri– chiede virtù µi.ù intime; ed anohe potenzia!- ' mente, in quanto -forma più e m€g1io la no– stra personalità;. *** - N.ietzsc~he sq,gnava, superbamente, drl. non. avére ohP un paio di liettori, nia degni di lui. Invece i suoi litbri andarono a ruba, e tro– vò troppi Super•uomini. Fra costoro sono cer– ti indivddualisti che lo rìmasticano, senza di– gerirlo. E tra questi pseudo-nietzschiani vi so– no coloro ohe ait?ettano il più profondo di- 9 sprezzo pe:u Fumanità. Anche il M'.~tro av\ei– va sci:itto « Mihi ipsii scripsi », ma che non scrivesse· per sè _e a sè .stesso lo di.mos~ra il fatto che oercava editori e traduttori. Il vero ìndividiuaJrusta noin ideirca di oomiUJn.i– care, agli altri. la sua ,cono.e,zione della vi€a le della società. iQuegli indiviidua'ijsti -che non fanno che sbraitare « Io sono l'Unico, io di– spr:ezzo l'umanità, ecc. » f~nno p,ensarei a que– .gli scettici che dubitano del pensiero ie scri– vono volumi di filosofia. -Se,di questi « Unici » non ne ave,ssuno. nelle nootre file e non fos-; sero così inv:adènti, non ne. parlerei. Ma poi– ohè vi sono dea siedieeinti anarchici che cre– dono di potei1" oonci1iare le · fantasie. poètiche del N:ietz.s,che con l'anarchismo qual'è rieti.suoi pjù genuini_ filosofi: cfal Proud.hon a.l Gu.yau, v.eniamo a loro. A•bbiamo notato ,che ·il Supe;,r-uomo nie~– schiano ha una· morale. E questo lo_ vo,gJ.io far preseru.1Je a quei volgari immoralisti ohe sono le scimmiette zaratustriane. Il Super-uomo al soo di.rit,to di più forte accompagna un alto dov.e1:e; al dominio an- nette la r,esponsalbiili tà.. . 'Ti uomo saprà dominare gli altri solo in quanto, sarà signore. di sè · stesso. Sarà duro venso il proprio corpo e il proprio spirit.Q. Con– tocà tra 1 suoi doveri anc~e i propri diritti e. p:mvi1egi. L-a nuova nobiltà av,rà per motto e perr principio: « A maggiori diritti, maggio- ri doveri ». · · Il .Supe~-uomo è, dunque, un iooa1e et,,tco• Nietzsche nega la moralE? per affermare 1~ sua moralie. I Sup:er-uomini, invece, trovano più como– do di1spensarsi dalle comuni 0bbligaz~onri. mo– rali, senz.a -0ericaire di cliv,entar:e de.i domina– tori di sè stessi; oondizd.one neoossartia peir af– ferma.risi nella vita anclie. in .se,n.sonietz.sohia– no. Non ,sono ne eroi Il!è uomini. Super-uo– mini, 1i chiamerebbe ,Goethe, ohe usava que– sto termine per canzoi;i.are i mezzo:uomini. Per gli indrividualisti i'anarchismo non è che « un mezzo .<li agit.azioo.e dell'individuafismo », com'è detto nella « V. olontà di Potenza>>.• Qui si impone un· dilemma. O gli indivi– dualisti aspirano a ·diventare dei .Super-uomi– ni in senso rriletzschiano, ed· allora non, han– no a che fare con un movamento che tende a ,i;ealizzare una società ed un tipo , umano ohe sono ben lontani da! mondo dii. Zaratustrai'. O gli individualisti sono dei bravi ra.gaz,zi ·che non pos~ono rinunciare alle: 1 belle frasi e non riescono ad uscire dal mondo dipintio del. ..

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