Pensiero e Volontà - anno I - n. 1 - 1 gennaio 1924

.,. 2 PENSlìEHO E VOLONTA Noi apriamo loro le nostre colonne, nei limiti naturalmente dello spazio disponi– bile, e lasciamo loro completa libertà e respbnsabilità di quello che scrivono. Ma le idee nostre le abbiamo e facciamo questa Rivista appunto per pro~agarle e ci1nentarle con quelle degli altri. Pronti sempre ad imparare ed a cor- ) r eggerciJ fermi ed incrollabili solo nello scopo supremo che è quello della libertà per tutti e dell'amore fra tutti, noi so– -sterremo quello che ci parrà la verità, noncuranti delle possibili persecuzioni ohe ,ci minacciano· in questi tempi di esacer– bata reazione in Italia e fuori. Anarchici, noi restiamo anarchici mal– grado t'q.tto e malgrado tutti. N pi, siamo stati vinti in quel periodo di .lott~ ,·che si è chiuso colla " presa di -Roma" dell'ottobre 1922. Ma non sarà una sconfitta, del resto prevedibile, che ci farà rinunziar~ alla lotta, nè alla ~peranza e oer- · I tezza di vincere;Non vi rinunzieremruonem- · meno per c~nto, mille sconfitte, poichè sap- •. piamo ohe nei progressi umani è stato sempre ; , a forza di perdere c_hes'è finito col vincere. Invece; noi studieremo le ragioni che ·furono causa del nostro _insuccesso per trovarci meglio preparati ad ~gire con ri– sultati miglio:r:i quando circostanze nuove ci riohia·meranno all'azione pratica .. Quali furono i nostri errori'? Quali le n ostre deficienze'? -Quale_.la nostra parte di responsabilità nella sconfitta'? A parte le questioni tecniche di orga– nizzazione e di preparazione,. che non vanno trattate, ~ri. questo luogo, gli anarchici, o alme·n~ il più degli anarchici, han· oredut·o le cose molto più facili di quello che real• mente sono, e si . sono beatamente .cùl- 1ati in una specie. di provvidenzialismo, · che ha fatto creder· loro ohe bastano un ideale_ luminoso ed uno spirito eroico -per– chè poi tutto si acQomodasse da sè. Han creduto nella " spontaneità delle· mas– se "' nell' " ordine :naturale " ed in I altri miti creati dal desiderio _edanch~ da pi- o-rizia intellettuale.... e ]3 " natura " è re– ;tat~ sorda e cieca come sempre, e le masse hanno ondeagiato ·da un polo all'al- ~ , tro s~condo che le spingeva ora l'illusione di un facile paradiso, ora la speranza di qualche· meschino vantaggio materiale, o·ra lo scoraggiamento e la livida paura. · Nor le cose non si accomodano . da sè, · e le masse, fino a che non saranno illu:- - minate, sono materia bruta, buona, se– condo che i coscienti ed i volenti le gui– dano, per ogni opera b~lla come per ogni mostruosità. ' In fondo, resta sempre vero· il proverbio • che « il mondo è di chi se lo piglia », cioè• favorisce gli uni o gli altri, cammina avanti o indietro seco:g,d9 gl' impulsi che riceve. Ma a volerselo pi"gliare si è in ~olti e per scopi varii e contrastanti. Bisogna quindi che si tenga conto di tutte le forze , operanti per dirigerne .la risultante il più . possibile vèrso la propria nieta.' _ Sapere quello che si vuole, misu:rare qnello che si può, ed invece .di perdersi nei sogni, preparare un programma pratico applicabile mano mano alle questioni cli.e giornalmente si presentano e nbn già buono sòlo per quando !''anarchia sarà fatta. Eèco quello che occorre. - r Santo è l'ideale; ma. esso non si rèali~za da s~ per "leggi storiche " o per inter– venti provvidenzi~li. 0' è una via, o piut– t9sto ci sono delle vi'e per giungere al-.· , l' id~~le 1, e queste vie noi ci . proponia:mo specialmente di studiare. In alto · i cuori. ~ _ I tempi sono tristi, e dalle parole che dicono alc~ni nostri collaboratori in questo primo numero spira u~.a certa aria di pes– simismo. Ma· non importa. Il p~ssi~ismo, quando non è vile adattamento, quando è coscienza delle difficoltà, serve a meglio . temprare gli animi alla lotta. .. La grandezza degli ostacoli sia la mi– sura ,,dello· sforzo che tutti dobbiamo fare. · . ' LA REDAZIONE.

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