Pensiero e Volontà - anno I - n. 1 - 1 gennaio 1924

, è segno ooe si doveva fare ,e per ciò è santa ~ necessaria, e · U nOBtro 'd,ov,ere, di noi }1lllili moo-tali ,e non ,guidatori di popoli o Teg,gitori di stati, è di oombatteT!e, taioere e ubb.idi·r.e ci~am,ente a chi ha il :potere ... C'nè se questi sbaig,lia, Ia oolpa norì è srua ima nostra;, e in~ fine ancihe l'eirrol'e ·e il doloire giovano », -ecc. eoc. Meir1ino esam.ina particoJJair,eggiatamente gli aT1gomenii nazionalisti ,ed im,p,eriali$ti, dhe la g.uerr 1 a sia .un bene opip ,u.re un m·ale nec,es– sar.i,o, ,e s.irm.ili; e finis·~ ,_col c-orufessa.rsi stu– pito dinanzi a oosì ·altia ii.Losoha ,che oanc,eHa ogni idi•stinziooe tra .l',einror;e ,e • 1 la v;erttà, tra 'il bene ed il mal,e, ,e i,opratutto nega quello -Ohe è il nostro dov,e:rie .fon,dam,entale, di com.– f,e,ssar.e sempre la v,erità, •O ·quella -ch,e a noi appa•re tal,e, e di· combattere il mal,e, anche -col saicriti1ci-o dei nostri interess.i e d,ella no· stra vita. « La guerra è un m.aJJe, a:p.partiene alla pa– tologia, •non aHa psi~•Blogia del'la s-oci€tà m-0- derna : ,essa è, per i pop-oli,, quello che la de– linquenza è perr l'individuo. · Si ucci-éLe dal– . i'in:dividuo p,er ,odio, o. p:er ,cupidtgia -dei beni a.Jtrui, o per · altri.a malv ·ag.ia pas– sioJlle, talvolta ·per run -cap,ri1cicio o per f.ol – lia. -~i ucic.td, e, è v-ero, anche per non es- sere 11oci'S1, •O per non sub.ire una grave vio- 1,enz.a ·o ing'iustizia; in qu,~to ooso la delin– quenza non è in chi si dif-ende, ma è tutta da.Ll'altTa paxte; cosi a;nch,e neHe guerre (oo– m,e in ,quelle lpeir l'iilldip,endenza). In altr.i ca- ✓ si la délinqiUJenza può esssere da ambo J.e parti, $pecia1rnente $•e dahl,e ,cause prossim,e r1,mo:ntiarno alle :remote. Talvolta poi due po– poli vanno~ in guertra tra loiro J)ier la paura dhe- :hanno l'uno dell'altro. Più spesso i po– poli ,sono spinti a comi.battersi dalle ambiizio– ni de' ·capi ·di gov-erno, diwgli interessi d'una casta imUitare, o tCfai 'tinanzi,er.i ,e ·capi d'indu– stri,e, ehiarn.ati a f.orni:rie armi e materiali di guerra 1 al ·,proprio paese e non ·cli rado .anche al nemico n. L'A. ;non si di8$im11Ja .le gravi ,difficoltà che presenta il problema di p:r,evenir-e, r,eprimElrc, eliminare la ,guer:ra. Pur,e il probl,ema deve essere risoluto, Jo sarà prima o poi. Bisogna pèrò tener pres,e.nte ,dbe ,esso ba un doppio a- . . ~petto, morale e tecnico, e non potrà essere risoluto in una volta sola, nè forse mai c,om– pJetamente. Bisogna guarda~si tanto dall ere~ etere che l'Umanità sia · destirnia.ta a lottare sempre contro sè stessa, quanto o.all'altro er– rore di cerC9.re il rimedio siruro, inf.allibile, • 19 assoluto• e definitivo contro, la ·guerira. Perohè . il p,rincipio di relatività domina la sci(;nz,a sociologica ie.ome tutte le anre. JÈAlf DE SAINT-PRIX : Europe, fa !'igi - n. bre 1923); Alcune lettere 11 del 15 dicem - Marcello. ,Martinet pubbli,ca un .gruppo oi 1,ettere indirizzate a Homain 1:loHand da un gioviane ~crittOlfe ,franc.es ·e, Jean de Saint-PTix, morto ai J),rimi del Un.9, a v,entl!due anni ap– pena. 11 de -Saint-Pr,ix ,era 1igli-o ,dJ'un m~istrato, e nipote d,efl',ex presid•ente del.la Hep'ltb'bJica Emilio Loubet; puT,e, ~otto 1'inttuenza della guerira ,era· a poco a [) 1 oc-o evoJ.uto verno 1,e 1d•ee libert:ari,e; ,e ,quando morì taceva parte della redazione dell'A venir Inte'rnational m Parigi, crivista fondata dagli ,elem,enti amar– chiiei, oociaJ.isti, rivoluzionari e sindacalisti, c·onservatisi -ostili alla iguier.ra . Queste l•etterre sono, più idi un l•etterato me di un uomo ,politi 1 c-o; ma vi si &ente una lf:r-e– s,c:m,ezza-e ing.enuità, ·un ,entru.isiai.smo- p& l,e ict,ee di giustizia, un orr-or,e p•e.r 1.a ,guerra .e per le altr-e bruttu:r,e sociali, ,chie v,eramiente t,anno .rtmip•iang,er.e dhe una ,oosl bell'anim 1 a si si1a ,estinta. !Upar le:r-em-o. di . qrueste · l,ette:r.e quando .tutto 1',epistolario d,eiJ.Saint-P:rix, di pr,ossirna pru.bblieazione, sarà uscito. ,Ma per dare una idea dei sentirrnienti che ne anim 1 a– vano l'autore, ne citer•emo qual-c!h.e m--ano. « Voi parlate. (i,crrive egli .al Rolland) della 1,egrg,e 'brutale dhe spinJg!e ogni :gener.azi•one a - meuerrsi .contr.o, i suoi .pTectecessori. Questa Jeg- g1e non è più v,era dopo 1'a gue:rr.ra , per i ,fe– deli.. Io sono unito, anche vital.mentei '{}iù a · v,c)fiche iai rinnegati ed iimpostoci della mia ,età. ·Eppo-i, dinanzi ail'-univers,al,e, 1allim,ento, c1 si unìsc~ nell',ete.rno. N-on v'è più ,età. L?, nostra ,arrmata è :tr-0,ptpo poco numeTos.a, p,er– chiè si sud'ctivid 1 a ancora». Alla notizia dell'arnlistizio, in nov,embre del 1 ~:IB, ,egli sc.r.iv- eva: '· - « Gli uomini non si uccidono più ... Ma per noi vivi, per noi restati liberi di spi~ito, ohe cosa è mai -questa pace'! cc l ,grandi, i soli vinti, _siàmo noi, i veridici. e gli ur:p.anL Noi si8Jmo d€i ·vinti, p-erchè la nostra parola non lha avuto il peso d'un gra– nellino di senapa nel concatenamento di cau– se eh.e ·'ha condotto alla vifto-ria quelli che ere-

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