Pensiero e Volontà - anno I - n. 1 - 1 gennaio 1924

J PENSiltEROr E VOLONTÀ 17 , « 1 ° Si erra nBl .valutare da -spettatore le sofferenze e le pr,Jvazioni delle classi più bas– se,. La v,e,rit,à è ,che ,sofferienze ,é, priv,azion.i cresoono ,colla coltu.r:a, mentire i gradi più bas– si sono i più ottusi: vol,e,r migliorarre, la loro posizione significa volerli rendere più sus~t- tihili dii soffrire: · . 1 '\ ' 2° Se si pensa non al benessere dei ,sangoili, , ma ai' :fini ',de,H'umanità, allora è molto discu- l 1 ti·bile -che in quegli· Stati sociaJ.istica.ìne.nte or- ganizzattl si « poss~no » otteinere risultati ana– loghi a qUJelli ,che negli Stati disorganiziZatri del passato si « sono ».raggiunti. Forse il .gran– de uomo e la grande opera crescono nella li– ber.~à s,el~~ggia. E l'umanità non ha altri s00- pi aJ di fuori dei grandi uomipi e delle gra~di . .. ope:re. 3° Pqichè molti la.voci duri e grosso1lani ·«de,bibono»,,e,ssere eseguiti, cosi deb!bono, !ln.che vénir ,oon 1 s.érvate · cl,assi di uomini che- vi si sottopongano. Se· s'introduoono, nelle e.lassi opera.ie i ·bìsogni e le :finezze delle classi su - pe.rioTi, q~,e,i lavori umili non potranno più essere, ,eseguiti. 4 ° Non è vero che i socialisti abhìano la giustiZ'ia dalla loro parte. In uno Stato, nàtu– ra1e la forz.a. è la prima legg1e. Ed in quanto, .i gocialisti vogliono la, tot,ale diiStruzione della società· presep.te , essi fanno appello alla. forza. Solo quando due potenze sono ugualmente forti, diventain:o possib~H contratti alla stregua dei ,quali. sorge poi la giustizlia. Diritti dell 'uo– mo non esistono. 5° Quando un operajo. di.ce a un riè00 1 fab- . bricante,: voi non merita.te la, vostra .f01rtuna, egli ha ragione, ma le cqnseiguienz,e ch'egli ne trae. sono false: nessuno merita la sua fortu– na, nessunò la sua sfortuna. 6° Non col cam:hiamento delle i,stituzioni si arnnenta la feHcità :9ulla terra,, ma, ,ool far sc.ompru-ire· il temperamento tetro, deiblole, ca– villoso, ·l;)tilioso.Da posizione ,esterna nulla ag- giun~e, nulla ~glie. , 7° Solo nella sfera della tradizione,' del co– stume fisso, della limitazione esiste il ,b_enes– sere; i sociali,sti •sono inv-ooe allea.ti con tut– te quelle potenze che distruggono la tradi~o– ne, il costume, la limitazione: esBi noo han– n9 sinora dimostrato alcuna nuova capacità cootitutiva »· . (« Le idee fondamentali di F. N. nel lor0 progressivo svolgimento», Palermo, 1903). Perchè venga la civiltà nuova, dalht, quale avrà origine il Super-uomo, è necessario che l'Europa si risolva « ad unirsi in una «volon- , . •. tà unica» ool mezzo. d'una nuova casta, domi– nante, una volontà dur€Jvole, terribile, spep,ia– le,, la quale per mil1enni _.potesse prei:figg:ersi una m€ft,a; a-0ciqcchè :finalmente la com.media, · ~roppo a lungo durata,, dBilla sua divisione in state,relli, della. pluralità di voloiptà domesti– che e democratiche., possa una· .-bÙona volta cessru-e. Il tempo della politica piccina è pas– sato; di già il prossimo secolo ci promette la lotta pel dominio del m9Udo, - la «ne.cessi- . tà» di fa.re la politica. grande, ». · Il Super-uomo, dunque,, ha 'bi:sogno, per sor– gere, di una da.ta forma di civiltà. .- Il Super-uomo è, in01ltre, un tip9' di civil– tà: cioè « la dominazione sull'umanità 9Jllo scopo di superarla ». Il Super-uomo è una n,e.ciessità sociale. E il pe-r-chè è .espresso in que'Sti aforismi : « .Gli .spiriti più g;agliardi e malvagi ha.nno sino.ra fatto n1assimamente progr,edire l 'uma– ni tà; es-si hanno destate le passioni as:sopite., eccitato il senso della. comparazione, del ,con– trasto, del piacere. al nuovo, aJ.l' ardito, al mai provato. Gli uomini buoni di ogni tempo sono quelli che: coltivano sino in fondo le voochie id.e.e. :N[a il te,rreno finisce coil 'es.sere sfrutta– to ,ed· allora ,si rende necessario l'aratro del male. Gli istinti cattivi servono in oosì alto grado e sono tanto indispensabili al mante– nimento d,ella vita, quanto i buoni ; solo la lo– ro funzione è diversa». •«Facendo bene -e male agli altri l'uomo e– sercita su questi la propria «potenza» : nulla di più. Più ef:fi-caoe è il far male, per,chè il do– lore induce sempre a chiedere ,quale ne sia la causa_, m.entr,e il- piaoere suole sostare a com– piacersì di sè stesso. Le, nature fiere amano i nemici prodi. La compassione invece è il ~ mezzo con cui nature modeste fanno, faicili conquiste, quali quelle de.lle anime _addolo- ra te »· Il ·super-uomo r·a.g-iona ed agisce, còme no- ta il Foullièe, com~ << n Principe>> del Ma– ohi~velli · J\.1 a ,btsoign~ tener presente che il primo sta all'umanità come il secondo sta,va all'Italia. S_e il super-uomo_ ha, come I{< L'Unico» stir– neriano, una missione _sooiàle, non per questo lo si può far entrare nel -sociaHsmo, come hril– lant-em ente ma molto super:fi0ial.men ~ hanno Aostenuto lo J aurès ed il R-0oorty. t La ooncez,ione etica e sociale del Niétz.sche · è antis0viaJ.ista. E ancor più è in antitesi con· l'anarchismo. C. B. (Continua)

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