Pègaso - anno V - n. 6 - giugno 1933

4 7 i o F. Ccispotti recarsi al vicino Hotel Continental, quando l'Imperatrice ode dir sottovoce da qualcuno: « Q u i erano le T u i l e r i e s » . A l richiamo di quel palazzo raso a terra, che era stata sua reggia, si volge alla cugina L e t i z i a e le dice : « D a quel tempo sono passate sopra di me tante sventure che non lo ricordo p i ù ». I V . i • M a non è da credere che la Principessa, sentendosi tanto napo- leonide, dimenticasse d'essere per sangue materno e per nozze sa– bauda. Quanto si rallegrava d'ogni cosa che facesse onore alla nostra monarchia! M i disse p i ù volte: « Io non so se noi dureremo o non dureremo; questo lo dirà l'avvenire, — era i l tempo i n cui i l montare del socialismo i n Italia diventava minaccioso per l'istitu– zione monarchica, — ma lo predico sempre a Corte : finché duriamo dobbiamo farci valere ». U n giorno che mi volle in udienza per i n – teressarmi a certi suoi poveri, la trovai irritatissima perché, i n i z i a – tasi l'impresa di T r i p o l i , i l Ministro della Guerra aveva comunicato non esser possibile la partecipazione di principi ad essa : « Stamane avevo a colazione con altri anche Aosta, — essa chiamava i figliastri dalle città di cui avevano i l titolo, — e ho dovuto mandar via dalla sala da pranzo i servitori perché non sentissero le parole con cui trattavamo quel Ministero », M i permisi d'osservarle che forse si era pensato alla grave responsabilità del Comando, specialmente nelle operazioni arrischiate e con poca truppa, se ci fosse stata di mezzo la vita dei principi. M a mi rispose : « D e i principi ce ne son tanti nella nostra C a s a ; e tutti saprebbero all'occasione morire » . F r a loro v'era anche suo figlio! D e l resto, era stato un bene che quella volta i servitori non la udissero, perché è facile immaginare che lo sdegno mettesse in bocca anche a lei parole non contemplate nel protocollo. Spesso la fran– chezza dei suoi giudizi si serviva d'espressioni simili. I n occasione d'un grande ricevimento nel P a l a z z o Reale di T o r i n o tenevano circolo separatamente nello stesso immenso salone V i t t o r i o E m a – nuele I I I , la Regina E l e n a e la Principessa L e t i z i a . Qualche giorno dopo in una adunanza quest'ultima mi disse: « B r a v o ! a P a l a z z o la v i d i da lontano e L e i non venne a salutarmi ». Risposi : « A v r à notato Vostra Altezza che dal circolo del R e , dov'io mi trovavo, era impossibile per l'ordinamento della festa di passare al circolo

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