Pègaso - anno V - n. 6 - giugno 1933

Considerazioni su John Dos Passos 689 una donna, che i l diavolo se la porti, alla quale ho voluto bene. V o l e v o farle ve– dere che non c'era nulla al mondo che io non avrei fatto per lei, e le regalai la cravatta. D i s s i che volevo farle uno scherzo e ci risi sopra, ah ah ah... E l e i : (( M a non serve a nulla, è frusta », e l'ha buttata nel fuoco... U n ultimo esem– pio... E ora amico mio, non m i vorreste offrire ancora un bicchierino? Son r i – masto con le tasche vuote, per caso, oggi... Grazie, signore... A h ! v i fa rinascere, questa roba... J O E HARLAND (stile Lee Masters). T a n t e e tante volte mi han chiesto. Quando dominavo i l mercato E facevo ballar sulla mano quattro banche E m i facevo strada con lo zucchero e la guttaperca — ( M i chiamavano lo Stregone di W a l l Street) — T a n t e e tante volte mi han chiesto Come avevo fatto ad ammassar milioni, Qual'era i l mio segreto. Ebbene, io dico, una cravatta di maglia di seta, U n a cravatta blu che mia madre m'aveva fatto da ragazzo. I l giorno in cui m'azzardai con un tale A rischiare un miliardo di dollari su certe Louisville e Nashville Portavo quella cravatta. Venticinque punti in venticinque minuti. E r a i l principio! P o i cominciai ad accorgermi che perdevo quattrini O g n i volta che non portavo quella cravatta. S'era fatta tanto vecchia e stracciata Che cercai di portarla in tasca. M a non serviva a niente. Bisognava portarla al collo. I l resto è la vecchia storia. U n a donna, alla quale ho voluto bene. L'ebbe da me un giorno in pegno del mio amore. L e i disse : « M a non serve a nulla, è frusta. » E la b u t t ò nel fuoco. E c c o perché Joe Harland non ha una sontuosa tomba di marmi, M a riposa nella nuda terra come u n vagabondo. Questa non sarà critica estetica secondo le regole» ma per un momento mi piace d'indulgervi: prendete, insomma, un mazzetto d'epitaffi di Lee Masters» ampliateli nello spirito del Satyricon, ta– gliateli in sezioni e mescolate, e avrete un libro di Dos Passos. M i si scusi l'allusione al Satyricon, ma proprio certe scene del N u o v o Mondo come le descrive l'autore americano mi fan pensare a certe altre del vecchio mondo come le descrisse Petronio : lo stesso i n – tento pittoresco di riprodurre le varie parlate, la stessa satira di v i l – lani rifatti, simili tipi d'abulici e di viziosi, e perfino lo stesso mo– saico di stili, dal giornalistico allo pseudo-solenne. I l mondo si

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