Pègaso - anno V - n. 6 - giugno 1933

Parole alla buona gente 6 7 9 L a v i r t ù p i ù difficile a definirsi è la b o n t à . Sotto questo nome si comprendono alcune delle qualità p i ù scialbe dell'uomo e alcune delle p i ù nitenti. t Vogliono gli igienisti che la gente stia bene, astenendosi. M a i l mondo preferisce star male, godendo. Infatti, godere, star male è conoscere. N o i non possiamo a meno di valutare le persone alla stregua del consenso che ci esprimono; non i consensi alla stregua delle persone. Quando i l pazzo mi approva, allora non è pazzo. A l contrario dell'opinione comune, le persone valgon gene– ralmente di p i ù agli atti che alle parole. L a bocca è l'esutorio dell'anima. S'incomincia a saper amare quando non si p u ò p i ù essere amati. B u o n lievito all'eloquenza è i l silenzio. Nelle donne la gratitudine non è via all'amore. Piccoli moti, grandi effetti. L ' a t t o di curvar la schiena è un piccolissimo atto : pure ha sul destino, e sul carattere, di un uomo effetti grandissimi. Per acquistare certi superiori diritti bisogna saper far sacri– ficio di una q u a n t i t à di diritti d'ordine inferiore. Diffidare degli « uomini di spirito ». Risolvono in una bar– zelletta tutti i loro casi di coscienza. L ' u l t i m o stadio dell'intellettualismo è di pigliarsela con l ' i n – telletto. « N o n gittar perle a' porci ».

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