Pègaso - anno V - n. 5 - maggio 1933
I M M I N E N T I SHAKESPEARE } S O G N O D I U N A j N O T T E D ' E S T A T E Tradotta nei metri originali da G I U L I A G E L E N Z A { L a traduttrice, notissima per aver presentato dieci anni fa i l capolavoro di Swinburn, Atalania, in una versione che fu definita raro esempio di grande poesia rinata in altra lingua colle sue originarie modulazioni di canto? ha condotto anche questo suo nuovo lavoro con criteri di stretta fedeltà ritmica e tonale. L a fiaba di Shakespeare ritrova per lei in forma italiana tutta la sua freschezza primaverile, tutta la sua animazione, e quell'ambi- ^ g n i t à d'accento fra ingenuo e raffinato che caratterizza una produzione i n – tesa a compiacere i l popolo e la corte. * (Biblioteca Sansoniana Straniera, n. 71) A N D R E A SORRENTINO F R A N C E S C O B E R N I P O E T A D E L L A S C A P I G L I A T U R A E D E L R I N A S C I M E N T O In questo suo volume Andrea Sorreutino vuol guardare e studiare inte– gralmente e sotto tutti gli aspetti la figura di Francesco Berni, poeta del riso, e più precisamente del riso che si fa burla. Per ben valutare esteticamente l'opera bernesca occorre prima bene in– terpretarla; e interpretarla nella storia dei fatti, del costume, delle tendenze civili e culturali, delle vicende sociali e religiose del Cinquecento. L'Autore ha cercato quindi, sullo sfondo della vita e della storia del secolo X V I , di intendere l'opera di questo Poeta considerata in se stessa e in rapporto a tutta una letteratura scapigliata e scapestrata. s G. C. SANSONI EDITORE . FIRENZE
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