Pègaso - anno V - n. 5 - maggio 1933
L'edizione nazionale dei classici greci e latini 6 1 9 che compositori e correttori facciano a gara a render p i ù bella la sua prosa, ma ho l'obbligo di ricordargli che un più grande di lui, un uomo punto filologo, punto umbratile, un uomo d'azione, anzi di guerra, pensava già nel I X secolo diversamente sulla documentarietà : Carlomagno ha reso obbligatorio nel suo regno un testo della Regola di San Benedetto, ricavato da una copia autentica dell'originale, proibendo i manoscritti interpolati. Nonostanti tante difficoltà di cose e di persone sono stati già pub– blicati, come si è detto, due testi in quattro grossi volumi. I l V i r g i l i o , uscito per il secondo millenario, è stato curato da un glorioso veterano dei nostri studi, Remigio Sabbadini : egli ha riconfrontato la maggior parte dei codici i n maiuscola, pure già collazionati molte volte da altri innanzi a l u i . M a meritavano tanta cura testimoni che risalgono ancora, caso singolarissimo, anzi unico, al V e al I V secolo, e i l lavoro paziente non è stato vano, se il Sabbadini ha visto parecchio ch'era sfuggito a tutti i precedenti. Anche, egli valuta l'autorità di ciascun manoscritto un po' diversamente che non si sia fatto sinora; cosicché quest'edizione di V i r g i l i o (insigne anche per una copiosa raccolta di testimonianze antiche sulla vita del poeta), ha, e per V i r g i l i o sembrava impossibile, certo pre– gio di n o v i t à . Delle Epistole a Lucilio di Seneca Achille Beltrami aveva scoperto molti anni fa un codice nella sua città, Brescia, e si era accorto subito ch'esso presenta il testo in forma p i ù completa e p i ù genuina di ogni altro. D a quel tempo egli è rimasto fedele a Seneca e alle Epistole; l'edizione che egli ne dà nella nostra raccolta, si avvantaggia sur una pre– cedente, condotta ad codicem praecipue Quirinianum, per una più equa valutazione degli altri manoscritti e per emendazioni felici, come p u ò darne uno studioso che attende ormai da p i ù di vent'anni a leggere e r i – leggere Seneca e a studiarne lingua e stile. T r a pochi mesi usciranno le Opere minori di Senofonte, riunite i n un volume da G i n o Pierleoni. Se il Beltrami studia da venti anni Seneca, il Pierleoni tien fede da quarant'anni, poco p i ù o poco meno, al suo Se– nofonte. D i alcuni di questi scritti egli aveva già pubblicato anni sono i n Italia un'edizione complessiva, dopo che essi erano stati editi, a uno a uno, presso il Weidmann di Berlino da lui e da suoi compagni della scuo– la romana del Piccolomini, Pio Cerocchi e i l musicista Vincenzo T o r a - masini. Io ho le bozze innanzi agli occhi, e posso testimoniare che i l Pierleoni di qualcuno di questi opuscoli, specialmente del Cinegetico, d à un testo che di fronte alle edizioni correnti p u ò dirsi del tutto nuovo, che per ogni passo, per ogni parola egli ha messo a profitto non solo i co– dici, ma ogni genere di tradizione indiretta, non solo citazioni ma i m i – tazioni e allusioni, persino passi paralleli di altre opere di Senofonte. E tra pochi mesi uscirà, dopo che si attendeva da anni, una parte di L i v i o . Proprio di L i v i o manca sinora un'edizione completa adeguata, e nella pubblicazione di un L i v i o ricostruito con cura di sui manoscritti molti vedevano e vedono, con ragione, uno dei fini principali dei « T e s t i
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