Pègaso - anno V - n. 3 - marzo 1933

3 2 6 F. Crispolti menti rivivevano i n lei, cosicché se si parlasse di gente qualificata da modi speciali di professar la religione, e ad esempio, se udis– se indicare col nome di clericale una qualche parte dei cattolici, n o n faceva mistero di guardarla con sospetto. U n a v o l t a a n z i , combattendosi, — mi pare nel 1 8 8 7 , — un'accanita lotta a m – ministrativa a R o m a , le sfuggì una proposizione contrastante alla sua temperanza di giudizi. Disse nella conversazione serale che tra i sovversivi e i clericali non si sapeva chi preferire. M a si riprese s ù b i t o quando i l duca O n o r a t o C a e t a n i , che essendo uno dei promotori della statua di G i o r d a n o B r u n o non era sospetto di simpatie verso i l clericalismo, le rispose : « Bisogna tuttavia ricordare che i l trono di V o s t r a Maestà n o n avrà dai clericali a temere mai n u l l a ». R a c c o n t ò la cosa egli stesso. Senonché dai p i ù fra i suoi amici la distingueva i l corag– gio con cui affrontava i n materia religiosa s i t u a z i o n i diffìcili per far valere le c o n v i n z i o n i ed i propositi p r o p r i . Fece respingere a mezzo l'anno l'abbonamento al periodico ch'aveva p u b b l i – cato la parodia di d ' A n n u n z i o s u l l a parabola evangelica delle V e r g i n i savie e delle V e r g i n i stolte, e non lo riprese se n o n quando le fu assicurato che le cartelle di esso erano state pas– sate i n tipografia senza che la direzione, né allora né quando furono i n bozze, se ne fosse avveduta; quando le f u dato p a – rola che cose simili non sarebbero state pubblicate mai p i ù . A l l o r c h é E r n e s t o N a t h a n , incaricato dalla Società fem– minile Soccorso e lavoro, della quale ella era patrona, di redi– gere lo Statuto, lo redasse con uno spirito crudamente laico, la Regina lo m a n d ò indietro imponendone i n ciò la modificazione. Assistendo u n ' a l t r a volta ad una commemorazione del F o g a z z a r o , nella quale l'oratore aveva criticato certi atteggia– menti del V a t i c a n o verso il defunto, ella, pur lodandolo i n fine delle molte cose giuste e importanti che aveva detto, gli dichiarò francamente che quell'accenno le era molto dispiaciuto. N e l l ' a u t u n n o del 1 8 8 6 era morente M a r c o M i n g h e t t i . E l l a seppe che nonostante i sentimenti i n t i m i di l u i nessuno di coloro che gli erano intorno, n o n certo per ostilità religiosa ma per la prescrizione medica di non turbarlo, o che so io, osava parlargli delle cose dell'anima. E l l a chiama a sé M o n s . A n z i n o , lo avverte dei propri desideri, e l'incarica di portare alla per– sona stessa del morente, saluti ed auguri. A l l ' i n v i a t o della R e – gina ella sapeva che nessuno avrebbe osato contendere i l passo. Q u a n d o poi Monsignore fosse giunto a quel letto, egli era sa-

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