Pègaso - anno V - n. 3 - marzo 1933
La Regina Margherita 3 2 5 l'autografo stesso, il quale si sarà un po' meravigliato di questa ultima e impensata destinazione. M a le voci raccolte dalla stampa nei giorni della sua morte, di visite segrete che la Regina, dopo la sua vedovanza avrebbe fatto a Leone X I I I , o a Pio X , o a Benedetto X V f u – rono assurde, quantunque di quella a P i o X alcuni da tempo pretendessero dare notizie particolareggiate. Sarebbe stato pos– sibile mantenere i l segreto? E mancando esso come si sarebbero potute evitare interpretazioni e gravi i m b a r a z z i politici? Bastò che una volta i l D u c a di Genova, in incognito e mescolato alla gran folla assistesse ad una funzione pontificia in San Pietro, perché ne nascessero fastidi, all'una e all'altra parte. F i g u – ratevi se la Regina Margherita, così consapevole del riserbo do– vuto alla propria posizione, si sarebbe esposta a suscitare diffi– coltà al R e e al Papa con atti di tanto maggiore i m p o r t a n z a ! D i tal riserbo, unito a finezza diplomatica, feci esperi– mento io stesso. Se ardivo di mandarle in omaggio qualche mia cosetta letteraria, ella tardava a farmi rispondere perché io ve– dessi che aveva avuto tempo di leggerla e potessi avere da qual– che citazione il segno dell'averla letta e gradita. Se invece le i n – viavo qualche altro scritto in cui dal titolo stesso si capisse che la politica non ne era del tutto estranea, mi faceva giungere una riga sùbito, evidentemente prima d'averlo letto, ringrazian– domi dell'invio e aggiungendo che lo avrebbe esaminato ben volentieri. S i esimeva in tal modo dal darne qualunque giu– dizio. N e l 1 9 2 3 , dovendo io leggere e commentare alla C a s a di Dante in R o m a il C a n t o X I I del Paradiso, la Regina che, quando non ne fosse impedita, onorava di sua presenza quelle letture, intervenne. I l soggetto affidatomi era non solo stretta– mente religioso, come ogni soggetto della terza cantica, ma dava naturale occasione ad entrare in una controversia religiosa, particolarmente v i v a ai giorni nostri, ossia i l paragone tra i l valore divino ed umano di San Domenico e San Francesco. O r a , quali potevano essere le disposizioni della Regina in una ma– teria simile? A l l a pratica della religione essa u n i v a una profon– da simpatia per le sue manifestazioni, informandosi allo spirito di quegli uomini della vecchia Destra formanti il suo circolo prediletto, che avessero serbato le tradizioni religiose dei padri. Come era da aspettarsi, le particolari sfumature dei loro senti-
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