Pègaso - anno V - n. 3 - marzo 1933

3 2 2 F. Crispoltì R o m a n o , dove Ruggero B o n g h i , i n presenza di lei p a r l a v a d i G i u l i o Cesare. M i ero seduto vicino alla porta aperta donde veniva u n ' a r i a freddissima. U n signore, seduto con u n suo compagno vicino a me, si voltava è vero di tanto i n tanto a d – dietro, mostrando quanto quell'aria gli desse fastidio, ma non perdeva parola della conferenza. E quando si sappia ch'era i l principe Napoleone G i r o l a m o si capirà che nel fondatore d e l – l ' I m p e r o R o m a n o egli vedesse una specie di collega suo. I o , a dir la verità, m'occupavo di guardarlo p i ù che d'ascoltar l ' o r a – tore. Q u e l l ' u o m o glabro e calvo, — a h i m è ! con t i n t i i pochi capelli sulla nuca, — pur essendo d'alta statura e avendo fat– tezze ammollite dai quasi settant'anni e n o n disegnate così finemente come quelle del gran C ò r s o , giustificava i l titolo d a – togli d ' « astuccio di Napoleone ». A p p e n a i l discorso f u finito disse al compagno, che era i l suo segretario : « Andiamocene s ù b i t o : m i toccherebbe complimentare la Regina ed oggi m i secca ». M a che desse noia a questo grande conversatore lo scambiar quel giorno parole con una p a r i conversatrice, gli si potè perdonare. D o v e v a aver già la febbre; t o r n ò a l l ' A l b e r g o di R u s s i a e si mise a letto per non rialzarsene p i ù . U n ' a l t r a v o l t a l'avevo vista oggetto di scortesia, da parte di chi n o n aveva le scuse del principe francese; da parte d i Guglielmo I I venuto a R o m a per la prima v o l t a , nel 1 8 8 8 , quando non fattosi ai modi imperiali sapeva ancora d i caserma e di taverne studentesche. A l grande ricevimento i n C a m p i d o – glio dato i n onor suo dal M u n i c i p i o , notiamo u n gran ritardo della Corte, di solito puntualissima. S i viene s ù b i t o a sapere che Guglielmo, ospite al Quirinale, se l'è presa comoda e fa aspet– tare la Regina già pronta. Q u a n d o finalmente t u t t i g l i augusti i n v i t a t i arrivano e sfilano per le sale, vedo, a poca distanza da me, Guglielmo, che dava i l braccio alla Sovrana nostra, rico– noscere fra coloro che facevano ala al passaggio u n suo tede- scone e mettersi allegramente a parlargli, senza presentarlo a lei e q u i n d i tenendola i n terzo ad attender la fine del colloquio, mentre tutto i l resto del corteggio è obbligato anch'esso, per continuare i l proprio cammino, ad aspettare i l beneplacito del– l'Imperatore. L a mia presentazione regolare alla Regina avvenne poche settimane dopo averla guidata nella M o s t r a , i n u n ricevimento a Stupinigi. A l l o r a , sciolti i p r i m i t i v i freni dell'etichetta, ella potè tener conto di me come persona. M ' i n t e r r o g ò sui miei pa- .

RkJQdWJsaXNoZXIy