Pègaso - anno V - n. 3 - marzo 1933

« La frusta letteraria » 3 1 7 C'è poi i n tutta la Frusta, e la ingentilisce e la allieta, una vena di galanteria verso le donne, ( i l motivo pedagogico p i ù risentito di tutta la Frusta), la quale induce l'autore a dichia– rare lepidamente che « tratterà con qualche sorte di grazia e di lenità tutti quelli che scorgerà onorati dalla femminea pro– tezione, quantunque toccasse con mano che tal protezione ve– nisse alcuna volta procurata da u n arbitrario capriccio ». E difende le donne contro gli ascetici che le reputano, perché belle, corruttrici; e le difende contro i l Cocchi, nella cui o p i – nione, « le donne, — al dir di Aristarco, — non sono che auto– mati, a' quali non è permesso di operare se non secondo l ' i m – pulso delle suste, delle molle e delle girelle d'una libidinosa na– tura, la quale rende quelle creature simili in tutto, fuorché nel– la esterna forma, alle salvatiche giovenche e puledre, che, mug– ghiando e nitrendo d'amorosa rabbia, ferocemente s'avvolgo– no per l'ampie campagne dell'America meridionale ». E della bellezza e grazia delle donne, e degli studi che devon compiere, parla a p i ù riprese, con bella eloquenza. M a i l maggior dono della Frusta, rimane i l « naturale » stile, la sicurezza netta del discorso, l'uso rapido di epiteti e verbi ben s a l d a t i : ( « t i g l i o s a f a n t a s i a » , « f a n t a s i a parte di piombo e parte di legno », « puntigliosa diligenza », « biso– gna studiare disperatamente », « ch'io son molto donnaio », « dopo d'avermi digrumata la rabbiosa partenza », « lubrica morale, che tende a imbagasciare i l bel sesso », « versi arramac- ciati de' nostro sciocchi pastori arcadi », « capitolaccio burlesco che la p i ù ladra cosa non si p u ò proprio leggere », l ' E n r i a d e di V o l t a i r e « gazzetta nobilmente rimata » : e così via) : i n una felice mistura aulica e popolana, di vigor veristico e di vaghez– z a immaginosa. - I n questo energico e rilevato stile, i l cui tono dimesso, t a l – v o l t a ridente e canzonatorio si solleva ad una fiera assertività, i l pericolo è sempre una certa non vile, ma tuttavia troppo i m – mediata facilità di parola e p i ù ancora di visione e di pensiero; poiché non sempre soccorre quel barettiano sapor di favola che p u ò creare i l necessario distacco. Anche la scelta del titolo Frusta letteraria e dello pseudonimo « Aristarco Scannabue » ha una certa rapidità di facile effetto, un'evidenza troppo snudata : e i l Baretti stesso lo sentiva, e si giustificava colla necessità di scuotere i l pigro pubblico con modi veloci e di gran richiamo, ( « L a Frusta Letteraria, che è titolo chiaro e intelligibile e

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