Pègaso - anno V - n. 3 - marzo 1933
Gli Americani alla scoperta dell'Italia 2 9 9 ressamento ed approvazioni fra i deputati risaioli, e fece pub– blicar la lettera di Jefferson nella Gazzetta ufficiale. Jefferson non n u t r i v a sentimenti di soverchia simpatia per l ' E u r o p a in generale, ed è noto come fosse piuttosto con– trario a mandare giovani americani nel vecchio continente per v e n i r v i educati. L- unica superiorità che riconosceva a l – l ' E u r o p a era quella delle arti e, sotto questo aspetto, avrà avuto forse u n po' di parzialità per l ' I t a l i a ; ma non ce n'è cenno nei suoi scritti. A l l ' I t a l i a egli pensò da buon patriotta americano, cioè dal punto di vista degli interessi del suo paese. Intendeva pro– porre agli Stati Mediterranei un'azione comune contro i B a r – bareschi, che ostacolavano i l commercio: ma se le D u e Sicilie e V e n e z i a eran favorevoli, non trovò appoggio nella Spagna e nella F r a n c i a . Pensò al G r a n D u c a di T o s c a n a che « piutto– sto avaro di natura » aveva messo da parte, i n quegli anni di pace, « circa dieci milioni di sterline » per ottenere un prestito. Per non incorrere in un rifiuto ufficiale proponeva al C o n – gresso di mandare un agente che trattasse l'affare; e aveva i n mente F i l i p p o M a z z e i da l u i personalmente conosciuto e sti– mato. Dell'affare venne invece ufficialmente incaricato l ' I z a r d , che fu eletto « commissioner » alla Corte di T o s c a n a i l 7 mag– gio 1777. Le idee d e l l ' I z a r d dimostrano i n l u i un senso po– litico acuto; le ragioni del prestito egli le vedeva nell'interesse politico che i piccoli Stati italiani mediterranei avevano a l i – berarsi dalla supremazia inglese nel mare loro. I l 6 ottobre 1 7 7 7 scriveva da P a r i g i : « I l re di N a p o l i e i l Papa, so che sono straordinaria– mente allarmati i n tempo di guerra tutte le volte che la squa– dra inglese si aggira per i l Mediterraneo, l'uno per la sua c a – pitale, l'altro per Civitavecchia. E s s i perciò desidererebbero che questo formidabile potere navale fosse un pochino u m i – liato, e forse, se l i potessimo persuadere che questo evento sa– rebbe facilitato dal prestito di un po' di zecchini, si potrebbe tentare d'avere u n prestito » Senonché, a questi propositi m a n c ò la base fondamenta– l e : i l Granduca di T o s c a n a , nonostante le segrete simpatie per gli Stati U n i t i (testimoniate dal Niccoli rappresentante del Granduca a Parigi), non osò far cosa che poteva spiacere all'Inghilterra, e non riconobbe il nuovo Stato. L ' I z a r d era
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