Pègaso - anno V - n. 3 - marzo 1933

2 8 4 G . Stuparich passerà; non è n u l l a . U n uomo deve saper sopportare i l dolose. L'effetto di tali parole f u istantaneo. I l fanciullo cessò di tremare. Steso di traverso s u l letto, mentre i l padre cominciava a levargli le scarpe, guardava con gli occhi spalancati le g r a n – di ombre mobili che la fiamma della candela proiettava s u l soffitto. « U n uomo n o n deve aver paura neanche delle o m – bre », pensò. L a parola « uomo » pronunciata dal padre con u n timbro misterioso, energico e pieno di risonanze, lo aveva agganciato e tirato su i n un'aria stabile: era stata come la gomena di salvataggio che si getta a uno che stia per affogare; dai gorghi minacciosi dei suoi terrori i n f a n t i l i , i l padre con quella parola lo aveva sollevato nel mondo sicuro degli u o – m i n i . O r a che i l padre, fattolo entrare sotto le lenzuola, lo avrebbe lasciato solo e nel buio, bisognava resistere, piantarsi bene nel cerchio magico raggiunto, intorno al quale stavano, affollati e i n agguato, i fantasmi che ben conosceva e che l o avrebbero ripreso e trasportato paurosamente alla deriva, se egli avesse soltanto u n momento oscillato col capo o allargato u n braccio d a l busto. I l padre s'era fermato ai piedi del letto e girava attorno lo sguardo per la camera male i l l u m i n a t a . Q u e l l a grande ca– mera, dove la povertà aveva corroso ogni cosa e v i aveva l a – sciato i l suo tenace odore d'umido e di polvere, gli suggeriva delle amare considerazioni. E g l i non era uomo da lasciarsi sorprendere e, tanto meno, soffocare dai r i m o r s i ; ma i n quel momento gli si presentava in tutta la sua tristezza lo stato d'abbandono e di miseria i n cui vivevano i suoi, mentr'egli, lontano, noncurante, si lasciava trasportare d a l fiume v o r t i – coso della propria v i t a . L ì i n quella casa c'era qualche cosa di stagnante, i l peso d'un'umiliazione c o n t i n u a t a : aveva l ' i m – pressione che là dentro non arrivasse mai i l sole. Per t u t t i g l i altri, non gliene i m p o r t a v a ; ma per quel figliolo, s ì : per l u i p r o v a v a ora u n sentimento che non era fatto soltanto di tene– rezza e di pietà, ma di v o l o n t à riparatrice. A l fanciullo non sfuggiva nessun movimento del padre. N e i suoi occhi, di sotto alle palpebre socchiuse, confluivano t u t t i i sensi a renderne acuta e attenta la v i s t a . L a luce era p o – vera e tremula, ma egli vedeva meglio che se fosse giorno. I l

RkJQdWJsaXNoZXIy