Pègaso - anno V - n. 3 - marzo 1933

I L R O M A N Z O i n t i m o e i m p r e s s i o n a n t e d i u n a d i s g r e g a * z i o n e n a z i o n a l e . L a f o r t u n a d i q u e s t ' o p e r a h a r i v e l a t o n e l l A u t o r e d i " E m i l i o e i D e t e c t i v e s „ i l p r i m o r o m a n z i e r e d e l l a n u o v a l e t t e r a t u r a t e d e s c a . L i b r o a u n tempo c a u s t i c o , p i t t o r e s c o , s c a b r o s o , atroce e p r o f o n d a m e n t e r i v e l a t o r e . ( S o l o per a d u l t i ) . <( Kastner ha ringiovanito il romanzo di genere picaresco, che pareva ca– duto del tutto in disuso, ed era peccato, poiché nessun altro genere di romanzo si presentava meglio adatto a esprimere la vita avventurosa e complessa del nostro tempo; ha ringiovanito i l genere, riducendolo conforme ai gusti della nostra epoca, ma ha mantenuto il principio, pienamente: una sequela d'avven– ture, in cui i l protagonista si impiglia benché esse non siano poi legate l'una all'altra se non in modo alquanto arbitrario. E se n'è valso per esplorare i l mondo moderno, anzi, p i ù precisamente, la Germania d 'oggi, descrivendone a tratti incisivi i molti ambienti diversi e gli esseri che vi abitano, fra i quali conduce il suo eroe. L 'eroe stesso, Fabian, rappresenta in certo modo la ge– nerazione che, per essere passata di colpo dal collegio alla trincea, si ritrovò dopo la guerra come sbalestrata in un mondo soggetto ogni giorno a cam– biamenti repentini. N o n p i ù ideali e un disgusto profondo di ogni cosa; queste le caratte– ristiche della generazione tedesca del dopoguerra, Kastner definisce Fabian : « uno specialista dell'incertezza ». Fabian è colto, è laureato, ma per campare mette su annunci pubblicitari. Nulla lo attira ; egli si abbandona al v i z i o , è vero, ma senza convinzione, senza disposizioni genuine. N o n va scambiato con uno spostato inacidito; egli è sereno, domanda poco alla vita. I l dramma è tutto nelle circostanze attuali che rifiutano anche questo poco. E g l i si sarebbe facilmente assuefatto a un'esistenza di « bohème », come quella che si poteva condurre prima della guerra; pochi pfennige alla setti– mana, non troppo lavoro e molti sogni. M a oggi una vita simile è riservata ai capitalisti. E Fabian non trova soluzione migliore del suicidio. L e peripezie immaginate dall'Autore sono buffonesche e sfrenate; e tut– tavia perdura sempre nel tono una nota amara e intimamente pessimista. L a sua satira è feroce. L a sua ironia non è quella di uno spirito s u – periore e affranto, ma quella di un cuore crudelmente ferito; e, qua e là. affiora un umanissimo senso di pietà che commuove. X r a i g u e r r a , Q u c s t o r o m a n z i c h e r i t r a g g o n o i l d i s o r d i n e d e l d o p o - p o c h i r e g g o n o i l c o n f r o n t o c o n F a b i a n . è u n q u a d r o c h e r i f l e t t e tutta u n a s o c i e t à i n d i s f a c i m e n t o , c o l t a a p e n n e l l a t e d i g e n i o , , . L 1 0 L e M ots. K A N R B O M P I A N I

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