Pègaso - anno V - n. 2 - febbraio 1933

L'Andreana 1 9 9 le veniva da socchiudere gli occhi tanto le piaceva il modo di dire e lo trovava nuovo di zecca. — C è un'altra novità, — riprese in italiano il bel gio– vane. — Se le cose si mettono bene laggiù, sposo una miss. Vado a sposarla a Cicago. — Una...? Come hai detto? Chi sposi? — Una ragazza con molti milioni, un palazzo di ven– tisei piani. È partita dicendo che m'avrebbe chiamato a Cicago. Ancora però non ha scritto.... — Ah, non ha scritto! •— gridò trionfante la madre. — Quella non scrive più. Non sai com'è fatta l'America? — Kathe Go-u, Kathe Go-u, coll'u, coll'u, si pronuncia coll'u. • — Coll'u, coll'u, — ripete lei volgendo la cosa in ischer- zo, — a e i o u.... Radunò quelle carte, tappò la boccetta d'inchiostro, nettò distrattamente il pennino, chiuse tutto dentro il cassetto. E poi si mise a guardare liberamente il suo splendidofigliodinanzi a cui si sentiva come rimpicciolita dall'ultima volta. — L'Anita l'hai vista? Bisogna avere un po' di pazienza con lei. T i dirò quel che è successo e poi anche quello che sta succedendo. Siediti qui. Quando tu sei partito dopo la morte del babbo, abbiamo avuto l'appoggio del pescivendolo Nondo.... E a poco a poco, spesso sostando, spesso chiudendo gli occhi, come se radunasse i pensieri e gli argomenti della missiva interrotta, raccontò la vita degli ultimi mesi, la storia sua e del pescivendolo, dell'Anita e di Evardo, senza nemmeno tra– scurare il tentativo del brodetto in scatola e la gran quantità di cèfali, orade, ombrine avuti in regalo, ma tenne in serbo le cose difficili. Accennò poi vagamente a quel bizzarro progetto di Nondo per far sì che il professore di liron tornando a casa tornasse all'Anita. Fortunato ascoltava senza interesse. Pareva non gliene importasse che sua sorella fosse così innamorata; e che è mai lo spettacolo d'una ragazza innamorata per uno che vive in città? Entrò lei senza chiedere, senza parlare : un'estranea. Fortunato avrebbe voluto riderle in faccia perché era innamo– rata d'un professore di contrabbasso. Chiese leggermente bef– fardo: -— Di che hai paura? Hai paura che non torni più in– dietro? — Di sotto alle ciglia immobili e sospettose la ragazza lo guardò con disprezzo.

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