Pègaso - anno V - n. 2 - febbraio 1933

L'Andreana 195 alla creatura nuova si facesse almeno l'augurio di non cader mai nella vita sotto le grinfie delle donnacce. Nondo finì con l'accet– tare anche questo, ma non pareva troppo convinto e andava di– cendo, 1' ignorantone : « Non bisogna credere perché ho cinquantasette anni che non son più buono a nulla.... » e la brava donna torceva la bocca per la paura immonda che a pec– catori e a sudicioni faceva il santo « abrenuntio ». Però tutti questi discorsi risultarono inutili perché la di– sgraziata Zennaro scodellò una disgraziatissima femmina e non era né conveniente né logico che un grand'uomo si scomodasse per una femmina. L'Andreana scuote il capo e sospira (sia per non detto....); il pescivendolo è tutto contento di cavarsela così a buon mercato; il pescatore si morde il labbro ché gli è sfug– gito il pesce più grosso. Ma due giorni dopo l'orizzonte si ri– schiara, la levatrice rimette gli occhiali, la creatura cambia sesso, la vecchia Malgari urla come un'indemoniata : — Vittoria, vit– toria! — e si ammise, con soddisfazione del vicinato, che al mo– mento della nascita il sesso dell'innocente non fosse ben definito, ciò che non doveva parere così banale e semplice come crede la gente ignorante: ed era questa, secondo la Malgari, la ragione per cui tante belle ragazze son chiamate a fare il soldato. Poi, dacché c'era in mezzo, il buon Nondo volle far le cose da pescivendolo: in grande. Comprò chicchera, posata, campanelli d'argento, mandò a casa del capobarca paste e li– quori, noleggiò un'automobile, preparò doni e mance per tutti. Stabilito il gran giorno, si mandò a dire trionfalmente in par– rocchia che l'automobile sarebbe arrivata fra un'ora, ma in parrocchia c'era la vecchia serva pettegola che non voleva as– sumere impegni, perché il parroco era da un moribondo, don Benaglia era al cimitero e don Corradino « non sapeva fare ». Fortunatamente don Benaglia tornò dal cimitero subito dopo e passò con simpatica e paterna disinvoltura dalla bara d'abete al portabambini di merletto; morte e vita si somigliavano nel suo pietoso e fervido ufficio, e poi valeva lui, « sapeva fare ». Quando l'automobile si fermò dinanzi alla casa della ve– dova, il padrino era raggiante; quando la vedova salì sull'au– tomobile, vestita,finalmente,di nero, allora il padrino strizzò gli occhi gongolando come un giovine sposo e quei modi inge– nui e un po' sciocchi volevano dire a lei che si vergognava di far la signora : « Con questa stessa automobile si tornerà in parrocchia per la cerimonia che sapete, siete o non siete con-

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