Pègaso - anno V - n. 2 - febbraio 1933

« U tinam » e la Riforma della Scuola 1 8 9 famosa laurea il candidato dovrebbe essere ammesso previo un esame di cultura generale, e la laurea stessa dovrebbe conse– guirla per mezzo di una dissertazione scritta non più accom– pagnata dalle tesine orali che si riducono ad una esercitazione retorica ed inutile. Scelga bene o male, faccia o no il suo danno, a nessuno egli potràrimproveraredi averlo mal guidato : la Facoltà gli ha impartito insegnamenti di discipline fonda– mentali, che, in ogni caso, se ha ingegno e buona volontà, lo mettono in grado di poter concorrere a un posto di insegnante. \ L'autonomia male intesa e peggio applicata ha provocato non pochi inconvenienti ai quali si è cercato di rimediare in tutti i modi ma non mai decisamente riformando gli statuti di tutte le Università. La recente ordinanza 1 4 ottobre 1 9 3 2 , n. 1 3 6 6 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 2 7 ottobre, già annunziata nell'art. 4 4 del Decreto del 2 8 agosto 1 9 3 1 , impedisce che accedano agli esami di abilitazione per l'eserci– zio professionale di medico chirurgo, chimico, farmacista, in– gegnere architetto, agronomo, perito forestale, veterinario, pe– rito commerciale, laureati che abbiano conseguito la laurea re– lativa senza avere sostenuto gli esami nelle discipline fonda– mentali dalla stessa ordinanza stabilite. Ed era tempo ormai che così si facesse, ma meglio sarebbe se più esplicitamente si obbligassero gli studenti a studiare le discipline fondamentali, e se si provvedesse allo stesso modo anche per le lauree in let– tere e in giurisprudenza. È bene guardare in faccia la realtà delle cose. Noi professori ci siamo intestarditi a credere che gli esami di gruppo potessero essere qualche cosa di diverso da– gli esami per singole materie, e abbiamo sbagliato; abbiamo di– scusso se non convenisse abolire addirittura gli esami, e per– duto così del tempo inutilmente, poiché gli esami devono es– serci, se non altro, per un reciproco controllo tra insegnanti e studenti; abbiamo creato cattedre su cattedre e magari cat– tedre doppie di discipline secondarie, mentre, se mai, occor– rerebbe raddoppiare alcune cattedre di discipline fondamentali in Università dove un solo professore sostiene il peso annuale di ben cinquanta e più tesi di laurea. Ma ci siamo poco pre– occupati della realtà delle cose, per esempio delle dotazioni delle biblioteche di Facoltà, mentre è ben noto che le Facoltà di Let– tere, per parlare di quelle che più da vicino mi interessano, , quando sonoricchissime,non hanno più di otto o dieci mila lire annue per acquistare libri di italiano, latino, greco, filo-

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