Pègaso - anno V - n. 2 - febbraio 1933
« Utinam » e la Riforma della Scuola 183 tre di Archiloco, qualcuno di Ipponatte e di Simonide, altri di Stesicoro e Simonide, una trentina di versi di Teognide, e ma– gari un'ode di Pindaro o di Bacchilide; e,finalmente,un'ora– zione, o un libro delle Storie di Erodoto o di Tucidide, o an– che qualche dialogo di Platone. Orbene, io domando, a che cosa giovano tutti quei lirici? V i scandalizzate davvero se dico che i candidati alla maturità classica possono fare benissimo a meno non solo di studiare i lirici greci, ma anche una tragedia o una commedia greca? Sapete voi quanti su centodieci can– didati sono in grado di tradurre quella tragedia o quella com– media come il decreto del ' 2 3 vorrebbe fosse tradotta e capita? E quei pochissimi sapete con quali mutilazioni e con quanta coscienza dell'arte e del pensiero del poeta ve la traducono? Inoltre, se chiedo ad un giovane che mi parli del poeta Alceo, devo almeno supporre che egli di Alceo conosca il dialetto e le necessarie caratteristiche che giovino ad inquadrarlo nel tem– po e nell'ambiente in cui è vissuto; ma quanti di noi, dico di noi, sono in grado di poter dire qualche cosa sulla poesia di Alceo, o di Archiloco o di Ipponatte o di Saffo ecc.? Ricostrui– re un poeta su frammenti è difficile per tutti, ed è certo impos– sibile per un giovanissimo, ma è ridicolo che ragazzi di dicias– sette o diciotto anni debbano ricostruire quella poesia su due o tre frammentini, sia pure da una buona antologia non im– memore del significato del suo nome e non accompagnata dal più antipoetico latino. Meglio è dunque che essi studino quei poeti su un buon manuale di lettura greca, in cui si parli di letteratura ed anche delle altre manifestazioni dello spirito e della storia politica dell'antica Grecia. Qualcuno ha detto che il tempo dei manuali è finito, ma io dico che dalla Riforma del ' 2 3 molti manuali di letteratura greca, latina e italiana si sono pubblicati per le scuole, e ricordo anche che proprio chi afferma che il tempo dei manuali èfinito,ha nel fascicolo dello scorso febbraio di questo stesso Pègaso recensito il Manuale di Letteratura greca del Pareti. In altri termini, non si deve dire che il tempo dei manuali èfinito,ma che tutti ci auguriamo sia finito quello dei cattivi manuali. Buoni manuali, come la legge del ' 2 3 prescrive, sono necessari alla Scuola, dove nessun gio– vane può studiar bene un solo autore senza inquadrarlo nella cultura, nella storia, nella politica, nell'arte del mondo al quale esso appartiene, se è vero che interpretazione estetica è inter– pretazione stilistica e storica insieme.
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