Pègaso - anno V - n. 2 - febbraio 1933

« Uttnam » e la Riforma della Scuola 1 8 1 state abolite le classi aggiunte o che si aprivano per corsi già troppo numerosi per essere proficui. Comunque sia, a questi malanni almeno in parte oggi si èrimediatoe domani si rimedierà con energia sempre maggiore, di mano in mano che il numero delle scuole di Stato aumente– rà e che più vigile si farà il controllo delle Autorità su un or– ganismo così delicato qual'è la scuola privata. Dunque, correg– gere quelle norme della Riforma che in otto anni si sono dimo– strate incomplete, inutili e talora dannose è supremo interesse dello Stato e della Scuola, e lo Stato infatti continua la sua in– stancabile opera riformatrice. Se c'è ancora un cittadino che protesta tutte le volte che si apportano correzioni ed aggiunte a leggi emanate otto sette sei ed anche un anno fa, costui, al certo, non ha ancora capito quale compito si sia assunto il Go– verno che da dieci anni regge l'Italia, e quanto difficile sia l'opera sua nella Scuola in un secolo cosìriccodi idee nuove e generosamente agitato. Chi creda oggi alla Scuola come ad un'aula chiusa e impenetrabile, dove si spezzi il pane della scienza e, del mondo attorno, non debba penetrare il rumore; chi della Scuola voglia fare un'astrazione e continuare così nel– l'errore del passato, o, sospiroso del buon tempo antico, re– puti che solo nei conclamati ideali pedagogici di allora sia la buona norma; chi interpreti ancora la cultura come avulsa dalla vita, costui di tutto il movimento storico efilologico,fi– losofico e scientifico del recente ieri, ha una inesatta visione e più che l'opera di pochi grandi maestririmpiangele facili va– nità e Ì comodi privilegi di ieri. I maestri veri, — dobbiamo ri– cordare qui quelli che furono gli amati maestri nostri, dal V i – telli al Pistelli? — prima ancora chefilologi,furono e sono maestri di vita civile. Questo volevo anzitutto dire in questo breve riepilogo, che il più l'ho già detto negli altri due articoli. Breve riepilogo, ma necessario poiché a favor nostro o per combatterci, più di venti articoli sono comparsi in giornali e rassegne, e perfino in autorevoli consessi si è discusso dei nostri argomenti. E in ve– rità non sempre se ne è scritto con serenità d'animo, ma qual– cuno, desideroso di scoprire in Utinam un nemico, ha detto cose che poco o nulla hanno a che veder con la Scuola, altri ha addirittura minacciato una « strigliata », e qualche altro an– cora, allontanato da sé, con superbe parole, il sospetto di es-

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