Pègaso - anno V - n. 2 - febbraio 1933

Campeggiando in Bretagna 179 conservano le avite stoviglie d i peltro, le antiche leggende e le canzoni, da una gente che sapeva serbare nel cuore col se– greto d'ogni fedeltà, « l'eterna sorgente della follìa » . M a ora le cose eran mutate. A poco a poco dopo la guerra, con l ' i n – vasione turistica, anche la Bretagna era stata contagiata dal nuovo delirio. Invadendo ogni suo villaggio, ogni sua costa, ogni suo seno, l'orda turistica ha versato a poco a poco nelle sue vene i l veleno della v i t a nuova, le ha strappato i l p r i m i t i v o candore, l'ha sfigurata e corrotta... E le povere vecchie d i Por- trieux Saint Quai, con quei loro visucci secchi e gravi sotto la cuffia, con quei loro corpiccioli mezzo scapezzati dagli anni e dalle tragiche vedovanze del mare, assistono con chiuso ranco– re a questa disfatta della loro terra. U n po' dappertutto nei villaggi io le vedo spiare dalle fi– nestre delle loro casette sulla strada dove infuria una v i t a che non è p i ù la loro, raccogliersi i n crocchi, ai canti delle piazze: e se la fiumana degli auto le sorprende per via, ritrarsi rasse– gnate e indispettite ai l a t i della strada... Una cosa sola, d i – rei, dà loro modo d i resistere ancora, e sono le loro cuffie. O h quelle le portano come diademi, come stemmi! Esse continue– ranno sempre a celebrare con la tipica diversità delle fogge la ricca varietà dei loro paesi, e l ' i n d i s t r u t t i b i l e fedeltà al loro passato e alla loro razza. C A R L O L I N A T I .

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