Pègaso - anno V - n. 2 - febbraio 1933
I Campeggiando in Bretagna 175 attraversato la Francia sotto la canicola e ci eravamo b u t t a t i i n ogni fiumicello che incontravamo sul nostro cammino. I l pia– cere, ad esempio, d i nuotare nelle acque dello Cher, questo ca– ro fiumicello compagno della Loira, d i tuffarci nei suoi tonfa- n i pescosi e t r a n q u i l l i , d i andar camminando lungo le ombrie dei suoi salici d'argento, dei suoi ontani frondosi!... I fiumi francesi hanno una loro poetica dolcezza d i cui m i piacereb– be discorrere a lungo, anche per non so quale affinità ch'io v i andavo scoprendo tra certe loro disposizioni d i alberi e l'aura della poesia francese. H o percorso la L o i r a lungo le sue spon– de i l l u s t r i d i castelli: ho dormito su l ' o r l o dei suoi larghi sab– b i o n i e sempre ho avuto dall'alta e tranquilla serenità della sua corrente, dall'ampiezza gloriosa dei suoi sfondi albereschi, ve– re architetture da favola, una lezione d i n o b i l t à , d i misura, d i armonia. M a q u i a Sables d'Or Les Pins l'emozione era p i ù intensamente romantica. U n lido d i sabbie esteso per circa u n paio d i chilometri d i larghezza per uno d i lunghezza ci stava davanti, racchiuso tra alcune lente poggiate cinte d i abetaje selvagge da una parte e da due o tre i s o l o t t i dall'altra, i r t i , n u d i e soli come delle ròc– che corsare. L a baja, i n quel meriggio, era così bella, così d o l – cemente riparata e deserta che appena affacciarsi al suo ciglione veniva voglia d i gittar u n grido tanto essa richiamava una grande scena da teatro, tanto quel l i d o dava l'idea d i un remoto e felice paese marino che attendesse l'apparizione d i qualche stupendo personaggio da leggenda. Quantunque da qualche anno soltanto stessero lanciando quella spiaggia e un grande albergo si ergesse sulla sua riva, pure, i n t o r n o , t u t t o i l paese era ancora selvaggio, t u t t o lande e sterpeti, r o t t o e disabitato. M a quel l i d o ! Era così deserto e segregato, e così azzurro era i l mare che splendeva come u n m i t o , laggiù, senza vele e solitario! Con la nostra colazione sottobraccio discendemmo giù per la sabbia d'oro giallo. Poi ci demmo a correre finché rag– giungemmo i l mare, e ci gittammo i n quella divina acqua fre– sca e trasparente. C i siamo q u i n d i asciugati al sole correndo sulla sabbia, poi, seduti, spiegammo le nostre cibarie che d i v o – rammo i n un batter d'occhio, affamatissimi. C h i non ha provato la gioia d i vivere non fosse che per un istante sulla riva d i ' u n libero mare, accanto ad una terra favolosa ed antica, e avere a propria disposizione t u t t o un
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