Pègaso - anno V - n. 2 - febbraio 1933
Campeggiando in Bretagna 173 maree: vie saldamente pavimentate, anguste, angolose, come a n d i t i d i fortezze feudali. Qualche rado albero, sul quai, a sfondo, per rallegrare col suo verde tanto grigiume d i pietre, e un po' dappertutto l'effluvio, l o spiritose vorrei dire la paz– zia del largo ch'entra e gioca le sue p i ù ardenti farandole. A t – tratta dall'incanto delle sue vecchie pietre un'immensa folla d i bagnanti gremisce la città nei mesi d'estate, e nel suo p o r t o nero d i carbone riposa qualche logora torpediniera. Lasciammo Saint M a l o con rammarico. A me partico– larmente sarebbe piaciuto approfondire l'incanto marinaro e vieillot d i questa corseggiatrice. M a l u n g h i chilometri d i costa ci attendevano ancora, bisognava ripartire, continuare i l no– stro programma. D i lì a poco, g i u n t i a Saint Servan, infilammo la nostra vettura a fianco d i altre tre, sopra u n ferry boat che ci fece at– traversare l'estuario d i D i n a n e ci depose dopo una buona mezz'ora d i navigazione, sopra la spiaggia soleggiata ed ele– gantissima d i D i n a r d - S a i n t - É n o g a t . • Q u i scenario interamente mutato. Grandi alberghi i m – bandierati lungo la spiaggia d i D i n a r d e d i Saint Lunaire, oc– c h i u t i falansteri tagliati nella roccia, fughe superbe d i v i l l e e cottages tra giardini profumati, i n vista del mare. L u n g o g l ' i mm a n i sabbioni al sole, racchiusi tra basse spal– le d i rocce già si destava la futile v i t a delle bagnature, inco– minciava l ' i n f a n t i l e perditempo dei ricchi. I l mare si era fatto d i u n azzurro ridente, la spiaggia veniva animandosi d i ozia- t o r i e giocatori i n costume da bagno. V i t a aristocratica, deli– ziosamente vana e felice, d i rentiers. C h i stava sdraiato sulla sabbia, rivolto al mare, chi giocava aux boules, chi armeggiava dietro scogli e canotti. Due aristocratici cavalcatori, u n gio– vine e una fanciulla, ci passarono vicino su due grossi bai nor– manni, l u c i d i e fieri. L u i un brunetto d i forme svelte, p r i n c i – pesche, lei una diciottenne, zazzera al vento, gambe racchiuse i n un paio d i breeches, visetto da mela cotogna. Pensai a L a d y Godiva a vedere quell'esile muscoloso corpicino d i ragazza is– sato i n cima al cavallo d i cui ella stringeva la larga schiena con le gambe divaricate.... Poi l i vedemmo scender giù per la scar– pata e perdersi galoppando per l'ampio sabbione. A l l o r a scendemmo anche noi, irresistibilmente a t t r a t t i da quella beata e splendida vita d i mare. Ora anelavamo soltanto
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