Pègaso - anno V - n. 2 - febbraio 1933
172 C . Linati lezza. I l mare che spietatamente la flagella da t u t t e le coste, d i continuo le ruba vite preziose, annulla g l i eroismi, spopola i paesi, gitta la desolazione nelle famiglie fiorenti: la ricopre d i ombre luttuose. M a dal mare le viene pure la v i t a , dal mare la ricchezza: e veramente si p u ò dire che poche regioni v i v o – no come la Bretagna p i ù tragicamente bilicate tra M o r t e e V i t a . D i q u i , forse, quella grande fede che anima le sue popo– l a z i o n i , quel loro bisogno d i aggrapparsi ad u n al d i là, e quel– la forma d i misticismo che sembra lassù come u n anelito ad una salvazione nell'assoluto. U n vecchio pescatore ci s ' a p p r e s s ò . Attaccammo discorso. Su queste calate del N o r d i l forastiero che v i arriva u n p o ' smarrito trova sempre qualche vecchio marinajo che è disposto a scambiar due buone chiacchiere con l u i . Questi era u n p o – vero diavolaccio vestito nel modo p i ù strapanato e b i s u n t o : un uomo sulla cinquantina, portava una giacchetta cenciosa, dei vecchi pantaloni d i v e l l u t o e aveva i n capo u n rozzo cap– pello a cencio le cui a l i ricascavano sul suo viso sbarbato e ros– sastro, quasi oscurandolo a m e t à . M a i suoi occhi l i m p i d i e chiari v i fissavano da quell'ombra con infantile stupore. Oc– chi s i m i l i avrei detto d i averli veduti i n faccia a qualcuno d i quei nostromi u n po' maniaci che girano t u t t i i m a r i del mondo nei romanzi d i Stevenson e d i Conrad. C i r a c c o n t ò fra l ' a l t r o d i aver fatta la guerra andando attorno a dar la caccia ai sottomarini tedeschi con una nave cammuffata da goletta, ma che celava nel suo seno fior d i can– n o n i . Per tre anni errò i mari a quel modo. C i n a r r ò qualche episodio tragico. M a dopo la guerra ebbe dal governo una pensione d i q u a t t r o m i l a franchi : era poco per campare e g l i toccò arrangiarsi. E allora si era messo alla pesca del merluz– zo, i n t o r n o alla quale ci n a r r ò lungamente. Parlava rapido, appassionato, servendosi d i u n linguaggio ch'era mezzo fran– cese e mezzo bretone e metteva nel narrare u n calore u n p o ' da invasato, come i l Vecchio della lunga barba grigia nella Ballata del Coleridge, a cui la perduta v i t a del mare era diven– tata un'ossessione inguaribile. Continuammo i l cammino lungo quei bastioni, rasen– tando la grossa torre rotonda del castello d i A n n a d i Breta– gna detta « Quiquengrogne » e ci aggirammo un poco per le vie della c i t t à . I l fascino d i Saint M a l o è ben definito. È città t u t t a chiusa, incastellata, alta sulle vicende delle
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