Pègaso - anno V - n. 2 - febbraio 1933

Campeggiando in Bretagna 171 dormire i l suo u l t i m o sonno i n faccia al suo mare natale, a cui aveva dedicato pagine così commoventi nel suo maggiore v o – lume. Come la p i ù parte delle città bretoni costiere Saint M a l o sorse da u n monastero che un eremita aveva eretto su quelle spiagge. Guerreggiò animosa contro g ì ' Inglesi e fu sempre estremamente gelosa della sua indipendenza. « N i Frangais, n i Bretons », solevan dire quei d i Saint M a l o , « mais Malouins seulement » . M i piacque rievocarmi i n vista a quel mare le vivide pa– gine i n cui Chateaubriand descrive la sua nascita, l'ambiente della sua famiglia, le sue prime battaglie coi coetanei, p r o p r i o su quegli scogli suoi e quei bastioni. Era nato i n una delle viuzze p i ù cupe ed anguste della città, la Rue des Juives, e « i l muggito delle onde che sollevava una burrasca annun– ciarne l'equinozio d'autunno » aveva impedito d i udire i suoi p r i m i v a g i t i . Raramente la pur bella prosa dello Chateau– briand ci appare così commossa come quando egli l'atteggia a descrivere le v i r t ù e la fierezza nativa della sua città. Nessun'al- tra città al mondo, ci dice, meglio d i Saint M a l o , somigliò a Venezia come questa piccola repubblica maluina per la fede, per la ricchezza, per la sua cavalleria sul mare. Essa a p p o g g i ò la spedizione d i Carlo V , i n Africa, soccorse L u i g i X I I I alla Rochelle, f o r m ò i m i g l i o r i marinai d i Francia, fu patria d i Jacques Cartier che scoprì i l C a n a d à e d i Duguay T r o u i n , uno dei p i ù grandi u o m i n i d i mare che sieno stati al mondo. Se- n o n c h é come u n senso d i severa desolazione penetra quella città della fede e dell'amore. « I o era appena nato », soggiun– ge, « che già sentivo parlare d i morte i n t o r n o a me. A l l a sera u n uomo andava attorno d i strada i n strada sonando un cam– panello ed incitando la gente a pregare per i loro fratelli m o r t i . Quasi t u t t i g l i anni vascelli si perdevano sotto i miei occhi, e quando m i trastullavo lungo i l sabbione i l mare faceva roto– lare ai miei piedi cadaveri d ' u o m i n i stranieri m o r t i l o n t a n i dalla loro patria » . V o r r e i aggiungere che un po' per t u t t a la Bretagna i o ebbi i l senso d i questa cupa ombra severa che la M o r t e gitta sopra i paesi da lei prediletti. Dappertutto sulle coste essa m i parve penetrata dal senso del d i v i n o accettamento della M o r t e . Se n ' è fatta come una sorta d i veste naturale, d i pas- • sione, che non è l ' u l t i m o m o t i v o della sua cara e dolorosa bel-

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