Pègaso - anno V - n. 2 - febbraio 1933

Campeggiando in Bretagna 165 I l p r i m o contatto col mare l o abbiamo avuto a Saint Michel, L a strada, dopo Pontorson, corre attraverso dei polders, terre fertilizzate dal mare, ma riconquistate a l u i , e al d i qua e al d i là lunghe, squallide spiagge pratose su cui pascolano greggi d i pecore, i celebri prés salés. Poi la spaziosità della terra e del cielo si fa p i ù angusta e d ' u n tratto, come su una sce– na, là i n fondo, alata e immateriale come una C i t t à d i D i t e sorge la visione d i Saint Michel. I l celebre monte parve venirci incontro quel pomeriggio, dal fondo dell'orizzonte con la sua favolosa architettura eret– ta sul dorso, con la sua Maraviglia offerta a D i o dalle acque ed a cui ha collaborato t u t t a la fede d i un popolo. I l p r i m o ef– fetto è stupendo. Sale al cielo come una mistica piramide d i rocce e t o r r i , circondata da larghi bastioni a picco sul mare e terminante i n un pinnacolo, vertiginoso, u l t i m o grido d i quella gran preghiera lapidaria a D i o . L ' i m p e t o ascensionale è po– tente. Le acque fasciano da tutte le p a r t i questa vecchia costru– zione marina e i l mare le fa uno sfondo d i sogno disperato. Si pensa come ci sian p o t u t i essere u o m i n i d i così grande idea– l i t à da imaginarla, operai che possano averla eseguita, questa Theleme misteriosa e ideale. Veramente se non ci fosse stata tanto strombazzata sa– rebbe stato meglio: essa ci sarebbe comparsa davanti a l l ' i m – provviso come la vera chiesa delle acque, dove piaceva star d i casa all'Arcangelo San Michele, « q u i l ' a v o i t pris sous sa t u – tèle » . C o s ì anche noi, seguendo l'itinerario suggerito dalla guida abbiamo percorso la lunga diga che unisce la terraferma all'Abbazia e abbiamo collocata la nostra vettura, accanto a cento altre sull'immenso sabbione del mare. È questo un garage insuperabile. A marea bassa è u n parco adatto a ricevere t u t t i g l i auto d'Europa, e u n cartello indica l'ora i n cui i l mare riprenderà i suoi d i r i t t i . Poi, insieme a molta altra gente sbarcata da quegli auto, intraprendiamo la salita del Monte entrando nella sua cinta fortificata che con– duce alla Porte du Roy. Q u i n d i su per la tortuosa viuzza che, girando sul- dorso del Monte, conduce ai suoi a l t i bastioni e alle sue sale antiche. Da una parte e dall'altra u n popolo d i rivenduglioli dagli usci delle loro botteghe gridano i l o r o i n – credibili brio à brac, o i n v i t a n o la gente a visitarle. Su, su per la Grande Rue, fitti e clamorosi si allinea la turba d i questi

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