Pègaso - anno V - n. 2 - febbraio 1933

Campeggiando in Bretagna 163 salvatico i n riva alla Manica o su l'Oceano, i desolati scopeti e le lande pittoresche i n t o r n o alle grèves ci fornirono sempre deliziose, indimenticabili dimore. m h Brocelianda. L a strada che da Angers a M o n t Saint Michel attraversa da Sud a N o r d t u t t o i l corpo della Bretagna orientale è p i u t – tosto insignificante i n confronto delle floride, ridenti, graziose strade della Turenna. Q u i i l paesaggio è leggero, pieno d i una gioia elegante, e per cittadine e castelli rivive t u t t o i l sorriso della Rinascenza francese, e l'arguzia festosa dello scalpello i t a – liano diffonde per t u t t a la contrada un'aura mussante che d à alla testa come una mezza follia d'amore. L à , invece, n e l l ' A r i Coat, l o spirito mistico e cavalleresco t i si annuncia nel lungo prato nordicamente sceneggiato da alte querci e su cui muc– che pezzate d i rosso paion, p i ù che vive, dipinte, nel cielo d i una severità velata e i n un che d i sopito, estatico che ha t u t t a la natura i n t o r n o . I n questa lunga distesa, tra Fougères e D o l , i n questo nordico piano che tiene t u t t o i l cuore della penisola si sten– deva un tempo la celebre selva Brocelianda. A questo nome m i torna i n mente qualche ricordo d i liceo. Selva Brocelian– da, nordica e fatata, sempre piena d i s p i r i t i avventurosi, d i anacoreti, d'incantesimi, d i guerrieri innamorati, d i maghi e d i fate! T r a le sue ombre si svolsero episodi dei poemi della T a v o l a Rotonda, Shakespeare la pone sovente sulle labbra dei suoi personaggi, ed essa teneva un tempo grandissimo spa– zio per t u t t o i l P o r h o é t . Oggi d i questa selva non rimane che qualche vestigia a Paimpont, a Loudéac, a Quénécan : dove leg– giamo che v i sono ancora dei boschi splendidi, degli stagni, delle rovine, delle gole.... Vorremmo andarci perdio, ma tem– pora premunt. E Saint Michel ci aspetta sul mare. Sostiamo a Lavai, all'ombra d i unorme, lungo la M a - yenne, e mentre F i l i p p o va attorno a far qualche acquisto pel nostro piccolo ménage, io m i aggiro nel mercato m a t t u t i n o , sulla piazza della città, a osservare queste facce d i bretoni, le prime facce veramente bretoni che incontriamo. Se D i o vuole, sono bene i n Bretagna, ora. M a chi lo d i – rebbe? Vedo qua e là qualche vecchia portar cuffia bianca, ma pel resto nulla qua m i dice propriamente che son lontano

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