Pègaso - anno V - n. 2 - febbraio 1933
I 62 C . Linaii rienza nuova ed affascinante, come un'avventura che i m m a – ginavo prodiga d'impensate emozioni. E d ecco che, al principiar d i quell'estate opportunissima era comparsa la tenda da campeggio che l'amico F i l i p p o , uomo d'affari, ma p r o v v i d o signore sportivo e poetico innamorato della natura aveva fatto venire da v i a . F i l i p p o aveva v o l u t o rendere l'emozione d i quel libero viaggiare ancor p i ù perfetta portando con sé una cucina da campo e t u t t a la batteria d i una piccola mensa all'aperto. I n o l – tre la nostra tenda era fornita d i due materassi d i gomma gon– fiabili e d i due sacchi-coltre nei quali, a sapercisi acconciare con arte dovuta, si potevano dormire i p i ù saporiti sonni del m o n – do. Per t u t t a quella quindicina che n o i fummo sulla L o i r a o i n Bretagna, salvo qualche notte dovuta passare all'albergo pel maltempo, sempre abbiamo campeggiato, ed io ho d i t u t t i quei campeggi erranti e dei l u o g h i e degli o r i z z o n t i che m i circondarono u n ricordo preciso e dolcissimo come d i altret– t a n t i piccoli soggiorni romantici, la cui stessa caducità dava al mio vivere i n quegli istanti u n sapore d i sogno. P u r t r o p p o la Francia è cosi fittamente coltivata dapper– t u t t o che spesso riesce difficile scovarvi u n cantuccio d i terra selvatica da r i z z a r v i la tenda. D a p p e r t u t t o , lungo l o stra– dale che percorrevamo, erano tirate su siepi d i filo spinato o palancati a chiudere c o l t i v i , pascoli o vigneti, e ben poco spa– z i o era lasciato libero ai campeggiatori. Dovevamo dunque spesso accontentarci d i una misera magrinaja a l l ' o r l o d i u n campo, d i uno scopeto infertile o d i qualche abetaja che i l b u o n D i o si degnava d i farci sorgere ai l a t i della strada. L a prima sera del nostro viaggio, valicato i l Piccolo San Bernardo e percorsa l ' A l t a Savoja, riuscimmo a scoprire i n riva al lago d i Annecy, i n margine ad una p r o p r i e t à , u n pra- tello, dove nessuno ebbe a disturbarci per quella notte. L a se– conda sera, oltrepassata la pianura lionese, i fari dell'auto fe– cero lume alla parca cena che consumammo i n u n pineto so– pra L a Parisse, dove la nostra tenda rizzata nel f o l t o d i que– g l i alberi l u n g h i e s o t t i l i ebbe l'aspetto d i non so che atten– damento per pionieri i n California. M a p i ù facili e belli furono i nostri campeggiamenti i n Bretagna. Quantunque la C ò t e d u N o r d e i l F i n i s t è r e sieno anch'essi m o l t o c o l t i v a t i e i c o l t i v i , come al solito, c i n t i e sud– d i v i s i da quel benedetto filo spinato, pure i grandi spiazzi d i
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