Pègaso - anno V - n. 2 - febbraio 1933

Musica e cinematografo 1 5 3 cinematografica, allontanandola dalla vera essenza dei suoi mez– z i espressivi, perché sia i l caso d i invocare, se mai, i formida– b i l i inconvenienti pratici e commerciali d i cui è cagione. M a i n – tanto, la p i ù grande confusione regna a questo proposito, ac– cresciuta anche dal fatto che l'attenzione dei cineasti e c r i – t i c i cinematografici, — provenienti quasi t u t t i chi dal cinema stesso, chi dalla letteratura, chi dalle a r t i figurative, — è p i u t t o – sto r i v o l t a ad a l t r i non meno i m p o r t a n t i problemi e si distoglie da questo, che solo da qualche anno si va profilando sempre p i ù urgente: q u a l ' è i l posto della musica al cinematografo? Domanda che susciterebbe imbarazzi senza fine e discorde m o l t e p l i c i t à d i risposte anche soltanto a chi si accontentasse d i ricercare quale sia attualmente la situazione dei r a p p o r t i tra le impressioni visive e quelle sonore nello spettacolo cinematogra– fico, non che voler conoscere le leggi che devono teoricamente regolare questi r a p p o r t i . E non sarebbe certamente i l caso d i preoccuparsene, se non si vedesse i n questi u l t i m i tempi regna– re un'impressionante confusione, u n disorientamento patente e confessato nella m o l t e p l i c i t à dei tentativi e dei metodi appe– na i n i z i a t i e tosto abbandonati, talché l'arte cinematografica, u n tempo muta per eccellenza, sembra andare abbandonata alla deriva appena giunta nel mare dei suoni. N o n dunque quale debba essere, ma almeno quale potrebbe anche essere i l posto della musica al cinema, questo sarebbe utile ricercare, sulla scorta d i quelle opere d'arte che i n qualche modo abbiano f e l i – cemente risolto per conto loro u n aspetto del problema. A n z i t u t t o , una prima interrogazione fondamentale si presenta: musica o rumori? canto o parola? fantastica libertà dell'arte, o fedeltà realistica? E su questo p u n t o non si deve esi– tare a pronunciarsi apertamente e a combattere con tutte le for– ze contro la materialistica tendenza che si va da tante p a r t i se– guendo, e che non trova fondamento né giustificazione i n nes– suna delle correnti s p i r i t u a l i moderne, e tanto meno i n pretese peculiari esigenze dell'arte cinematografica. T u t t a l'arte è libe– ra trasfigurazione e trascendimento della realtà pratica, o me– glio l'arte stessa, come v i t a dello spirito, è r e a l t à : ma i l cinema– tografo i n particolare, t u t t o basato su u n fondamentale com– promesso che ci fa trattar l'ombre come cosa salda, non deve p r o p r i o nulla all'osservazione vincolata e scrupolosa della real– t à materiale, e p r o p r i o nella felicità d i suggestione e d'evoca– zione sconfinata sta l'inconfondibile essenza della sua arte. N u l -

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