Pègaso - anno V - n. 2 - febbraio 1933

/ p o e f i della Venezia Giulia 1 4 1 quanto caldo d i affetti e rapito a v o l i nelle commozioni esta– tiche (si vedano g l i incielamenti amorosi nel suo dramma Sotto i Flavii), lo Zamboni non sapeva evitare le tirate aggres– sive nel corpo stesso dei suoi drammi e dei suoi l i b r i storici. Spesso hanno esse per impeto d i ragionamento uno sfavillìo assai bello. M a bisogna dire, a onor del poeta, che sono belli altrettanto i frammenti poetici d i v i t a morale e d i v i t a con– templativa, che sotto i l t i t o l o Universo, i n un grave volume, si pubblicarono dalla vedova dopo la morte d i l u i ; e se i l v o – lume fa troppo peso, v i sarebbe però da ricavarne una non troppo spigolata antologia. Si è menzionato q u i l o Zamboni, per necessità, soltanto d i v o l o ; già ampiamente ne t r a t t ò Ferdinando Pasini, e m i pare uomo d i cui si t r a t t e r à ancora. E g l i continuava a compa– rire a Trieste, per brevi soggiorni, quasi t u t t i g l i anni, per l o p i ù riconducendosi a Vienna dai suoi viaggi i n I t a l i a ; piccolo e robusto, g l i occhi dardeggianti, la barba fulgente d i t i n t u r a , la l o q u a c i t à battagliera, arrotante entusiasmi e sarcasmi. I n – tanto la scena della poesia triestina s'era popolata d i n u o v i ingegni che i n t o r n o al 1880 erano giovani e tennero i l campo fino alla guerra. • I T E M P I D I R I C C A R D O P I T T E R I . Carducci dominava i n quegli anni la poesia italiana. Si n o t i che, con tono p i ù dimesso d i quello che oggi è d'obbligo tra poeti, i l Carducci adoperava volentieri, per sé e per g l i a l t r i , la locuzione m o l t o oggettiva « far versi » . E versi se ne face– vano m o l t o Lene, anche a Trieste, specialmente da Riccardo P i t t e r i . I l quale, giovane signore dalla salute delicata, vivendo i n v i l l a gran parte dell'anno, incominciò con l'alternare facili poesie campestri e studi robusti d i letteratura latina. P o i co- teste due vocazioni del P i t t e r i trovarono modo d i fondersi; e ne venne un'arte poetica certamente annobilita per lavoro d i lima e per d i g n i t à nei t r a t t i che arieggiano l'eloquenza civile. A r t e m o l t o spesso moraleggiante e didascalica. Quanto alla didascalica, che riguarda soprattutto le cose e i l a v o r i della campagna, conviene sempre ammirare i l P i t t e r i come amorevole osservatore e plastico traduttore i n parole; invece non v'ha dubbio che quando egli si dà agli ammaestramenti, alle sen- 1

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